31-Gen-2020

DS Pallas: il lancio della “Dea” del 1964

di Francesco Neri
News

“ DéeSse”, la Dea, un’auto elegante e raffinata, con un design che ha stregato il mondo. Non tutti sanno che le lettere “DS” racchiudono questo significato, ma siamo tutti d’accordo sul fatto che la DS Pallas sia un’auto dal design incredibilmente elegante e aggraziato. Gli anni ’60 hanno fatto scuola da questo punto di vista, dando vita ad uno stile che ancora oggi viene ripreso, rielaborato, imitato.

Le origini della Pallas

La DS19 del 1955, disegnata da Flaminio Bertoni, stupì tutti per la sua semplicità e per la sua pulizia delle linee. Nel ’62 l’auto fu soggetta ad un restyling che investì principalmente il frontale, reso ancora più aerodinamico e pulito. Vennero aggiunte piccole protezioni in gomma davanti e dietro per proteggere la carrozzeria, ma furono integrate così bene che ci voleva un occhio fino per notarle.

La DS Prestige del 1955, invece, nacque come berlina di rappresentanza, un’auto pensata per gli autisti, come la Roll’s Royce, con tanto di paratia (un vetro scorrevole) che separava i sedili posteriori da quelli anteriori. E fu anche la prima auto ad avere un telefono di serie. Ma sempre meno clienti, anche quelli più facoltosi, desideravano un'auto da poter guidare, con una linea più accattivante e un handling convincente.

La DS19 era l’auto giusta: univa il design sofisticato della Prestige al piacere di guida di un’auto più moderna e dinamica. Con questo know-how, Citroen era pronta ad annunciare la sua nuova Dea.

La DS Pallas

Nel 1964 nasce una delle auto più iconiche della storia. Un’auto lussuosa, elegante, con un tocco quasi british, miscelato sapientemente al design delle grandi Citroen. Il nome DS Pallas faceva riferimento alla regina delle dee Pallade Athena, divinità della saggezza e dell’equilibrio, secondo la mitologia greca. Caratterizzata da finiture quali i filetti cromati, le modanature in gomma e i profili in acciaio inox - che inglobavano i catadiottri posteriori -, i fianchetti in acciaio satinato e interni in cuoio naturale (o volendo anche tessuto), la DS Pallas era ed è tutt’ora l’emblema del lusso e dell’eleganza.

Niente, all’interno, lasciava intravedere una lamiera della carrozzeria, tutto era coperto di materiali pregiati. Altri elementi, come i sedili con schienali rialzati, il bracciolo nello schienale posteriore, la moquette di lana, e le plafoniere che lasciavano entrare luce naturale in abbondanza erano all’avanguardia per l’epoca. La DS Pallas era sì lussuosa ed elegante, ma non per questo sfacciata, anzi: era l’auto perfetta per chi desiderava un’auto di rappresentanza senza sfociare nell’esibizionismo, quel tipo di persona che oggi chiameremmo “radical chic”. L’auto divenne così un’icona che in Francia l’espressione “c’est plus Pallas” (qualcosa come “è davvero lussuoso”) è entrata nel gergo comune.

Anche dal punto di vista tecnologico fu un’auto innovativa: la Pallas portò sul mercato i fari anteriori a lunga portata, chiamati “Boule” per via della loro forma sferica. I fari erano prodotti da Cibié e da Marchal per Citroen, che successivamente estese a tutti i modelli della gamma fino al 1967. Quell’anno, infatti, con il restyling, vennero introdotti i fari carenati (sempre disegnati da Bertoni) che tramite un collegamento con il volante giravano nella direzione dell’auto.

La DS Pallas rimase in produzione fino al 1975, anche da noi fu un grande successo, tanto che i Italia la DS20 era disponibile solo nella versione Pallas con cambio a comando idraulico.