Il Quadrifoglio Verde è un’icona delle vetture sportive Alfa Romeo, ma non tutti sanno che la sua prima apparizione risale al 1923, sulla carrozzeria di una delle quattro RL Targa Florio, appositamente preparate per la storica gara siciliana. La competizione, considerata all’epoca una delle più prestigiose a livello internazionale, rappresentava per la giovane casa milanese un’occasione unica per affermarsi su scala globale, dopo anni di risultati altalenanti e poche vittorie di rilievo.
Per quella edizione della Targa Florio, l’ingegnere Giuseppe Merosi, responsabile dello sviluppo tecnico di Alfa Romeo, realizzò quattro vetture affidandole a piloti di grande talento: Antonio Ascari, Enzo Ferrari, Giulio Masetti e Ugo Sivocci. Quest’ultimo, noto per la sua abilità e competenza tecnica, era tuttavia perseguitato dalla sfortuna, tanto da essere soprannominato "l’eterno secondo".
Da scaramanzia ad icona
Amico fraterno di Enzo Ferrari e figura di rilievo nelle prime stagioni agonistiche del brand del Biscione, Sivocci cercava un modo per spezzare quella catena di eventi avversi.
Per la gara, gli venne assegnato il numero 17, considerato dai superstiziosi poco fortunato.
Per scongiurare ogni cattivo presagio, il pilota fece dipingere sulla calandra della sua vettura un quadrifoglio verde inscritto in un quadrato bianco, sperando che questo portafortuna potesse influenzare le sorti della competizione.
La Targa Florio del 1923, corsa sul celebre circuito delle Madonie, si concluse in maniera rocambolesca, ma fu proprio Sivocci a tagliare per primo il traguardo, regalando ad Alfa Romeo la sua prima vittoria di grande rilievo internazionale. Per i più scaramantici, il merito di questo trionfo andava anche al fortunato simbolo dipinto sulla vettura, che da quel momento entrò nella leggenda.
L’efficacia del quadrifoglio venne ulteriormente rafforzata negli anni a venire, tanto che il simbolo divenne un elemento distintivo sulle vetture da corsa Alfa Romeo. La sua evoluzione grafica lo portò, negli anni, a comparire anche accanto al logo dell’Autodelta, come sulla leggendaria 33 Stradale del 1967, e su tutti i modelli più sportivi del marchio. Ancora oggi, il Quadrifoglio non è soltanto un’icona, ma contraddistingue i modelli più sportivi e speciali Alfa Romeo. Vediamo insieme quali sono le migliori vetture che hanno sfoggiato il quadrifoglio sulla loro carrozzeria.
Alfa Romeo Giulia GTA (1965)
Tra le versioni storiche del Quadrifoglio, un posto speciale è riservato alla Giulia GTA, autentica leggenda delle competizioni. Con un motore 1.6 da 170 CV e un peso contenuto grazie alla carrozzeria in alluminio, la GTA dominò le piste di tutto il mondo, accumulando vittorie nei campionati turismo. Il suo design iconico e le sue prestazioni hanno definito un’epoca, trasformandola in una delle Alfa Romeo più amate di sempre.
Alfa Romeo 33 Quadrifoglio Verde (1983)
La 33 Quadrifoglio Verde ha portato il simbolo del Quadrifoglio nel segmento delle compatte, con una versione sportiva del modello che era già tra i più venduti della gamma Alfa Romeo. Dotata di un motore boxer da 1.7 litri e 118 CV, la 33 QV si distingueva per la sua leggerezza e agilità, caratteristiche che ne facevano una piccola sportiva a trazione anteriore dalle prestazioni brillanti.
Alfa Romeo Alfasud Quadrifoglio Verde (1983-1989)
Tra le compatte sportive, l’Alfasud Quadrifoglio Verde ha segnato un’epoca. Con un motore boxer da 1.5 litri e successivamente da 1.7 litri, l’Alfasud QV offriva un comportamento dinamico sorprendente. È stato un modello simbolo per molti giovani alfisti degli anni ’80.
Alfa Romeo 75 Turbo Quadrifoglio Verde (1986)
Un’altra figlia degli anni ’80, la 75 Turbo Quadrifoglio Verde, si è distinta come una delle berline sportive più apprezzate del suo tempo. Equipaggiata con un motore 1.8 turbo da 155 CV, era in grado di offrire prestazioni di tutto rispetto e un piacere di guida superiore grazie alla sua trazione posteriore e a una distribuzione dei pesi ottimale. La 75 è stata l'ultima Alfa Romeo sviluppata prima dell'acquisizione da parte di Fiat, rappresentando una pietra miliare nella storia del marchio.
Alfa Romeo 164 Quadrifoglio Verde (1987-1998)
La 164 QV era una berlina comoda e raffinata, ma ad alte prestazioni, una vera rivale delle tedesche sportive BMW e Mercedes dell’epoca. Equipaggiata con il
leggendario motore V6 Busso da 3.0 litri, che nella sua evoluzione più estrema raggiungeva i 230 CV.
Questa vettura era dotata di un sistema di sospensioni sofisticato e di una trazione che assicurava stabilità anche alle alte velocità, facendo della 164 QV una delle berline più performanti del periodo.
Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio 2016
La Giulia Quadrifoglio ha segnato un ritorno trionfale per Alfa Romeo nel segmento delle berline sportive. Dotata di un motore 2.9 V6 biturbo da 510 CV, sviluppato in collaborazione con Ferrari, questa berlina non è solo un’opera d’arte su ruote, ma anche un concentrato di prestazioni. Accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 3,9 secondi e una velocità massima di 307 km/h sono accompagnate da un telaio bilanciato e tecnologiecome il Torque Vectoring e l’Active Aero Splitter. La Giulia Quadrifoglio ha conquistato il cuore degli appassionati, distinguendosi per il suo perfetto equilibrio e per il suo temperamento da supercar.
Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio 2017
Quando Alfa Romeo ha deciso di entrare nel segmento dei SUV mettendo il piacere di guida al primo posto.
La Stelvio Quadrifoglio, prima SUV ad avere l’onore del simbolo del quadrifoglio, condivide lo stesso V6 biturbo da 510 CV della Giulia.
Nonostante le dimensioni maggiori, offre una dinamica di guida straordinaria (ha lo stesso telaio), con un tempo di 3,8 secondi nello scatto 0-100 km/h e una velocità massima di 283 km/h. Con il record sul circuito del Nürburgring tra i SUV di serie, la Stelvio Quadrifoglio dimostra che anche un veicolo di questa categoria può incarnare la filosofia Alfa Romeo.