Con il lancio della gamma Intensa, ho avuto nuovamente il piacere di guidare le due Alfa Romeo che mi hanno conquistato fin dal primo istante. Le Giulia e Stelvio Quadrifoglio rientrano nella mia classifica delle auto più belle che abbia mai guidato, ma anche nelle versioni meno spinte restano sempre incredibili.
INDICE |
---|
Alfa Romeo Giulia 2.2 TD 210 CV Q4 Intensa |
Alfa Romeo Stelvio 2.0 T 280 CV Q4 Intensa |
La prima volta che l'ho vista, dieci anni fa al Salone di Ginevra, la Giulia mi era piaciuta, ma non mi aveva ancora ammaliato. Con il passare degli anni, anziché perdere fascino come spesso accade quando si parla di auto, la Giulia mi conquista ancor più di allora.
Ha uno stile pulito, sportività senza eccessi, eleganza senza leziosità.
Il muso affilato e la linea di cintura ascendente le conferiscono dinamismo anche da ferma
Nell’allestimento Intensa raggiunge il massimo del suo splendore, a prescindere dalla motorizzazione scelta. I cerchi in lega diamantati da 19 pollici con finitura opaca e le pinze dei freni di colore nero con dettagli dorati sono un tocco di classe, e l’abitacolo, dominato da pelle e Alcantara, è davvero un bel salotto. Stupendo l’inserto in alluminio vero su plancia e tunnel centrale, e d’effetto il volante nero con inserti in color cuoio.
Peccato per il contagiri, ora sulla destra come sulla maggior parte delle auto. Sulla Giulia è sempre stato a sinistra: così era nel modello del 1962 (e prodotta fino al 1977) e nella versione pre-restyling con strumentazione analogica. L’unica nota stonata in un abitacolo molto curato nelle finiture è l’infotainment un po’ datato, sia nella grafica sia nella rapidità con cui risponde ai comandi.
Ciò che davvero fa la differenza, però, è il piacere di guida. Pur essendo una versione diesel da 210 CV con trazione integrale, e quindi non la più ambita dagli appassionati, la Giulia sorprende per la sua maneggevolezza tagliente, superiore - e non di poco - alla sua diretta rivale bavarese. Lo sterzo e il telaio trasmettono un coinvolgimento raro.
Il motore diesel da 210 CV e 470 Nm spinge forte ai bassi e medi regimi, ma non ha un allungo entusiasmante. Il cambio ZF a 8 marce, in compenso, è fenomenale, e le palette in alluminio fisse sul piantone dello sterzo, proprio come sulle supercar, sono belle da vedere e da usare. Le prestazioni? 235 km/h di velocità massima, 0-100 in 6,8 secondi.
Sarà pure una berlina media, ma la Giulia non è solo un mezzo di trasporto: trasforma ogni viaggio in un’esperienza.
Se proprio dev’essere una Sport Utility, che sia una Stelvio; perlomeno se volete un’auto bella da guidare. Il telaio è lo stesso della Giulia: un capolavoro chiamato Giorgio, utilizzato anche su alcuni modelli del Tridente. Pur con una stazza maggiore e un baricentro più alto rispetto alla Giulia, la Stelvio sa danzare tra le curve meglio di molte berline del suo segmento.
L’agilità non è quella della Giulia, ma ci si avvicina in modo sorprendente, nonostante la posizione di guida rialzata.
Il motore 2.0 turbo benzina da 280 CV e 400 Nm è elastico e potente, il cambio, proprio come sulla Giulia, è sensazionale. Le prestazioni sono notevoli: 0-100 km/h in circa 5,7 secondi e 230 km/h di velocità massima.
L’abitacolo della Stelvio Intensa condivide pregi e difetti con quello della Giulia: i materiali sono di altissima qualità, così come convince la strumentazione digitale che richiama la strumentazione analogica delle vecchie Alfa Romeo. Non entusiasmante, invece, il sistema multimediale, così come la grafica della telecamera posteriore.