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Stories

L'arte giapponese dell'auto

di Marco Coletto
11-Nov-2019

Le auto giapponesi hanno conquistato in fretta il mondo ma nel loro periodo d’oro (quello compreso tra gli anni ‘80 e ‘90 del XX secolo) non sono riuscite a sfondare in Italia a causa del contigentamento.

Le vetture del Sol Levante hanno portato una ventata di freschezza nel mercato automotive con proposte originali, innovative e affidabili e sono state in grado anche di dettare legge nel motorsport con vittorie a ripetizione in tutte le categorie.

Di seguito troverete le auto che secondo noi rappresentano al meglio l’arte motoristica del Paese asiatico: sette sportive, due berline compatte e una SUV che hanno segnato un’epoca.

Rivoluzione dal Sol Levante

La Datsun 240Z è la mamma di tutte le Nissan Z: la sportiva giapponese ha cambiato la percezione delle auto del Sol Levante nel mondo, prima considerate solo vetture affidabili caratterizzate da un buon rapporto qualità/prezzo.

La coupé nipponica – dotata di un motore 2.4 a sei cilindri in linea da 154 CV – è universalmente riconosciuta come una delle vetture più significative degli anni ‘70: un mezzo divertente e non troppo costoso che ha conquistato migliaia di automobilisti in America e che si è fatto valere anche nel motorsport vincendo il Safari Rally 1973 con il keniota Shekhar Mehta.

Tecnologia e prestazioni

La terza generazione della Nissan Skyline GT-R – nota anche come R32 – è una delle vetture più desiderate dagli appassionati di auto giapponesi. Resa celebre in tutto il mondo grazie al videogioco Gran Turismo, è una coupé ricca di tecnologia estremamente divertente da guidare: la capostipite della famiglia GT-R.

Motore 2.6 biturbo a sei cilindri in linea da 280 CV e trazione integrale (anche se da guidare sembra più una trazione posteriore): queste le caratteristiche principali della sportiva asiatica, capace di aggiudicarsi le prime due edizioni del campionato turismo giapponese.

Il punto più alto

La Honda NSX è un laboratorio tecnologico su quattro ruote: un “best of” di quanto di meglio si poteva trovare nel mondo automotive all’inizio degli anni ‘90. La risposta giapponese alla Ferrari – sviluppata da un certo Ayrton Senna (che dal 1988 al 1992 corse – e vinse – in F1 con la McLaren motorizzata Honda) – monta un motore 3.0 V6 da 272 CV, il servosterzo elettrico e molte componenti in alluminio.

La versione Targa risale al 1995 mentre due anni più tardi è la volta del restyling che porta in dote un propulsore più grande (3.2) e più prestante (280 CV). La supercar del Sol Levante abbandona i listini italiani nel 2001 e per questo motivo da noi non arriverà mai il secondo lifting privo dei fari a scomparsa.

Omaggio a Carlos Sainz

La Toyota Celica Limited Edition è una versione speciale della coupé giapponese a trazione integrale – dotata di un motore 2.0 turbo da 208 CV - creata per celebrare Carlos Sainz.

Il pilota spagnolo – già campione del mondo rally con la Toyota Celica (la ST165, però) nel 1990, si aggiudicherà il secondo e ultimo titolo iridato proprio con la variante stradale di questo modello due anni dopo.

Il miglior Wankel di sempre

L’ultima Mazda RX-7 rappresenta ancora oggi la massima evoluzione raggiunta dal motore rotativo Wankel: la terza serie della supercar di Hiroshima ospita sotto il cofano un propulsore 1.3 biturbo da 239 CV composto da due rotori da 654 cc e da due turbocompressori sequenziali (il primo interviene a 1.800 giri, il secondo a 4.000).

Il risultato? Prestazioni eccellenti (5,3 secondi sullo “0-100”), un comportamento stradale eccellente e consumi altissimi. In Italia resta in commercio fino al 1996.

SUV fuori dal coro

La Suzuki X-90 è senza ombra di dubbio la SUV più originale di sempre: derivata dalla prima serie della Vitara, è in realtà un’auto completamente diversa.

Due posti secchi, coda sporgente impreziosita da un vistoso spoiler, trazione posteriore o integrale e un tetto removibile tipo Targa. Il motore? Un 1.6 da 97 CV.

Completamente premium

La seconda e ultima serie della Lexus SC (l’unica venduta in Italia) dimostra al mondo che la Casa “premium” del Gruppo Toyota non sa solo costruire auto eleganti e tecnologicamente all’avanguardia ma anche belle e sportive.

La coupé/cabriolet nipponica – dotata di un tetto in metallo apribile in 25 secondi – ospita sotto il cofano lo stesso prestigioso motore 4.3 V8 dell’ammiraglia LS con 292 CV di potenza. Una vettura raffinata che non disdegna le corse: campionato Super GT Piloti e Costruttori nel 2006 e titolo team nel 2008.

La regina dei rally

La Subaru Impreza WRX Sti prodotta dal 2003 al 2005 è molto probabilmente la versione più iconica della regina dei rally: la versione stradale dell’ultima auto delle Pleiadi capace di aggiudicarsi il Mondiale WRC (nel 2003) con il norvegese Petter Solberg monta un motore 2.0 boxer turbo da 265 CV.

Il primo restyling della seconda serie della Impreza è anche quello esteticamente più riuscito: più tradizionale della variante coi fari tondi pre-lifting e più aggressivo del secondo “remake” del 2006.

Come dimenticare poi l'Impreza prima generazione più esclusiva di sempre (foto in vetrina): la 22B STi del 1998 creata per celebrare l'ultimo titolo iridato Costruttori della Casa nipponica. Due porte anziché quattro, 424 esemplari costruiti e un motore 2.2 boxer

L’ultima kei-car

La Daihatsu Copen è stata la seconda - e ultima - kei-car ufficialmente importata in Italia (la prima fu la Subaru Vivio): una SLK in miniatura con tetto in metallo e trazione anteriore che debutta in Italia nel 2004 con un’esclusiva variante (solo 25 esemplari) con guida a destra e un motore turbo da 660 cc e 68 CV.

Più “normale” (e meno rara), la versione con guida a sinistra del 2006: spoiler posteriore e un propulsore 1.3 da 87 CV.

Eredità racing

La Mitsubishi Lancer Evo IX, a differenza della Subaru Impreza Sti precedentemente analizzata, non ha un palmarès sportivo (l’ultima vettura dei tre diamanti iridata nei rally fu la VI nel 1999, foto in vetrina) ma resta un puro oggetto di piacere per gli amanti della guida racing.

Nel nostro Paese la berlina a trazione integrale nipponica – dotata di un motore 2.0 turbo da 280 CV con sistema elettronico di alzata delle valvole MIVEC - viene venduta esclusivamente nell’allestimento lussuoso GSR con climatizzatore automatico, controllo attivo dell’imbardata e tetto in alluminio