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Stories

Fiat Tipo: la storia dell’utilitaria e i modelli iconici

di Francesco Neri
10-Dic-2021

La Fiat Tipo ha scritto un capitolo importante nella storia dell’automobilismo italiano. Dopo la 500 negli anni ’60 e la Panda in quelli ’70 e ’80, serviva una compatta che sostituisse la Ritmo e che potesse competere con le rivali del segmento C: Lancia Delta, Ford Escort, Opel Kadett e Renault 19. Così nel 1987cominciò a prendere forma il progetto interno Tipo Due, che indicava una collocazione precisa tra un’auto Tipo Uno (la Fiat Uno) e Tipo Tre (la Tempra). Il debutto avvenne nel 1988 e l’anno successivo la Tipo vinse il premio come auto dell’anno.

Da quel lontano ’88 al ’95 ne furono venduti quasi due milioni di esemplari, mentre il suo telaio modulare fu utilizzato anche per altre vetture del Gruppo tra cui le Alfa Romeo 155 e GTV. I modelli che l’hanno sostituita, la Fiat Bravo e la Brava, non hanno avuto lo stesso successo e lo stesso appeal. Per questo motivo la Tipo è stata considerata da molti l’ultima grande compatta di casa Fiat, prima del suo ritorno nel 2015.

Carattere e praticità

Che cosa rendeva questa compatta squadrata così speciale? Oltre ad avere un design pulito e delle ampie vetrature, una linea moderna e quasi arrotondata per l’epoca (il montante anteriore curvava senza fare angolo), era anche un’auto pratica e incredibilmente spaziosa per il suo segmento. Il bagagliaio era di 350 litri mentre l’abitabilità posteriore e l’ariosità dell’abitacolo erano ai vertici della categoria.

La carrozzeria, per la prima volta su una Fiat, era zincata, una soluzione che permetteva di prevenire la ruggine e l’usura;

mentre il portellone posteriore in vetroresina era molto leggero e poteva essere piegato per ottenere quella curvatura particolare.

La Tipo si distingueva anche per i suoi interni di qualità davvero alta e per il design molto personale e differente da quello delle concorrenti. Al lancio gli allestimenti disponibili erano già completi: la “Base” vantava il lunotto termico, i tergicristalli a quattro velocità, la predisposizione per l’audio, e gruppi ottici alogeni, il meglio disponibile per l’epoca.

La versione più accessoriata DGT (digit, per “digitale”) disponeva di una moderna strumentazione digitale con schermo a cristalli liquidi con tanto di regolazione della luminosità, e pannello di controllo.

Oltre a questo, l’allestimento prevedeva finestrini elettrici, chiusura centralizzata, rivestimento in velluto per i sedili, paraurti in tinta con la carrozzeria, e frecce anteriori bianche.

Versioni e motorizzazioni

Al lancio la Fiat Tipo contava tre motorizzazioni benzina e due diesel (aspirato e turbo). Le tre benzina erano 1,1, 1,4 e 1,6 litri, da 56, 76 e 90 Cv; le due diesel erano 1,7 e 1,9 (turbo diesel) da, rispettivamente, 58 e 90 Cv. Quest’ultima, la T.ds, era considerata la più sportiva della gamma, grazie anche agli 86 Cv di potenza, al suo look grintoso con fendinebbia, con i paraurti in tinta, e all’ABS a quattro canali venduto come optional. Con l’arrivo della versione 1.8 i.e. (iniezione elettronica multipoint) da 136 Cv la T.ds fu scalzata. La “milleotto” i.e era una vera bomba per l’epoca, capace di raggiungere i 204 km/h e di scattare da 0 a 100 km/h in 8,5 secondi. Vantava gomme da 185/60 con cerchi da 16” e interni sportivi con sedili profilati.

Risalgono al 1990 la 1.8 i.e. a 8 valvole (con 110 Cv di potenza) e la 2.0 i.e. (sempre otto valvole) da 113 Cv. Lo stesso anno della 1.9 diesel da 65 Cv, della Tipo Selecta dotata  di cambio automatico CVT a variazione continua, e delle versioni Granturismo caratterizzate da un aspetto più sportivo.

Arrivò in seguito anche la versione AGT, ovvero una DGT con strumentazione analogica per chi non gradiva la strumentazione digitale ma desiderava una dotazione più completa.

Fiat Tipo Sedicivalvole 2.0 i.e. 16V

Nel 1991 fu prodotta la Fiat Tipo Sedicivalvole 2.0 i.e. 16V, la più sportiva mai costruita. Erogava 145 Cv a 6.250 giri e una coppia di 173 Nm, lo scatto da 0 a 100 km/h avveniva in 8 secondi netti e la velocità massima era di 210 km/h. Montava un cambio a 5 rapporti e degli pneumatici da 195/50 R15 con dischi autoventilati da 285 mm all’anteriore e solidi da 240 mm al posteriore. Con un peso di 1.180 kg, raggiungeva un rapporto peso-potenza di 9,1 kg/Cv.

La seconda serie del 1993

Con l’introduzione delle norme anti-inquinamento Euro 1 la Tipo fu aggiornata. Nel 1993 nacque dunque la seconda serie, dal look più morbido definito da fari anteriori più rotondi e sottili, un logo Fiat più piccolo sulla griglia anteriore, e una presa d’aria sul paraurti. Dentro vennero rinnovati la plancia e i pannelli porta (gli stessi della Fiat Tempra) e introdotti nuovi allestimenti.

Nella seconda serie aumentò anche la sicurezza: furono montate delle barre di rinforzo all’interno delle portiere, adottati montanti anteriori e centrali più resistenti, e infine montati dei rinforzi nei longheroni sottoporta e nella paratia tra vano motore e abitacolo.

Il volante fu sostituito da uno nuovo a quattro razze in materiale più morbido e capace di assorbire con più efficacia gli urti.  Vennero introdotti anche degli optional (di serie per alcuni allestimenti): airbag, pretensionatori delle cinture, ABS, e quattro freni a disco. Fu prodotta anche una versione 3 porte (la prima serie era solo a 5 porte) dal look più sportivo, caratterizzata da cornici del finestrino in nero lucido e da alzacristalli elettrici di serie.

L’ultimo ritocco alla Fiat Tipo venne fatto nel 1994, con un allestimento più ricco di dotazioni di sicurezza denominato HSD (High Safety Drive). Prevedeva l’ABS a quattro canali, l’airbag al lato guida, i pretensionatori delle cinture, i poggiatesta anteriori, e il correttore dell’assetto dei fari.