Nella lunga e affollata gamma SUV di Casa Land Rover potrebbe risultare difficile avere una visione chiara del ruolo che ogni modello ricopre. Troviamo la classica Range Rover, la variante Sport, la più stradale Velar, la fuoristradista per eccellenza Defender (anche se recentemente “suvvizzata”), e la piccola Discovery Sport.
E infine c’è lei, la Land Rover Discovery, la sorella più concreta, spaziosa e anche low profile della più estroversa Range Rover.
La Discovery non ha nulla da invidiare in termine di contenuti alla più lussuosa Range: in fuoristrada se la cava alla grande, ha spazio da vendere (c’è anche a sette posti) e vi fa viaggiare come su un tappeto (forse salotto) volante.
The understatement Land
Sono sempre stato un fan della Discovery, del suo abito discreto ma non per questo meno elegante di quello della regale Range Rover. Il suo peculiare tetto “a mansarda” e la sua sagoma palazziforme la rendono imponente e originale, così come il suo enorme posteriore asimmetrico capace di farsi amare e odiare allo stesso tempo.
È più lunga della Range Rover Sport (4,97 metri contro 4,88) e ha un bagagliaio mostruoso, con una capacità di carico che va da 1.137 litri (nella configurazione a 5 posti senza abbattere alcun sedile) a 2.500 litri. Infine, la possibilità di avere sette posti la pone decisamente come la più spaziosa e versatile della gamma.
La versione che abbiamo provato è la pre-restyling 2020, l’ultima dotata del motore V6 diesel, che lascerà spazio al 6 in linea mild-hybrid, più efficiente ma con un po’ di coppia in meno.
Questo V6 però è ancora un gioiello: con 306 Cv e ben 700 Nm di coppia, è in grado di lanciare in 7,5 secondi da 0 a 100 km/h i 2.300 kg della Discovery, e di trainare fino a 3.500 kg. Impressionante.
Il salotto interno vi coccola anche nella versione “base” del modello che abbiamo provato.
I sedili sono in tela e la strumentazione è analogica, ma la pelle non manca e l’impressione è quella che ci si aspetta da un’auto da 70.000 euro.
L’abitacolo ha un design pulito e sobrio, ricco di portaoggetti e vani utili, mentre lo spazio per i passeggeri posteriori (nella versione a 5 posti) è da limousine.
Non stupirà con effetti speciali, ma è “calda” e moderna allo stesso tempo. C’è tutto quello che serve?: i sistemi di assistenza alla guida (cruise control, frenata automatica, mantenimento della corsia), le sospensioni pneumatiche adattive e un sistema multimediale chiaro e fruibile (migliorato ulteriormente con il recente restyling). Certo, il portellone automatico e la chiave elettronica sono optional, e anche nelle versioni più accessoriate mancano sempre dei lussi che, su auto di questo tipo, daremmo per scontati.
Fuoristrada da strada
Non abbiamo provato il nuovo sei cilindri in linea, ma possiamo assicurarvi che questo 3.0 litri V6 twin-turbo è un vero portento. Basta accarezzare l’acceleratore per ottenere ondate di coppia che spostano la Discovery con una facilità spiazzante.
I 700 Nm si sentono tutti, e non importa in quale marcia siate, lei riprende e guadagna velocità con forza e disinvoltura, con un’erogazione così cremosa e vellutata in grado di appagare buona parte dei vostri sensi.
Non è un’accelerazione violenta, intendiamoci, ma la sensazione è quella di avere un motore navale che lavora al minimo e che anche a tavoletta non compie il minimo sforza. Anche il cambio ZF a 8 rapporti ha i suoi meriti: è dolce, rapido, ma soprattutto intelligente e mai fuori tempo. I cerchi da 19”, davvero piccoli per quest’auto, non saranno appariscenti e maestosi come quelli da 20” o da 22”, ma con la loro spalla rialzata trasformano le buche e le asperità marcate dell’asfalto in mucchietti di polvere.
Non si sente il bisogno della spalla alta, visto che le sospensioni pneumatiche rendono il manto stradale un fiume di burro fuso, ma un ulteriore cuscinetto è sempre ben gradito.
In curva il discorso cambia. Il telaio è in alluminio, così come buona parte della carrozzeria, ma se vi aspettate un handling da SUV sportiva tedesca allora rimarrete delusi. Per quanto sia alta, pesante e comoda, però, bisogna ammettere che la Discovery non va affatto male. Il rollio c’è ma non è troppo marcato, mentre lo sterzo è poco diretto ma comunque lineare e piacevole.
In poche parole: non vi fa venire voglia di aggredire una strada piena di curve, ma sa tenere un ritmo decente senza soffrire.
È una gran viaggiatrice, comoda e silenziosissima.
Fuoristrada ci sa andare, e anche bene. Il DNA Land Rover non viene tradito, e di serie c’è la trazione integrale All Terrain con le ridotte, le sospensioni pneumatiche che alzano l’auto (sa affrontare i guadi fino a 90 cm) o la abbassano per caricare i bagagli. Per gli amanti dell’off-road: l’altezza minima varia da 24 cm a 36 cm con le molle ad aria, con angoli di attacco e di uscita di 34 e 30° e un angolo di dosso di 27,5°.
Verdetto
La Land Rover Discovery offre gli stessi contenuti di una Range Rover Sport - a un prezzo sensibilmente inferiore - ma mantiene un profilo più basso e discreto. È la più spaziosa e “morbida” della gamma e per questo sacrifica un po’ di dinamica di guida in favore di un comfort maggiore ad andature tranquille. La versione SDV6 base è concreta e un po’ spoglia di lussi, ma sa comunque coccolarvi con un abitacolo accogliente e curato. Sontuoso “l’ultimo V6”, che lascia spazio a un 6 in linea mild-hybrid più efficiente ma meno ricco di coppia.
Il prezzo della Discovery
La Land Rover Discovery 3.0D SDV6 costa 71.000 euro, 74.901 la versione della nostra prova che vanta la chiave keyless e il portellone automatico con apertura “hands free”. Costa circa 15.000 euro in meno rispetto ad un a Range Rover Sport di pari motore e allestimento. I consumi si attestano sui 9-10 km/l, in percorsi extraurbani e con una guida attenta anche 14-15 km/l.