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Stories

Le Regine del campionato FIA GT: nate per correre

di Francesco Neri
30-Nov-2020

Gli appassionati di motorsport ricordano il FIAT GT come il periodo d’oro delle corse, e, forse, lo è stato davvero. Le auto più esotiche e costose si facevano la guerra sui circuiti migliori del mondo: ogni costruttore voleva partecipare, da Porsche e Ferrari fino ai più sconosciuti Venturi e Marcos.

Il campionato FIA GT seguiva una semplice regola: per potervi partecipare, ogni vettura da competizione doveva vantare almeno 25 esemplari stradali, e questo ha dato vita alla realizzazione di auto semplicemente sensazionali, come la McLaren F1 GTR e la Ferrari F40 LM. Ma oltre a queste due leggende che tutti conosciamo, ce ne sono tante altre speciali, che hanno avuto più o meno sfortuna in questo campionato, ma che si sono conquistate di diritto un posto nell’olimpo del motorsport.


Mercedes CLK GTR

La Mercedes CLK GTR è un’icona dell’automobilismo, una leggenda di Le Mans e un’incredibile oggetto di design. Sembra una berlina Mercedes ma con un’armatura da guerra: le sue proporzioni da prototipo da corsa integrano pochi, selezionati dettagli di una CLK stradale.

È una delle supercar più esotiche di sempre, figlia di un’epoca d’oro delle auto sportive.

La GTR è anche un prodotto del regolamento sportivo GT1, ed è stata prodotta in soli 25 esemplari stradali esclusivamente per essere omologata come auto da corsa.

La macchina da corsa

La versione da competizione è davvero vicina a quella stradale: giusto gli adesivi, le gomme slick e qualche orpello aerodinamico più pronunciato la rendono adatta alla pista; ma, d’altronde, è un’auto nata per le corse.
Sotto il cofano della CLK GTR preparata troviamo un motore 6,0 litri (imposto dal regolamento GT1) da circa 600 Cv di potenza, abbinato a un cambio sequenziale. Tra il 1997 e il 1998 la Mercedes GLK GTR ottiene due titoli costruttori e due titoli piloti, vincendo 8 gare su 13 disputate.

Road legal

La GTR porta la sigla CLK solo per questioni di marketing, le sue dimensioni, infatti, sono da astronave: quasi due metri di larghezza, 4,9 di lunghezza e appena 1,2 metri di altezza. I primi esemplari montano un V12 aspirato 6,9 litri posizionato centralmente, che cresce a 7,3 litri in quelli più nuovi. Il suono del dodici cilindri euro zero è così puro e melodico da rappresentare un’opera d’arte meccanica.

La versione 6.9 litri produce la bellezza di 631 CV a 6.800 giri e 775 Nm a 5.250 giri, che diventano 664 Cv per le versioni 7,3 litri (ma con una curva di potenza diversa). La CLK GTR passa da 0 a 100 km/h in 3,8 secondi e raggiunge i 200 km/h da ferma in 9,8 secondi, un tempo mostruoso per l’epoca. La velocità massima è di 320 km/h.

Impressionante la gommatura dell’auto, che misura ben 295/35 R18 davanti, e 345/35/18 dietro, con dischi dei freni da 380 mm all’anteriore e 355 mm al posteriore.



La Mercedes GLK GTR stradale però è anche dotata di comfort che la rendono un po’ più vivibile (e più docile), tra cui ABS, servosterzo, interni in pelle, impianto stereo con lettore CD e climatizzatore. Il cambio, invece, è un manuale a sei rapporti.

Porsche GT1

Proprio come la Mercedes CLK GTR, la Porsche 911 GT1 è nata per correre (e per vincere). In effetti, il campionato FIA GT ci ha regalato alcune delle auto più incredibili dell’era moderna. La GT1, come la 959, la Carrera GT e la più recente 918 Spyder, merita un posto nell’Olimpo Porsche, ed è di gran lunga la più rara. Sempre a causa del numero minimo di esemplari previsto dal regolamento FIA, ne vennero costruiti appena sette della versione 993 e 25 della versione EVO.

Auto da corsa omologata

La 911 GT1 è un’auto immensa, molto più di quanto appaia in foto: è lunga 4,7 metri, larga 2, alta appena 1,2.

Nonostante la misure XL, la GT1 pesa solo 1.150 Kg, più o meno quanto una Ford Fiesta.
 

Sotto il cofano nasconde 6 cilindri boxer da 3,2 litri da 544 Cv, che diventano 600 Cv nella variante da competizione. Le prestazioni della stradale erano incredibili all’epoca e lo sono tutt’ora: 0 a 100 km/h in 3,5 secondi e 310 km/h di velocità massima, autolimitati elettricamente per non compromettere la sicurezza.

Strada e sport

Come le altre vetture della classe, la GT1 nasce per correre e viene omologata a causa del regolamento come auto stradale, di conseguenza le specifiche tecniche sono estremamente votate all’utilizzo sportivo. Il telaio della GT1 è una fusione della piattaforma della Porsche 993 stradale e di una sezione tubolare, mentre il motore 3,2 litri raffreddato ad acqua, (diversamente da quello della 993, raffreddato ad aria) è montato centralmente anziché a sbalzo e dispone di due turbine.

La potenza della versione da corsa è di 600 Cv a 7.000 giri, mentre il peso a secco è di 1.050 kg, solo 100 kg in meno rispetto alla versione stradale. Le sospensioni sono a doppi triangoli di tipo push-road, la carrozzeria è in fibra di carbonio. La velocità massima raggiunta in gara è di 320 km/h.

LISTER STORM

La poco conosciuta Lister Storm è un’altra creatura nata dai regolamenti del FIA GT.

La Casa britannica, fondata da George Lister nel 1954 a Cambridge, divenne famosa in seguito nell’ambiente del motorsport. Alla fine degli Anni Ottanta venne venduta però a Laurence Pearce che, dopo aver costruito delle varianti della Jaguar XJS, si mise a produrre una nuova auto sportiva: la Storm. Inizialmente assemblò alcune Storm GTS da corsa: la prima vettura debuttò alla 24 Ore di Le Mans del 1995 nella classe GT1, ma per svariati problemi meccanici e mancanza di competitività, subì un’amara sconfitta.

Nel ’96, sempre a Le Mans, tagliò il traguardo ma con un divario tale da non incoraggiare ulteriori tentativi alla “gara delle gare”.

Lister decise così di desistere e di costruire qualche esemplare per uso stradale, vendendolo ad un prezzo di 450.000 sterline.

tempesta

Il nome “Storm” rende l’idea del suono metallico e diabolico che emette il V12 della Lister in piena accelerazione. Un V12 da 7,0 litri con 2 valvole per cilindro, basato sul motore della Jaguar XJR-12. Il motore è montato anteriormente (dietro l’asse anteriore), mentre la trazione è posteriore.
La versione stradale eroga 595 CV e 790 Nm di coppia, sufficienti a spingere i 1664 kg della Storm da 0 a 100 km/h in 4,1 secondi.

Il telaio monoscocca in alluminio ospita pannelli in fibra di carbonio che aumentano la rigidità e diminuiscono il peso. L’impianto frenante Brembo è privo di ABS, ma il controllo di trazione tiene a bada la cavalleria. Le sospensioni sono a doppi bracci trasversali sia davanti che dietro.

Pare che solamente tre Lister Storm stradali siano in circolazione oggi, il che le rende delle supercar estremamente rare e affascinanti.


Porsche Dauer 962 stradale

No, la Porsche Dauer 962 non correva nel FIA GT, ed è l'unica eccezione presente in questo gruppo. Ma è anche uno dei pochi prototipi da corsa ad essere stata resa stradale, quindi si merita un posto in questa lista.  Per chi non la conoscesse, la Porsche 962 è un prototipo da corsa dei primi anni ’90 che correva nel gruppo C, una delle classi del motorsport più folli e sensazionali di sempre, con auto che raggiungevano e superavano i 1.000 Cv di potenza.

Nel 1993 John Dauer cominciò a costruire delle versioni stradali con il supporto di Porsche, cercando di rendere il più civile possibile il comportamento dell’auto da competizione.

Non si sa con esattezza quanti esemplari siano stati costruiti, ma non dovrebbero essere più di dieci.

Prototipo per tutti i giorni

Larga due metri, lunga 4,7 e alta 1,1, la 962 ha delle proporzioni sconosciute a qualsiasi auto stradale. Il telaio in fibra di carbonio è quello delle vetture da corsa che Dauer acquistò dagli esemplari inutilizzati, così come la carrozzeria in Kevlar e le sospensioni push-road a doppi triangoli sovrapposti. L’auto è dotata di un sistema pneumatico che permette di alzarne il muso di qualche millimetro per poter affrontare i dossi.

L’abitacolo raccolto e pensato per un solo pilota è stato reso quanto più possibile vivibile: le portiere a forbice sono state rese più facili da aprire con l’aggiunta di un pompetta pneumatica, gli interni sono stati resi più “stradali”: rivestimenti pregiati, sedili imbottiti e climatizzatore.

Motore e prestazioni

Quello che rimane - quasi - invariato rispetto alla vettura da competizione è il motore 6 cilindri boxer 3,0 litri montato in posizione centrale. Dotato di un doppio albero a camme in testa per bancata, di un di impianto di iniezione elettronica Bosch e soprattutto di due turbine KKK, è capace di erogare 730 Cv a 7.600 giri/min e 700 Nm di coppia a 5.000 giri/min. Le ruote posteriori da 285/40Z R18 hanno il compito di mettere a terra la potenza, mentre la trasmissione è manuale a 5 rapporti. L’impianto frenante Brembo a 4 pistonicini è dotato di ABS e vanta dischi anteriori da 330 mm.



Con un peso di soli 1.080 kg a secco, l’auto scatta da 0-100 km/h in 2,8 secondi e tocca i 402 km/h di velocità massima (grazie a un carico aerodinamico inferiore del 40% rispetto alla vettura da corsa).

Lotus Elise GT1

La Lotus Elise GT1 fa paura solo a guardarla. È così muscolosa e straripante che sembra la trasformazione in Hulk della piccola spider inglese. Niente di più vero. Costruita anch’essa in versione stradale per poter partecipare al campionato FIA GT,

la “GT One” è basata sul telaio in alluminio della versione di serie; tutto il resto (sospensioni, aerodinamica, motore, freni) sono stati sostituiti.

Due le versioni da competizione realizzate: la Lotus Elise GT1 Chevrolet LT5 e la Type 918.      

Lotus e steroidi

Entrambe, nonostante le carreggiate e il passo allargati, pesavano meno di 1000 kg. La prima montava un motore V8 Corvette aspirato di ben 6.0 litri di cilindrata da 616 Cv, mentre la Type 918 montava il V8 3.5 biturbo della sorella maggiore Esprit da 560 Cv e 726 Nm di coppia a 3.600 giri.



Sebbene la versione 6.0 litri fosse in assoluto più potente, la versione V8 biturbo spingeva così tanto e con un’erogazione così violenta da risultare molto più impegnativa da guidare. La versione stradale montava lo stesso V8 3.5 biturbo, ma con una potenza più umana di “soli” 350 Cv a 6.500 giri e 400 Nm di coppia a 4.250 giri.

Gli pneumatici anteriori erano di 275/35 ZR 18 mentre quelli posteriori da 345/35 Z R18 al posteriore. Con un peso in ordine di marcia di appena 1050 kg, la GT1 passa da 0 a 100 km/h in 3,8 secondi e tocca i 320 km/h. Pare che in Inghilterra un esemplare da corsa di Lotus GT1 (ex competizione) sia stato omologato per utilizzo stradale.