Le auto sportive iconiche che hanno una storia trentennale si contano sulle dita di una mano. Tra queste ci sono sicuramente la Porsche 911, la Volkswagen Golf GTI e la BMW M3. La ”emmetre” è un’auto amata e desiderata da ogni smanettone che si rispetti. La sua ricetta è così efficace da risultare vincente anche dopo 35 anni: carrozzeria berlina, trazione posteriore, motore potente, e un vestito sportivo ma non arrogante che non sfigura al Nurburgring come in Costa Azzurra.
Nel corso delle generazioni ha avuto motori a 4, 6 e 8 cilindri, è stata regina delle competizioni e presenza fissa negli autodromi di tutto il mondo, ma, soprattutto,
è stata il punto di riferimento per le berline sportive di tutto il mondo per decadi.
Vediamo insieme tutte le generazioni della BMW M3.
La prima M3 E30
La prima BMW M3 è nata nel 1986 sulla base della Serie 3 E30. Il motore era lo stesso quattro cilindri in linea 2.0 della 320is, modificato poi dalla divisione Motorsport “M” le portato a 2.3 litri e 4 valvole per cilindro. Dai 170 Cv del 2.0 litri si passò così a 195 Cv erogati a 6.750 giri, 200 Cv nella versione non catalizzata. Le prestazioni erano entusiasmanti per l’epoca: la M3 scattava da 0 a 100 km/h in 6,9 secondi e toccava i 235 km/h di velocità massima.
L’impianto frenante era dotato di 4 dischi autoventilati e ABS, mentre sospensioni, cambio e scatole dello sterzo vennero adattate a un uso più sportivo.
Esteticamente era un’auto davvero speciale, di una sportività elegante.
Muscoli tesi ma non rigonfi, uno spoiler posteriore accentuato, cerchi in lega dal design magnifico, prese d’aria maggiorate e interni raffinati. La prima BMW M3 “Evolution” era ben più muscolosa: la potenza del quattro cilindri aumentò a 215 Cv mentre la carrozzeria venne modificata con sedili più leggeri e corsaioli, finestrini più sottili, uno splitter anteriore più grande e un alettone posteriore efficace.
La BMW M3 Evolution 3, grazie al motore portato alla cilindrata di 2.467 cc e ad altre modifiche, produceva 238 Cv a 7.000 giri. Scattava da 0 a 100 km/h in 6,1 secondi e toccava i 250 km/h. La versione Sport Evolution era anche dotata di uno splitter anteriore regolabile, di prese d’aria supplementari (montate al posto dei fendinebbia) e di un alettone posteriore maggiorato.
LA BMW M3 E36
La BMW M3 E36 arrivò nel 1993 e fu un cambiamento enorme. Da qualcuno considerata come il brutto anatroccolo delle M3, oggi sprizza fascino e stile Anni Novanta da tutti i pori. Rispetto alla E30, la E36 era più grande, più sobria e meno muscolosa, almeno esteticamente. Rispetto alla Serie 3 standard si differenziava solo per i cerchi da 17” dedicati, per il paraurti ridisegnato e per le prese d’aria dell’impianto frenante. Sotto il cofano però la M3 E36 nascondeva un gioiello che è diventato il simbolo di BMW: il sei cilindri in linea 3.0 litri. Erogava 286 Cv a 7000 giri/min e 320 Nm di coppia a 3600 giri, ed era abbinato ad un cambio manuale a 5 rapporti e a un differenziale autobloccante al 25%.
La distribuzione, oltre al doppio albero a camme in testa, disponeva anche un variatore di fase a controllo totalmente elettronico “Vanos”. La BMW M3 era anche parecchio più veloce della E30: passava da 0 a 100 km/h in 5,7 secondi e raggiungeva i 250 km/h di velocità massima. Nel 1995 il motore 3.0 litri della M3 venne sostituito dal sei cilindri S50B32 3.2 litri da 321 Cv, che superò la soglia dei 100 Cv/litro (tradizione che ha poi mantenuto fino ad oggi). Nel ’97 viene introdotto anche (optional) il cambio automatico robotizzato SMG a 6 rapporti: la M3 fu la prima auto stradale ad utilizzarlo, e negli anni successivi fu adottato anche da Ferrari, Lamborghini e da altre auto sportive.
BMW M3 E46
La BMW E46 è stata presentata nel 2000, e oltre a essere considerata dagli appassionati la migliore M3 di sempre, è stata anche la M3 che ho sognato durante la mia età adolescenziale. Più muscolosa della E36, con con quei parafanghi bombati, i cerchi da 18” multirazza (volendo c’erano anche i 19”) e i quattro terminali di scarico, era favolosa anche da ferma.
La tinta giallo-oro è forse la più iconica, ma anche grigia metallizzata con le targhette “M” sulla presa d’aria laterale e sul posteriore faceva la sua bella figura. E poi il motore: il sei cilindri in linea della E46 era cresciuto a 3.2 litri (3250 cc per essere pignoli), erogava 343 Cv a 7.900 giri e 365 Nm di coppia 4.900 giri.
Il suono del sei cilindri quando viaggiava a quota 8.000 giri era così metallico e selvaggio da penetrare le orecchie, la pelle e lo stomaco.
Questo grazie al doppio variatore di fase (doppio Vanos) per l’aspirazione e per lo scarico. Scattava da 0 a 100 km/h in 5,2 secondi, mentre la velocità massima era sempre limitata a 250 km/h. Al contrario della E36, la E46 fu costruita solo in versione coupé e cabriolet,
BMW M3 E90, 92 93
La BMW M3 del 2007, siglata E90, E92 e E93 nelle versioni berlina, coupé e cabriolet,
verrà ricordata per sempre per essere la “M3 V8”.
Scompare infatti il sei cilindri in linea in favore di un 4,0 litri otto cilindri a V da 420 Cv a 8.000 giri e 400 Nm di coppia a 3.900 giri/min. Il motore derivava dal V10 della M5, da cui ereditava soluzioni tecnologiche utilizzate in quel periodo in Formula 1, come la farfalla gestita elettronicamente per ogni cilindro (cosa rara per un motore di serie).
Il motore, nonostante i due cilindri in più e la cilindrata maggiore, pesava 15 kg in meno rispetto al sei cilindri della E46, ma l’auto nel complesso pesava 1.655 kg contro i 1.450 della E46. La E90 è stata anche la prima BMW M3 a montare un cambio automatico doppia frizione (optional al posto del manuale a 6 rapporti), che le consentiva di scattare da 0 a 100 km/h in 4,6 secondi (contro i 4,8 del manuale). Il suo look sportivo e filante la rende una M3 unica e in qualche modo atipica, ma senza dubbio affascinante ancora oggi. D’altronde, come si fa a non amare una berlina con un motore V8?
BMW M3 F80
Dopo gli spensierati anni 2000, dove i motori erano sempre più grossi (la BMW M5 era V10, l’Audi RS6 pure e la Golf R era V6) e le emissioni non erano ancora - considerate - un problema, arrivano gli anni dieci del 2000 e la parola downsizing.
La BMW F80 è stata presentata nel 2014, e per la prima volta la versione coupé viene chiamata BMW M4 (sigla F82) per via della nuova nomenclatura della Casa tedesca. Il troppo grosso e troppo plurifrazionato V8 viene sostituito da un più moderno ed efficiente sei cilindri il linea biturbo 3.0 litri (con lubrificazione a carter secco) da 421 Cv e ben 550 Nm di coppia erogati tra i 1.850 e i 5.500 giri. Il peso minore dell’auto e il motore Euro 6 consentono alla M3 F80 di consumare il 25% in meno rispetto alla M3 della quarta generazione.
Il motore turbo non è stato subito ben accolto, ma vista la standardizzazione della sovralimentazione su quasi tutte le auto sportive in commercio, ci si è abituati anche a questo.
Certo, le prestazioni sono le migliori di sempre: l’accelerazione da 0 a 100 km/h avviene in 4,1 secondi nella versione automatica DKG e in 4,3 secondi con il manuale. Il tetto in fibra d carbonio, l’ampio uso di alluminio e la cura maniacale per la diminuzione del peso hanno consentito alla M3 F80 di perdere quasi 65 kg di peso rispetto alla generazione precedente, fermando l’ago della bilancia a 1595 kg.
Insomma, la BMW M3 F80 sulla carta è la migliore: è la più potente, la più veloce e la più comoda come auto da tutti i giorni. Questo non basta però a convincere i migliaia di appassionati che spesso ricordano malinconici i “sei in linea” aspirati e gli anni ’90. Ma magari il meglio deve ancora venire.