Bob Wallace si è spento all'età di 73 anni nel 2013. Un vero mito tra i collaudatori, un uomo dal metodo di lavoro scrupoloso, e che ha contribuito alla creazione e alla messa a punto di auto incredibili. Wallace, ex pilota di origini neozelandesi, costruì la sua carriera professionale nelle Casa automobilistiche più illustri del pianeta.
La prima parte della sua corriera si svolse in pista, con le vetture da corsa. Wallace era un buon pilota, ma era ancora più bravo a capire la meccanica dell’auto, ed era in grado di tirare fuori il massimo del potenziale dalla messa a punto.
Nel 1960 lasciò la Nuova Zelanda per iniziare un nuovo lavoro alla Lotus. Il suo talento si notò subito, e solo pochi mesi dopo il suo trasferimento, Guerino Bertocchi (pilota e collaudatore Maserati) lo invitò a lavorare nel suo team per collaudare una versione ultraleggere di una Corvette e delle Maserati Birdcage. Lo stesso anno cominciò a lavorare anche con la scuderia Serenissima (che si occupava di preparare le auto di Formula Uno) e mise mano alle leggendarie Ferrari 250 GTO e 250 TR 61 Spyder Fantuzzi.
Questo lavoro gli consentì di mettere piede nell’universo Ferrari, e alla fine del 1960 divenne capo meccanico della Scuderia F1, facendo vincere il campionato a Phil Hill. Ma non finisce qui: le Maserati curate da Wallace (ricopriva il ruolo di capo meccanico) dominarono al Nurburgring nel 1960 a nel ’61.
Nel 1963 Ferrari gli fece un’offerta per restare a lavorare nella Scuderia F1, ma Bob era più interessato ad un’altra proposta, quella di una nuova Casa automobilistica nascente, con sede a Sant’Agata Bolognese.
Il collaudatore Lamborghini
La Fabbrica Lamborghini venne inaugurata nel 1963, e Ferruccio era già in possesso delle migliori tecnologie (e i migliori macchinari) per costruire e progettare vetture GT. Wallace fu uno dei primi dipendenti, e cominciò con il ruolo di meccanico o, come preferiva definirsi, "trouble-shooter". Quando Ferruccio lanciò la 350 GT, Wallace partecipò al collaudo dei primi esemplari, controllandoli uno per uno minuziosamente. Aiutò anche l’ingegnere Giotto Bizzarrini a costruire un motore V12 adatto alla vettura. Visto il suo talento, ben presto ricoprì il ruolo di capo collaudatore ufficiale, e cominciò a sviluppare i prototipi, individuando e risolvendo i problemi delle vetture.
Wallace era meticoloso nel suo lavoro: controllava ogni vettura con scrupolo e attenzione maniacale; e prima di dare l'autorizzazione alla pre-produzione percorreva moltissimi chilometri ad alta velocità a bordo dei prototipi, anche di notte, così da assicurarsi che le vetture non fossero delle trappole mortali e che fossero in grado di percorrere almeno 100.000 km.
Finiti i collaudi iniziali, Wallace si concentrava poi sui test delle vetture in pre-produzione. Cominciava i test alle 5.30 del mattino e terminava alle 15: i test consistevano nello spingere al limite le auto in autostrada, su percorsi tortuosi (come quello della Mille Miglia) o in pista, a Misano e Varano.
Solo negli Anni Sessanta erano legali (o almeno, tollerabili) dei test del genere. Al termine della giornata Bob tornava poi in fabbrica per confrontarsi con il team e parlare dei problemi delle vetture.
Le auto di Wallace
La Carriera di Bob Wallace in Lamborghini durò più di un decennio. In quegli collaudò auto come la Lamborghini Miura P400, la Miura Jota, Miura SVJ, Urraco e Jarama. Wallace ebbe un ruolo fondamentale nella progettazione della Miura, e insieme a Gian Paolo Dallara a Paolo Stanzani creò una vettura all'avanguardia sulla ripartizione dei pesi (montava il motore al centro, trasversale). Di queste ultime due Wallace creò anche due vetture uniche, la Jarama “Bob”, e la Urraco rallye, una specie di versione hot road.
L’addio alla Lamborghini
Dopo che Dallara si allontanò da Lamborghini per occuparsi delle auto da corsa De Tomaso, La fabbrica perse parecchio del suo “smalto” e la crisi del 1973 diede il colpo finale al mercato delle supercar, mettendo in difficoltà l’azienda. Viste le cattive acque, Wallace decide di lasciare l’azienda che lo rese famoso per ritirarsi a vita privata negli Stati Uniti con la moglie. Si spostò a Phoenix, dove aprì un centro riparazioni di sportive esotiche, come Ferrari e Lamborghini. Nel 2013 Wallace venne invitato alla festa dei 50 anni di Lamborghini da Stephan Winkelmann, ma non poté partecipare all'evento a causa delle sue precarie condizioni di salute. A settembre dello stesso anno si spense.