La SUV è nata alla fine degli anni Novanta come mezzo di lusso, un mezzo che unisce l’aspetto di una fuoristrada e un telaio di derivazione automobilistico. Niente traverse e longheroni: solo ruote grandi e lisce (poco adatte all’off road), linea grintosa, e… status. La Mercedes ML è stata la prima, nel 1997, ad essere una SUV a tutti gli effetti; prima di allora quella che si avvicinava di più al concetto di Sport Utility era la Range Rover, che aveva - e ha tutt’ora - un’impronta molto fuoristradista.
Con la spinta di Mercedes sono subito arrivate BMW con la X5 nel 1999 e Porsche con la Cayenne nel 2003, e a seguire tutte le altre. All’inizio degli anni Duemila quella delle SUV sembrava una moda, una fase, un po’ come lo è stata quella delle station wagon negli anni Novanta e delle auto marroni nei Settanta.
Ma nel 2020, all’inizio della nuova decade, la SUV si conferma la colonna portante dell’industria automobilistica e trova declinazioni in ogni tipologia di dimensione, potenza e carrozzeria.
SUV a sette posti, SUV coupé, B-SUV, SUV cabrio (la Land Rover Range Rover Evoque), SUV sportive alleggerite (Cayenne GTS): la Sport Utility è diventata la base su cui declinare le auto della gamma. Ma se agli inizi del millennio la SUV era l’auto status e ora un’auto su due è una sport utility, che cosa bisogna acquistare per distinguersi?
Le super-SUV
Super-SUV è un termine ancora poco utilizzato, ma, di fatto, la tendenza dei brand di lusso è quella di “supercarizzare” le sport utility.
Potenze che superano i 600 Cv su auto da 2,2 tonnellate alte quanto un giocatore di basket sarebbero state inguidabili fino a pochi anni fa, ma, grazie alla tecnologia moderna, oggi queste auto si muovono come delle gazzelle.
Sto parlando della Lamborghini Urus, della Bentley Bentayga, della Aston Martin DBX (che uscirà nell’estate del 2020) e della Porsche Cayenne Turbo. Queste le regine. Ma basta scendere un poco (nemmeno troppo) di prezzo per trovare Maserati Levante, Mercedes GLE AMG, Audi RSQ8, BMW X5 M, Alfa Romeo Stelvio QV e un sacco di altri missili terra-terra da circa due tonnellate.
Queste auto offrono un pacchetto completissimo: sono lussuose, aggressive, potenti quanto delle supercar, e si guidano anche bene.
Gli ammortizzatori adattivi, le ruote posteriori sterzanti, i differenziali intelligenti e i freni in materiali compositi fanno miracoli quando si tratta di tenere in strada questi mostri; certo, una supercar è più leggera, ha un baricentro più basso, è più affilata, ma alla maggior parte dei clienti non interessa.
Il caso Urus
Se la Porsche Cayenne è stata la prima SUV di un brand che produce solo auto sportive, la Lamborghini Urus è stata a chiave di svolta verso territori più lussuosi ed estremi. Ha dimostrato al mondo che alla gente non interessa possedere una Lamborghini bassa, esotica e scomoda, ma interessa solo possedere una Lamborghini. Il fatto di poter acquistare una “Lambo” versatile ha inevitabilmente avvicinato una marea di nuovi acquirenti; pare infatti che il 70% dei proprietari di Urus non abbia mai posseduto una Lambo prima d’ora.
I numeri di vendita sono impressionanti: nei primi sei mesi dal lancio sono state consegnate più di 1.700 Urus, incrementando il numero clientela del 51% e facendo superare il miliardo di fatturato all’azienda. Una vera super-bomba bomba commerciale. Anche i numeri che riguardano le sue prestazioni sono notevoli: motore V8 4,0 litri biturbo da 650 Cv, 0-100 km/h 3,6 secondi, cerchi da 23 pollici con pneumatici 285/30 all’anteriore e 325/35 al posteriore, 305 km/h di velocità massima. Non male per un palazzo su ruote. A tutto questi si aggiunge un’economia di scala furba: quasi tutte le componenti (telaio e motore compresi) derivano dalla sorella Audi Q7/Q8, quindi i costi di sviluppo sono bassi e i margini di guadagno, pare, molto alti. Il prezzo? A partire da 210.000 euro.
Il lusso british
Anche gli inglesi - noti per le loro auto sportive ed eleganti - hanno ceduto alla tentazione della super-SUV. Sempre sotto l’egida del Gruppo VW-Audi, Bentley ha presentato la sua SUV di lusso nel 2016: la Bentayga. La ricetta prevede pianale Audi Q7, lusso a non finire, eleganza inglese e motori strabordanti di coppia. Non sarà un’auto prestazionale come la Urus, ma nemmeno vuole esserlo: da questo punto di vista ha mantenuto lo spirito Bentley, quello della sportiva comoda per i lunghi viaggi.
La versione più potente monta un motore W12 6.0 litri biturbo da 608 Cv e 900 mostruosi Nm di coppia, capace di spingerla da 0 a 100 km/h in 3,9 secondi fino a 301 km/h di velocità massima.
Con un cartellino del prezzo di 174.000 euro, è anche tremendamente costosa (anche se non quanto la Urus), ma con la possibilità di cucirsi l’auto su misura, non si va troppo lontano.
È un’auto opulenta, rifinita con pelle di qualità eccelsa e dotata dei migliori comfort sul mercato.
Bentley non è l’unica Casa inglese che ha deciso di costruire una super-SUV. Nel corso del 2020 arriverà anche la Aston Martin DBX, la prima sport utility del marchio. La DBX, per ovvi motivi, non sara mai elegante quanto le sorelline coupé - auto irraggiungibili per bellezza ed eleganza - ma ha comunque uno stile molto personale. E si percepisce lo sforzo di Aston Martin nel voler trasformare una SUV in una coupé, aggiungendo un (azzardato) spoiler pronunciato che ingloba i gruppi ottici a LED, come sulla Vantage. Provvista di ogni comfort e lusso (esiste anche il “pet package” che prevede una doccetta per il cane), la DBX si vuole insinuare con prepotenza nel mercato delle SUV dalle superprestazioni.
Sotto il cofano troviamo il 4,0 litri V8 da 550 Cv e 700 Nm di coppia di derivazione Mercedes AMG (come accade su altri modelli Aston Martin), in grado di lanciarla da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi e di spingerla fino ai 291 km/h di velocità massima.
Italians do it better
L’Italia, oltre alla Urus, sfoggia altre due SUV di alto livello, anche se in una fascia di prezzo inferiore. Si trovano nel territorio delle SUV sportive come la Cayenne, la X3 M e tutte quelle SUV da circa 100.000 euro e 500 cv di potenza, che pochi non sono.
Parlo della Maserati Levante e dell’Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio, due auto che in realtà esistono anche in varianti più pacate con motori diesel, ma che si rivelano due purosangue nelle versioni più estreme. La Maserati Levante Trofeo monta un motore V8 3,8 litri biturbo da 580 Cv, brucia lo 0-100 km/h in 3,9 secondi e tocca i 300 km/h di velocità massima. La meccanica è sofisticata e pensata per il piacere di guida, con tanto di modalità “corsa” e trazione integrale intelligente che privilegia la coppia al posteriore.
Anche l’Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio segue la stessa filosofia. Il suo motore V6 biturbo 2,9 litri da 510 Cv è un vero gioiello, ma quello che impressiona davvero è l’handling. Difficile immaginare una SUV più arrabbiata e incisiva di lei: in curva è capace di dimenarsi e sovrasterzare come una macchina da rally, con le ruote posteriori che fumano e quelle anteriori che s’impennano.
Non sarà lussuosa o raffinata come le super-SUV che abbiamo visto fino ad ora, ma in quanto a prestazioni merita un posto nell’Olimpo della categoria.
Lo so, manca qualcuno all’appello: Ferrari. La SUV della Casa del Cavallino Rampante potrà far storcere il naso ai puristi, ma ormai questa categoria di auto è “socialmente accettata”, infatti il suo arrivo è previsto per il 2020. Cosa ci riserverà ancora il futuro?