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Stories

Ford GT40, la storia di un mito

di Francesco Neri
28-Gen-2020

La Ford GT40 ha scritto una pagina importante dell’automobilismo, tanto che Hollywood le ha recentemente dedicato una pellicola: “Le Mans ’66”, con Matt Damon e Christian Bale. Tuttavia il film, per svariate ragioni, tralascia alcuni dettagli e omette gran parte della storia dell’auto, concentrandosi più che altro sulla vicenda Ford-Ferrari e sulla 24 ore di Le Mans del ’66. Ma la storia completa della Ford GT40 è ancora più affascinante.



Pochi sanno che la GT40, in realtà, è una macchina da corsa inglese vestita. Quando Henry Ford II capì l’importanza del successo nelle competizioni per vendere auto, cercò di rilevare la Ferrari (che allora era un’azienda molto piccola), così da costruire un’auto da corsa che potesse battere Aston Martin, Porsche e Jaguar. Ferrari ovviamente rifiutò, e così comincio la guerra Ferrari-Ford.

Ford non costruì l’auto da zero, come molti pensano, ma stabilì a Slough, in Inghilterra, un campo base: una piccola officina chiamata Ford Advanced Vehicles. Lì cominciò a trattare con i principali costruttori di auto sportive, ovvero Cooper, Lotus e Lola. Ma Cooper non aveva esperienza con auto della categoria GT (aveva un team in F1), mentre il progetto Lotus Europa sembrava poco competitivo. La Lola invece offrì un pacchetto interessante: un’auto a motore centrale e con soluzioni avveniristiche, perfetta per essere trasformata in una macchina da corsa firmata Ford: la Lola Mk6.

La Lola MK6

La progenitrice della Ford GT40 fu proprio una Mk6 GT, esotica, estrema, che racchiudeva il meglio delle tecnologie dell’epoca come la monoscocca in alluminio, il motore centrale che reggeva le sospensioni posteriori e un interasse cortissimo.

La carrozzeria era in vetroresina e l’aerodinamica molto studiata: la coda tronca, la prese d’aria sul tetto e le portiere incernierate che si aprivano verso l’alto erano soluzioni quasi futuristiche nel 1963.

Il designer e ingegnere della Lola Eric Broadley presentò nel ’63  il prototipo con telaio in acciaio all’Olympia Racing Car Show, in Inghilterra. L’auto era stata disegnata per partecipare alla nascente classe sperimentale GT della FIA e quell’anno corse a Silverstone e alla 1000 ore del Nürburgring,  mentre il primo esemplare con telaio in alluminio partecipò alla 24 ore di Le Mans lo stesso anno.

Ed è proprio dopo “la gara delle gare” che Ford decise di puntare sulla Lola per battere la Ferrari. Così rilevò la GT Lola e ingaggiò Eric Broadley per seguire lo sviluppo della Ford GT40.

Il prototipo con il telaio in acciaio e la vettura con lo chassis numero uno che corse a Le Mans divennero i muletti di prova della Ford GT40.

L'inarrestabile gt40

Alta 40 pollici (un metro e un centimetro), la Ford GT40 è prima di tutto un’auto da corsa bellissima. Le suo origini britanniche trapelano ovunque: il suo design è esotico, sbalorditivo ancora oggi, con uno stile british che tempra quello grezzo degli yankee.

Ad effettuare i test furono le leggende del volante Carrol Smith e Carrol Shelby, ma la Ford GT40 non fu subito in grado di battere la Ferrari: l’auto partecipò alla 1000 ore del Nürburgring e alla 24 Ore di Le Mans senza successo.

Era ancora acerba, caratterizzata da difetti strutturali e soprattutto aerodinamici, tanto che in velocità, invece di generare deportanza (downforce), generava portanza (quella che serve agli arei per decollare), con risultati alquanto spiacevoli.
 

L’anno dopo, nel 1965, venne quasi completamente riprogettata: il motore V8 4,2 litri da 375 CV a 7.200 giri derivato dalla serie venne sostituito con il V8 4,7 litri della Shelby Cobra, che con una potenza di 306 CV a 6.000 giri risultava più affidabile anche se meno potente. L’auto ottenne la sua prima vittoria alla 2000 km di Daytona.

Ma fu il 1966 l’anno decisivo: la Ford GT40 Mk II era pronta, il motore V8 7,0 litri da 532 Cv era un mostro in grado di spingere l’auto fino a 339 km/h, così le tre vetture conquistarono l’intero podio, superando una media di 200 km/h sull'arco delle 24 ore di gara.

Per due anni di fila la GT40 dominò nella sua categoria. Nel ’68, per via del nuovo regolamento FIA che limitò la cilindrata a 5,0 litri, vennero rispolverate le Mk1 con cilindrata portata a 4,9 litri e 415 Cv di potenza.

Le auto vinsero a Le Mans battendo anche i prototipi, auto molto più leggere ma con una cilindrata limitata a 3,0 litri. Anche nel ’69 gli avversari non ebbero scampo e la Gt40 di Jackie Ickx e Jackie Oliver tagliò il traguardo battendo di pochi secondi le Porsche 918.

La Ford Gt40, nacque quasi come un’operazione commerciale per vendere più auto, ma presto divenne la protagonista di una sfida personale tra Ford e Ferrari. Nessuno poteva aspettarsi che una Lola modificata in una piccola officina potesse diventare una delle auto da corsa più vittoriose di tutti i tempi.