Il design è un elemento chiave per il successo di un’automobile, e oggi la gamma di ogni brand tende ad avere un minimo denominatore comune che la rende subito riconoscibile.
Abbiamo intervistato Robert Lešnik, car designer vincitore del Designer of the year 2006 award approdato in Mercedes-Benz nel 2009, dove occupa il ruolo di direttore del design degli esterni.
Quali sono gli elementi più difficili da mantenere passando da una concept car al modello di produzione?
Alla Mercedes differenziamo le nostre showcars e abbiamo due categorie, una per fare intravvedere al pubblico una visione del futuro, e l’altra per preparare la strada ai futuri modelli di serie. L’ultima era piuttosto vicina al modello prodotto in serie: basta guardare la Concept EQ, che ci ha condotto alla EQC.
Abbiamo portato i visitatori in un viaggio verso il futuro per spiegare che cosa sarebbe avvenuto, così il modello di serie che abbiamo poi mostrato non era troppo lontano dalla prima concept car. E viceversa.
Ma se l’obiettivo è affascinare con una showcar, allora siamo liberi di creare. Lo abbiamo fatto con la Vision Simplex, che assomiglia più a una scultura e mostra la forza del nostro brand.
Quale è stato il punto di svolta che ha ringiovanito il design di Mercedes-Benz, e da quale modello è cominciato?
Secondo me abbiamo fatto il grande salto con la presentazione della Classe A nel 2012. Siamo passati dal metodo one-box design (si parte da un volume chiuso da scolpire, ndr) a un approccio completamente nuovo. Questa Classe A ha rivoluzionato il segmento: ha avuto una grandissima influenza sull’intero marchio e persino sull’intera industria. Era la prova che le auto compatte potevano essere emozionanti e che potevano cambiare le tendenze.
Oggi le automobili di uno stesso brand sono più simili tra loro rispetto al passato: quanto è importante il family feeling, e perché?
La sfida consiste nel dare loro un’identità unica senza trasformarle in matrioske. Alla Mercedes-Benz abbiamo uno stile unico, e questo è il motivo per cui una Mercedes ha sempre l’aspetto di una Mercedes e può essere immediatamente identificata come tale. Ogni modello ha la sua identità e il suo linguaggio di progettazione, che contribuiscono a renderli così amati dai clienti.
Quale è stato il progetto Mercedes-Benz che più ti ha entusiasmato?
La nostra filosofia di progettazione Sensual Purity. Abbiamo presentato al consiglio di amministrazione la nostra impostazione di lavoro. Era il 2009 e non ero proprio sicuro che vedessero le cose esattamente come noi del dipartimento design. Dopo trenta minuti abbiamo avuto l’approvazione e oggi, dopo più di dieci anni di lavoro con questa “ricetta”, siamo il brand numero uno. Sono ancora impressionato della potenza della filosofia Sensual Purity.
Che cosa non potrebbe mai mancare nel design di una Mercedes?
Senual Purity (dice Lešnik ridendo) e la stella a tre punte!
Qual è l’auto che non ha disegnato ma avrebbe voluto disegnare?
La prima CLS. Quando sono andato allo stand Mercedes del Salone di Francoforte nel 2003 ho deciso di chiedere di lavorare per Mercedes. Al tempo ero con un altro marchio ma ho capito che non potevo rimanerci. Avevo libertà creativa e una grande squadra, ma quella CLS mi aveva elettrizzato. E dopo più di dieci anno passati con Mercedes devo ammettere che quella fu la migliore decisione della mia carriera.