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Stories

Lamborghini Diablo: un'icona degli anni '90

di Francesco Neri
12-Lug-2021

Gli Anni Novanta sono stati belli. Per i millenials come me, quel decennio rimarrà per sempre quello Spice Girls, di Bill Clinton, delle sale giochi, dei film d’azione spensierati e delle supercar da sogno. E c’erano solo due regine indiscusse dei "poster da cameretta": la Ferrari F50 e la Lamborghini Diablo.

Ricordo ancora un album di figurine di auto (ormai dimenticati e preziosi), dove la Diablo spiccava come un oggetto cattivissimo ed esotico. “L’auto più veloce del mondo”, diceva la didascalia, e per un lungo periodo lo è stata davvero: la prima serie della Diablo, prodotta dal 1990 al 1994, raggiungeva i 395 km/h e bruciava lo 0-100 km/h in 4,1 secondi.

Ma ad un ragazzino non interessavano troppo i dati: la Diablo era un oggetto erotico, l’auto dei cattivi, con un nome minaccioso e una sagoma mefistofelica.

Il nome evocativo infatti rende omaggio El Diablo, un toro allevato dal Duca di Verague che nel 1869 si scontrò in un epico combattimento contro il torero José ‘El Chicorro’ De Lara.

La nascita

Il progetto della Lamborghini Diablo nasce a metà degli anni ’80: l’auto deve sostituire la Countach, un modello ormai stanco - anche se di successo -, ma a Sant’Agata Bolognese mancano i solidi per sviluppare un’auto completamente nuova, e solo con il passaggio di proprietà alla Chrysler il progetto viene ripreso in mano. È Marcello Gandini ad occuparsi del design, e dopo un concept dalla linea estremamente aggressiva, si decide per un modello finale più digeribile e smussato, ma dotato di quelle sagome e di quelle proporzioni intimidatorie tipiche della Countach.

La prima Diablo mantiene la configurazione motore centrale-trazione posteriore, ma il V12 (codice L522) è totalmente nuovo: l’iniezione è elettronica (non a carburatori come sulla Countach) e con una cilindrata di 5707 cc eroga 492 CV e 580 Nm di coppia. La prima serie si riconosce per la mancanza degli specchietti posteriori in tinta con la carrozzeria e delle prese d’aria anteriori.

La vettura è piuttosto leggera, grazie anche all’impiego diffuso di materiali come acciaio (per il tetto) e alluminio (per le portiere, i passaruota anteriori e per i brancardi posteriori).

Alettoni, pannelli sotto-porta e le coperture del cofano invece sono in fibra di carbonio.

Nonostante il prezzo di quasi 350 milioni di lire, l’auto ha una dotazione scarna: di serie monta il mangianastri (il lettore CD è optional) i finestrini a manovella, i sedili regolabili manualmente non c’è alcun sistema ABS. Tra gli optional, invece, figurano l’aria condizionata, i sedili su misura, l’alettone posteriore, un orologio Breguet da 11.000 dollari e un set di valigie da 3.000 dollari.

La Lamborghini Diablo VT arriva tre anni dopo, nel 1993 (rimane in commercio  fino al ’98), e nasce per accontentare clienti sempre più numerosi che a gran voce reclamano un’auto più gestibile e facile da guidare.

Viene introdotta così la trazione integrale su una Lamborghini (la prima di una lunga serie): un sistema a giunto viscoso

(VT sta per Viscous Traction), in grado di trasferire fino al 25% della coppia alle ruote anteriori. Vengono anche montati un impianto frenante con pinze a quattro pistoncini e degli pneumatici da 335 mm al posteriore e da 235 mm all’anteriore, oltre a degli  ammortizzatori elettronici con 5 set-up selezionabili.


Nel 1999 la VT viene riproposta con l’arrivo della seconda serie, o meglio, di una serie restyling che presenta nuovi gruppi ottici anteriori, nuovi interni (più moderni e curati) una potenza aumentata a 530 Cv, abbastanza per permettere uno scatto da 0 a 100 km/h sotto i 4,0 secondi.

Le versioni speciali

Negli anni la Lamborghini Diablo si ripropone in versioni speciali, limitate e più estreme. La Diablo SV (Super Veloce) viene prodotta dal 1995 al 1999 (fino al 2001 con il restyling) ed è pensata per la pista: reintroduce la sola trazione posteriore (come la prima Diablo) e aggiunge un pacchetto tecnico che comprende sospensioni meccaniche e alettone posteriore regolabile.
Si distingue per la scritta “SV” sulla fiancata, per i cerchi da 18” dal design specifico, dal nuovo spoiler per le prese d’aria modificate.

Per festeggiare i 30 anni di Lamborghini nel 1993 nasce la Diablo SE 30, un’auto leggera e pensata per i puristi. Questa versione dispone di vetri di plastica, fibra di carbonio a profusione e Alcantara al posto della pelle, come sulle auto da corsa. Impianto radio e aria condizionata vengono rimossi, mentre vengono aggiunti l’alettone regolabile, freni più performanti e cerchi leggeri in magnesio disegnati insieme a Pirelli.

Nel 1999 arriva poi la Diablo GT, anch’esso caratterizzato dalla trazione posteriore e dall’ampio uso di materiali leggeri. La GT vanta infatti una scocca in fibra di carbonio e il tetto in alluminio, e nasce con l’intento di ottenere l’omologazione per le gare FIA GT (che ai tempi richiedevano un numero minimo di esemplari stradali prodotti). L’auto non prende parte ad alcuna una competizione, ma nasce un campionato monomarca di sole Diablo.

Il motore della GT è il più potente mai visto su una Diablo: eroga 575 Cv a 7300 giri/min e 630 Nm di coppia, sufficienti a lanciarla da 0 a 100 km/h in 3,8 secondi fino alla velocità massima di 338 km/h.