Ridurre la McLaren F1 ad un’auto “veloce per la sua epoca” è un po’ come descrivere la Nona di Beethoven “un buon un pezzo pop” del 1800. La F1 è un’icona, proprio come Steve McQueen, i Beatles, e l’iPod.
Forse perché è la figlia di un visionario, e chi conosce Gordon Murray sa di cosa stiamo parlando.
Gordon, nato in Sudafrica nel ’46, ha cominciato la sua carriera come ingegnere tecnico, ma le sue abilità gli consentirono ben presto di approdare in Formula 1. Tra gli anni ’70 e ’80 ha incarnato la figura del genio, portando la Brabham e la Williams a vincere 13 mondiali e inventando soluzioni tecniche fantasiose (come la ventola della Brabham BT5 soprannominata "sogliola" nel 1986) e auto da corsa incredibili come la BT46 e la McLaren MP4/4.
Ma il segno più grande lo lasciò nel 1993 quando partorì la McLaren F1 stradale.
Good save the McLaren F1
Lunga vita alla Regina. La F1, da vera Queen, è senza tempo, senza età, almeno visivamente. Poche auto sono invecchiate così bene, il suo design è così attuale che una Ferrari F40 (appena 5 anni più vecchia) sembra appartenere a un’altra era geologica. Gli unici indizi sulla sua età effettiva risiedono nei gruppi ottici e nelle gomme dalla spalla ridicolmente alta per gli standard odierni.
Ma la sua linea così essenziale, scolpita dal vento e dettata dall’efficienza aerodinamica è davvero moderna, se non addirittura contemporanea. È bello vedere che le ultime McLaren stradali hanno conservato così tanto di lei: le soluzioni aerodinamiche efficaci ma nascoste, le linee pulite, la bellezza funzionale. Ma la F1 non era un’auto prodotta in serie: dal 1993 al 1998 ne sono stati prodotti solo 103 esemplari.
Quando la McLaren assegnò a Murray il compito di creare un’auto stradale estrema con la tecnologia F1 dell’epoca, egli mise su un gruppo di lavoro d’eccellenza composto da 7 progettisti. L’idea era quella di costruire una GT, un’auto sì sportiva, ma anche comoda e pratica per l’utilizzo quotidiano. E in effetti, se pensate alle supercar dell’epoca (F40, Countach e Porsche 959), la F1 sembra di una classe superiore, almeno per quanto riguarda le finiture e l’abitabilità.
Murray provò diverse concorrenti, e tutte - a parer suo - avevano una posizione di guida “tremenda”, con le pedaliere disassate e il volante troppo orizzontale.
Così Murray decise di mettere il pilota al centro, letteralmente, con due sedili laterali (l’auto ha tre posti) e di dotare l’auto di ampie superfici vetrate, in modo da rendere l’abitacolo più luminoso e confortevole. La F1 è anche dotata di due vani bagagli di modesta capienza, anche se non è una delle sue doti che vengono sfoggiate maggiormente. No, le sue doti migliori sono la leggerezza e la velocità.
L’auto da 380 km/h
La Mclaren F1 era ed è tutt’ora l’auto sportiva stradale con motore aspirato più veloce del mondo. Lo so, state ripassando mentalmente ogni auto con motore aspirato veloce che conoscete, ma vi assicuro che nessuna supera i 380 km/h, nemmeno le pagani Zonda e Lamborghini Aventador di turno.
Il suo telaio monoscocca in fibra di carbonio (è stata la prima auto stradale ad averlo) la rende leggerissima: appena 1.100 kg. Ma il vero gioiello è il V12 aspirato di origine BMW montato centralmente, con cofano sottile ricoperto da un leggerissimo velo d’oro per aiutare la dissipazione del calore. Il motore 6,0 litri produce ben 627 CV a 7.500 giri (680 nelle versioni LM) e uno delle colonne sonore più esaltanti mai uscite da un terminale di scarico. Anche per gli standard odierni la F1 è velocissima: 0-100 km/h in 3,2 secondi, 0-160 km/h in 6,3 secondi e 386 km/h di velocità massima.
Numeri sbalorditivi.
Il suo cambio manuale a 6 rapporti è un gran pezzo di design e meccanica, descritto come “un meccanismo di un fucile ben oliato” da Richard Hammond,
è montato longitudinalmente e dispone di una frizione triplo disco in carbonio che deve essere sostituita ogni 5.000 km, come sulle auto da corsa.
Tra strada e circuito
Oltre ai pochi esemplari “standard”, ne sono state prodotte anche 5 versioni LM e 3 versioni GT. Le versioni LM (Le Mans) derivavano dall’auto da corsa GTR ed erano tutte arancioni con l’alettone nero; furono costruite per celebrare la vittoria della F1 GTR della 24 Ore di Le Mans del ’95. Rispetto alla versione standard, la LM montava anche un motore più potente (680 Cv e 705 Nm di coppia) ed era più leggera (1.060 kg contro i 1.139). Sterzo e freni erano privi di servoassitenza, Alcuni esemplari sono stati venduti (o donati) al Sultano del Brunei, e allo stilista (e collezionista) Ralph Lauren.
La F1 GT invece aveva l'obiettivo di offrire la stessa deportanza aerodinamica della LM ma con un carico minore sull’avantreno. In pratica era una F1 standard con un’aerodinamica più studiata; le modifiche furono apportate appositamente per poterle sfruttare sulle vetture da competizione GT1 (allora il regolamento richiedeva almeno un’auto di produzione stradale per ammetterla alle corse). Ne costruirono solamente 3, di cui una con la "coda lunga" della versione da corsa GTR longtail.
Il prezzo della McLaren F1 LM era di 1.250.000 dollari, ma oggi alcuni esemplari valgono tra 3 e i 4 milioni.
Ben tre dei 5 esemplari appartengono al Sultano del Brunei, mentre uno è di Ralph Lauren.
Nell’agosto del 2017, durante il concorso d’eleganza di Pebble Beach, in California, la casa d'aste Gooding & Company ha venduto la McLaren F1 con numero di telaio 044 alla cifra stratosferica di 15,6 milioni di dollari.