• Mercedes Classe G salto due
  • Mercedes Classe G vari colori
  • Mercedes Classe G interni vecchi
  • Mercedes Classe G rossa scale
  • Mercedes Classe G spiaggia
  • Mercedes Classe G rossa salita
  • Mercedes Classe G guado
  • Mercedes Classe G blu anteriore
  • Mercedes Classe G blu tre quarti post
  • Mercedes Classe G salto
Stories

Mercedes Classe G: la storia di un mito

di Francesco Neri
13-Feb-2020

“Idoneità senza compromessi a impiego sia su strada sia off-road” e “incredibile versatilità d’uso”. Così recitava la cartella stampa della Mercedes  G nel 1979. Quarantuno anni fa Mercedes Benz mostrava al mondo la sua prima fuoristrada di lusso, pensata per essere inarrestabile sui terreni tortuosi, ma anche guidabile su strada. Nessuno si sarebbe aspettato un successo del genere:

un progetto che vive per più di quattro decenni, in ambito automobilistico, equivale a un miracolo;

e così la la G Wagen entra di diritto nella tavola rotonda dei miti a quattro a ruote.

La nascita del mito

L’idea di questa fuoristrada rivoluzionaria era nata però dieci anni prima, nel ’69, quando la ditta austriaca Steyr-Daimler-Puch AG e Daimler-Benz AG avevano cominciato a parlare di una collaborazione. La ditta Steyr-Puch, per chi non la conoscesse, era una delle più attive in campo meccanico industriale, e aveva collaborato alla produzione di biciclette, autobus, trattori, aerei, moto, mezzi militari, e addirittura armi come il Kar e l’AUG. Le due aziende entrambe esperte nell’ambito di fuoristrada, Mercedes Unimog da un lato, Puch Haflinger e Puch Pinzgauer dall’altro, nel 1971 decisero di progettarne una capace di andare ovunque ma che fosse anche comoda nell’utilizzo stradale.

A occuparsi del progetto c’erano Erich Ledwinka (Chief Engineer di Steyr-Daimler-Puch) e il suo team. Il progetto si sviluppò velocemente: nel 1973 era pronto il primo modello in legno, e nel 1975 un prototipo molto simile alla versione definitiva. I designer della Mercedes, guidati da Bruno Sacco, riuscirono a “coprire” con linee gradevoli un’auto che, di fatto, aveva un’altezza da terra elevata oltre a grandi sbalzi e una carreggiata piuttosto ridotta. Quella linea così semplice, funzionale, ma anche originale ed equilibrata, era destinata a durare nel corso dei decenni successivi. Poco dopo la presentazione mondiale, nel 1979, la G cominciò a essere prodotta a Puch di Graz-Thondorf, lo stesso luogo dove viene ora prodotta la nuova Classe G serie 463, rinnovata nel 2018.

La Mercedes Classe G è giunta alla terza generazione con la medesima architettura meccanica:

telaio a traverse e longheroni, trazione integrale, cambio con marce ridotte e sospensioni ad assale rigido, che solo nell’ultima generazione sono state sostituite dalle ruote indipendenti, e solo all’avantreno.

La prima serie di Mercedes Classe G, la 460, aveva la trazione integrale inseribile di serie con blocco centrale del differenziale, mentre, a richiesta, c’erano anche i bloccaggi dei differenziali (anteriore e posteriore), un optional che divenne di serie a partire dal 1985. I primi esemplari erano equipaggiati con un cambio manuale a 4 marce, ma in seguito vennero montate trasmissioni con più marce a seconda dei modelli e delle motorizzazioni. Le prime disponibili erano le 240 GD e 300 GD con motore diesel, e le 230 G e 280 GE con motore benzina.

La G poteva essere scelta lunga o corta (2.400 e 2.850 mm di passo) e in diverse varianti: aperta, station wagon chiusa, o addirittura furgone con fiancate chiuse. Oltre alla 460 con batteria di bordo da 12 volt, Mercedes proponeva anche la serie 461 con rete di bordo da 24 volt, pensata per usi militari.

L’auto fu un successo mondiale e rimase inalterata per vent’anni; dal 1979 al 1991 vennero prodotti 51.688 esemplari.

L’evoluzione

A undici anni dal lancio la G era già diventata un classico. La ricetta era così azzeccata che l’auto non venne mai rifatta ma semplicemente aggiornata e migliorata. Nel 1985 i differenziali bloccabili divennero di serie, come pure il catalizzatore a tre vie, nel 1986, e il servosterzo elettrico nel 1987.

Dal 1990, infine, anche l’ABS divenne di serie sulla G, mentre nel 2001 arrivò anche il sistema di trazione a comando elettronico 4ETS (Electronic Stability Program ESP e Brake Assist BAS). L’estetica venne modificata di poco (giusto qualche restyling sporadico), mentre gli allestimenti esclusivi cominciarono presto a riscuotere un grande successo. Dal 1982 vennero montati di serie i sedili Recaro anteriori, con la 463 del 1990 vennero introdotti anche gli interni con materiali pregiati (come legno e pelle) che resero la G sempre più lussuosa.

Gli Anni Novanta divennero gli anni delle esagerazioni:

dal 1993 la G venne prodotta in versione limitata 500 GE con motore V8, e acquisì il nome di “Classe G” per la prima volta, come il resto della gamma Mercedes. Fu una svolta. Dal 1998 la Mercedes Classe G 500 divenne la versione al vertice della gamma, e nel 1999 nacque la G 55 AMG. Le versioni High Performance di Mercedes-AMG divennero un must, oggetti di lusso amatissimi dai “veri ricchi”: la G 55 AMG Kompressor del 2004, le G 63 AMG e G 65 AMG da 612 Cv e 270.000 euro di listino (entrambe del 2012), la G 63 AMG 6x6 del 2013 e, infine, la versione Mercedes-AMG G 63 alla nuova Classe G.

Noi e la Classe G

Noi, le G, le abbiamo sempre amate. Ancora oggi, quando ne vedo una grigia metallizzata non riesco a staccarle gli occhi di dosso. La sua linea squadrata, tagliata con l’accetta, le sue proporzioni, e quell’aria da “auto vecchia trasferita nel mondo moderno” la rendono terribilmente irresistibile. Nel corso degli anni abbiamo provato diverse versioni, dalla G63 AMG alla folle G 4x4² con motore 4,0 litri AMG e un’altezza da grattacielo.

Recentemente abbiamo provato la nuova generazione, la serie 463, nel suo modello d’ingresso 350 d.

Nonostante il pesante restyling (soprattutto nella zona dei gruppi ottici), ha mantenuto la sua anima. Su strada si comporta un pochino meglio: le sospensioni anteriori sono indipendenti (grazie Mercedes) e gli ammortizzatori sono adattivi, ma soprattutto vanta degli interni degni di uno yacht, infarciti di materiali pregiati, di legno, di schermi. Tutta questa modernità e tecnologia fa sorridere, e solo quando chiudete le portiere la G vi ricorda che ha quarant’anni, è vecchia, e che ci vuole forza fisica per chiudervi in macchina.

Per adesso ci sono solo quattro motorizzazioni: la 350 d, equipaggiata con un sei cilindri 3 litri da 286 CV, la G 400 d da 330 Cv (disponibile esclusivamente in versione “STRONGER THAN TIME Edition”), la G500 con motore 4.0 da 422 CV e la Mercedes-AMG G 63 da 585 CV.

La Mercedes Classe G avrà ancora vita lunga, ne siamo convinti.