L’Emilia Romagna è la mecca dell’automobile. In questa terra sono nati molti dei marchi più prestigiosi al mondo che fanno battere il cuore agli appassionati. Alcuni hanno fatto una fine ingloriosa, come la De Tomaso, altri continuano a produrre delle opere d’arte a quattro ruote. È la Motor Valley, signore e signori.
Ferrari, Lamborghini, Maserati, Pagani. Ma anche Dallara, Bugatti, e Ducati, per non dimenticare la fabbrica di emozioni a due ruote tutta italiana.
La loro storia è affascinante, e si concentra nella fascia geografica che va dalla più nordica Varano de’ Melegari in provincia Parma, dov’è ubicata la Fabbrica della Dallara, fino a Maranello, dove producono le Rosse più famose sulla terra.
FERRARI, IL MARCHIO DI AUTO SPORTIVE PER ANTONOMASIA
Già, le Ferrari. Va a loro il primo pensiero non appena giungono alle nostre orecchie le parole “Motor Valley”. La Casa automobilistica del Cavallino Rampante venne fondata da Enzo Ferrari nel 1947 a Maranello 18 anni dopo aver creato la Scuderia Ferrari, ancora oggi la divisione dedicata al reparto Corse. Prima di diventare un costruttore, nonché Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana, fisico e ingegnere (honoris causa in entrambi i casi), Enzo era un pilota automobilistico. E pensare che, come alcuni geni della Silicon Valley, abbandonò presto la scuola, alla quale preferiva l’officina del padre.
La sue prime gare da gentleman driver, ovvero da non professionista, le fece nel 1920 con le Alfa Romeo, ma con sé portava sempre quello che sarebbe diventato il simbolo delle sue future automobili: un cavallino rampante, datogli come porta fortuna da Paolina Biancoli, il simbolo che il figlio aviatore Francesco Baracca portava sulla carlinga dell’aereo che pilotava.
Le auto stradali avevano il solo scopo di finanziare le corse. Il resto è storia.
In quel di Maranello si possono visitare sia la Fabbrica sia il Museo Ferrari, dove sono racchiusi molti modelli della produzione in serie e vetture che hanno fatto la storia della Formula1. Fra queste, all’interno della mostra “90 anni”, si può ammirare la 250 GT Berlinetta Tour De France del 1956, la granturismo di maggior successo nella storia dell’automobilismo sportivo.
LAMBORGHINI, L’ANTI-FERRARI PER DEFINIZIONE
Tutto avrebbe avuto inizio da una lite con Enzo Ferrari. Si narra, infatti, che Ferruccio Lamborghini, all’epoca imprenditore di successo impegnato esclusivamente nella produzione di macchine agricole e di impianti di riscaldamento, si rivolse direttamente al Drake per lamentarsi del malfunzionamento della trasmissione, ma lui, per tutta risposta, gli disse:
che vuol saperne di auto lei che guida trattori?
E così Ferruccio Lamborghini, per dimostrare di poter fare meglio di Enzo Ferrari, decise di costruirsi la propria auto sportiva, ovviamente con l’omonimo marchio, che ancora oggi sforna, oltre ai trattori, delle supercar tra le più apprezzate al mondo. La Fabbrica venne fondata nel 1963 a Sant’Agata Bolognese, e vennero assunti ingegneri e tecnici con esperienza nel settore, tra i quali Paolo Dallara. La prima auto prodotta in serie fu la 350 GT disegnata dalla carrozzeria Touring, mentre tra i modelli più celebri spicca la Miura, lanciata nel 1966 e disegnata da Marcello Gandini, fino al 1980 capo designer della carrozzeria Bertone.
Oggi Lamborghini fa parte del Gruppo Volkswagen, ma la Fabbrica resta dov’è sempre stata, e le automobili non hanno perso nemmeno un briciolo della loro italianità. Gli appassionati hanno modo di ammirare la storia del marchio al Museo Lamborghini e di fare un tour guidato alla Fabbrica, ovviamente con il veto assoluto di fare fotografie.
PAGANI, L’ARTIGIANALITÀ INCONTRA LA PERFEZIONE
San Cesario sul Panaro, provincia di Modena. In questo paesino di circa 6.500 anime viene creata nel 1998 la Pagani Automobili. La sua storia è relativamente recente, ma non per questo poco affascinante. Il suo fondatore Horacio Pagani, figlio di un fornaio comasco, nasce in un piccolo paese argentino e ha una passione innata per le automobili, tanto che a soli 20 anni si costruisce una Formula 3 con la quale gareggia, sempre in Argentina.
L’arrivo in Italia risale al 1982, dove viene assunto dalla Lamborghini come operaio metalmeccanico e partecipa alla progettazione della Diablo. Successivamente si mette in proprio e produce componenti per vari marchi come Ferrari e Dallara. Infine fonda la sua fabbrica di automobili e produce prima la Zonda, poi la Huayra. Per le capacità dimostrate, l’università di Modena gli ha conferito honoris causa la laurea magistrale in ingegneria del veicolo.
Il brand Pagani Automobili risale, dicevamo, al 1998, ma già nel 1988 Horacio presentava la sua prima concept car: si trattava del Progetto C8 e doveva chiamarsi Fangio F1, in onore del celebre pilota nonché suo grande amico, che però scompariva prima della presentazione ufficiale dell’auto al Salone di Ginevra. La Fangio F1 verrà dunque chiamata Zonda, nome di un vento Argentino.
Si tratta di una hypercar esclusiva per prestazioni, prezzo e raffinatezza del progetto, la cui produzione si è conclusa con l’edizione limitata a 3 esemplari, di cui uno per Horacio stesso, di nome Zonda HP e dal prezzo di circa 20 milioni di euro.
La sua erede è la Houayra, un’evoluzione della Zonda venduta in 100 esemplari (terminati nel 2018) a un prezzo di partenza che supera di slancio 1,2 milioni di euro.
Al momento la Fabbrica è impegnata nella produzione di 40 esemplari della Roadster BC, versione scoperta in vendita a oltre 3 milioni di euro tasse escluse.
È possibile visitare sia il museo sia la fabbrica Pagani Automobili con un tour guidato prenotando direttamente online.
MASERATI, OLTRE 100 ANNI DI STORIA
Se c’è un marchio di automobili dalla storia travagliata, questo è Maserati. Una lunga storia, tra l’altro, che ebbe inizio nel 1914, quindi prima di Ferrari. In quell’anno Alfieri Maserati, insieme ai fratelli Ettore ed Ernesto, apriva a Bologna la società Officine Alfieri Maserati il cui logo, disegnato dal fratello artista Mario Maserati, si ispirava al Nettuno di Bologna. L’azienda si concentrava prima sulle corse, poi sui modelli prodotti in serie, lanciando la prima Maserati Tipo 26 nel 1926.
Nel 1939 la sede della Maserati si trasferiva a Modena, mentre negli Anni Cinquanta si passava dal fallimento dell’azienda alla prima vittoria al GP d’Italia in F1, con Fangio alla guida della monoposto. La carriera nelle corse dura fino al 1967, anno in cui nasce la prima Maserati disegnata da Giorgetto Giugiaro: la Ghibli.
Pochi anni prima, nel 1963, veniva presentata la Quattroporte, che si aggiudicava il titolo di berlina più veloce al mondo.
Maserati passa dalle mani di Citroen, De Tomaso, Fiat, e infine Ferrari, al 50% con la Casa Torinese. Oggi il Tridente fa parte della grande famiglia di FCA, è tornata nel mondo delle corse e vanta un’ampia gamma tra le berline Ghibli e Quattroporte, le due porte GranTurismo e GranCabrio con motore di origine Ferrari, e la SUV Levante.
La visita alla Fabbrica consente di ammirare lo stabilimento produttivo storico, la linea di assemblaggio della GranTurismo, le aree di test, e lo showroom.
DALLARA, DALLE CORSE ALLA STRADA
Gian Paolo Dallara si laurea in ingegneria Aeronautica nel 1959, e nello stesso anno ottiene il suo primo impiego in Ferrari. Nel 1961 passa alla Maserati e dopo due anni alla Lamborghini, dove viene ricordato soprattutto per aver progettato l’iconica Miura. Prima di fondare al sua azienda a Varano de' Melegari nel 1972 lavora anche per il team di Formula1 De Tomaso.
La Dallara è impegnata in moltissimi campionati (dalla F3 alla F1 passando per i campionati di IndyCar e Formula E), ha costruito il primo simulatore di guida professionale di Formula1 disponibile sul mercato, e produce una supercar con una forte attitudine per la pista ma comunque omologata su strada, la Dallara Stradale. Si tratta di una leggerissima barchetta a due posti secchi (855 kg) con telaio monoscocca in fibra di carbonio e un motore 2.3 4 cilindri turbo di derivazione Ford da 400 CV di potenza.
BUGATTI, DALL’87 AL ’95 NELLA MOTOR VALLEY
La Bugatti è una delle Case automobilistiche più esclusive in circolazione. Come Pagani, produce piccole quantità di auto per pochi eletti. Viene fondata in Francia nel 1909 dall’italiano Ettore Bugatti e chiude nel 1963 fino a quando, nel 1987, Romano Artioli ne acquisisce i diritti e costituisce la Bugatti Automobili con sede a Campogalliano, in provincia di Modena.
La Fabbrica è chiusa dal 1995, ma tantissimi appassionati da tutto il mondo si recano presso la vecchia sede modenese per visitarla sotto la guida del custode Ezio Pavesi.
Sotto la guida di Artioli nasce la EB 110, una supercar con motore 3.5 V12 quadriturbo da 500 CV acquistata anche dal campione di F1 Michael Schumacher. Nel 1998 il Gruppo Volkswagen acquista la Bugatti Automobili e nel 2015 la produzione viene riportata nel suo luogo d’origine: a Molsheim, in Francia. È qui che nasce la Veyron, l’auto prodotta in serie più veloce al mondo. I suoi numeri sono impressionati: motore 8.0 W16 da 1.001 CV di potenza e 400 km/h di velocità massima.
Anche il suo prezzo di oltre 1,4 milioni di euro lasciava a bocca aperta, eppure l’azienda perdeva 4,9 milioni di euro per ogni esemplare venduto. Il progetto, dunque, ha comportato una passività di 1 miliardo 850 mila euro. Nel 2019 la Bugatti ha presentato una one-off basata sull’erede della Veyron, ovvero la Chiron. Si chiama Voiture Noire, monta un 8.0 W16 da 1.500 CV, e viene venduta al prezzo di 11 milioni di euro, tasse escluse.