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Stories

Nissan Skyline GT-R: un'icona del Sol Levante

di Francesco Neri
15-Mag-2023

La Nissan Skyline è una vera e propria leggenda tra le sportive nipponiche, al pari della Honda S2000, della Toyota Supra, della Subaru Impreza WRX Sti e della Mitsubishi Lancer Evolution. 

Tra quelle che ho nominato, la Nissan Skyline è l’unica a non esser stata venduta in Europa (con qualche eccezione) e quindi esiste solo in esemplari con guida a destra. Grazie ai videogiochi come Gran Turismo e a film come Fast and Furious, però, la Skyline GT-R è diventata famosa in tutto il mondo, accrescendo il suo fascino a dismisura e diventando un vero e proprio cult del Sol Levante.

Ma il suo valore non è dato solo dalla visibilità mediatica: la Skyline GT-R era - ed è - un’ottima auto, ultra-vittoriosa nei campionati turismo (la Calsonic blu vi dice qualcosa?) e killer di supercar europee per eccellenza. Ma partiamo dalle origini.

INDICE
La Skyline GT-R
La sfortunata seconda generazione
La R30 e la R31
La GT-R R32
La R33
La regina delle GT-R: la R34

In pochi sanno che la Skyline non nasce sotto il brand di Nissan: la sua storia ha inizio nel 1952, quando un ingegnere della Prince Motor Company utilizza il nome “Hakosuka”, ovvero “scatola elegante” - poi tradotto “Skyline” (panorama) - per una berlina modesta con 4 porte e motore quattro cilindri da 60 cv. La Hakosuka è invecchiata come il vino, con un profilo da muscle car in miniatura che quasi nasconde le sue origini orientali, e con gli specchietti retrovisori tondi posizionati sul cofano.

Nel 1966 la Prince viene acquisita da Nissan, e nel ’69 nasce la prima, vera, Skyline GT-R.

La prima generazione di GT-R (acronimo di Gran Turismo Racer) viene presentata al Salone di Tokyo del 1968 con la sigla KPGC10. La base è quella di una berlina a quattro porte a trazione posteriore pensata appositamente per le corse, monta un motore 6 cilindri in linea 2,0 litri a 24 valvole con doppio albero a camme in testa e con una potenza di 160 Cv a 7000 giri. La versione da competizione, dotata di carburatori weber e iniezione Lucas, arriva a 250 Cv.

L’auto  pesa poco più di 1100 kg, è provvista di sospensioni indipendenti e di un serbatoio da ben 100 litri.

La GT-R conquista subito la stampa e gli appassionati per il suo sterzo preciso e la dinamica raffinata,

e nel 1971 debutta la sua variante coupè, dotata di pneumatici maggiorati e di una carrozzeria allargata che consente un migliore convogliamento dei flussi d’aria.

Della prima serie ne risultano prodotti 1.945 esemplari.

Nel 1972 viene presentata la seconda generazione di GT-R, con la sigla H/T 2000GT, soprannominata “Kenmeri” (per via di una curiosa pubblicità americana con due protagonisti, Ken e Mary). La nuova GT-R è poco più grande della precedente (446 cm di lunghezza), ma ha un passo più corto (2,6 metri contro i 2,75) e sfoggia molti più muscoli. Il frontale e la coda si rifanno alle americane Ford Mustang e Dodge Challenger, mentre rimangono gli specchietti tondi posizionati sul lungo cofano.

La 2000 GT monta sempre un sei cilindri 1,9 litri DOHC  abbinato ad un manuale a 5 rapporti, ma stavolta è dotata anche di quattro freni a disco. Cresciuta nelle dimensioni rispetto alla prima (4,46 metri di lunghezza e 1,7 di larghezza), vanta un’aerodinamica migliorata e un maggior comfort di guida.

Tuttavia, a causa delle norme sull’inquinamento e della crisi petrolifera, Nissan si vede costretta a fermare la produzione della GT-R dopo circa 190 esemplari; e per 16 anni, l’auto sparisce dai listini.

La Skyline continua a vivere, ma sotto forma di berlina tranquilla. Nel 1983 il modello Skyline R30 guadagna una versione sportiva - ma non troppo - dotata di un motore 2000RS Turbo da 188 Cv, disponibile anche nella variante più elegante e accessoriata Turbo C “Tekkamen” con 15 Cv extra per non intaccare il rapporto peso-potenza.

La Tekkamen riscuote un grande successo nel motorsport: la vettura da competizione Super Silhoutte con livrea Tomica (chi ha giocato Gran Turismo su PlayStation se la ricorderà) partecipa alla All Japan Sports Prototype Championships entrando nella storia. Sarà lei la base su cui verrà sviluppata la terza generazione di GT-R, la R32. La Silhouette monta lo stesso motore turbo della R30 con cilindrata portata a 2,1 litri e due turbine capaci di aumentare la potenza a 570 Cv.

Nel 1984, con l’attenuarsi della crisi petrolifera, Nissan decide di rientrare prepotentemente nelle competizioni con il brand Nismo (Nissan Motorsport): nasce così la Nissan Skyline GTS-R R31, un’auto in grado di annichilire i rivali nelle competizioni.

La Nissan GT-R R32 nasce nel 1989 con una linea già molto morbida, pronta per gli anni ’90. È una coupé piuttosto pulita, con cofano lungo, fiancate tese e un alettone fisso. Sotto il cofano pulsa un nuovo sei cilindri in linea DOHC 2.6 RB26DETT da 276 Cv e 361 Nm di coppia. La potenza effettiva in realtà supera 320 Cv, ma in Giappone all’epoca c’era un accordo per cui le sportive arrivavano “solo”  a 276 Cv. I

l telaio è all’avanguardia per l’epoca:

lo schema delle sospensioni è multilink, la trazione è integrale ATTESA-ETS (Advanced Total Traction Engineering System for All-Terrain with Electronic Torque Split), dotata di autobloccante che privilegia il posteriore ma “manda” avanti fino al 50% della coppia, tutto gestito da un controllo elettronico; e l'HICAS, cioè l'High Capacity Actively Controlled Steerin, un sistema di ruote sterzanti idraulico, agisce in fase alle alte velocità e in controfase alle basse, aumentando la stabilità nel veloce e l’agilità nello stretto.

Le prestazioni sono notevoli: 0-100 km/h in meno di 6 secondi e i 400 metri in circa 14 secondi. La R32 è ovviamente pensata per essere elaborata: il suo sei cilindri con pochi ritocchi (anche solo intervenendo sulla centralina) raggiunge facilmente i 500 Cv di potenza.

La bontà del pacchetto motore-telaio è tale che

tra il 1990 e il 1993 il Team Calsonic ottiene un record imbattuto di 29 vittorie nella Japan Touring car Championship.

Il mostro giapponese vince anche in Australia alla “1000” di Bathurst per due anni consecutivi guadagnandosi il soprannome di Godzilla (il Re dei mostri nipponici) da parte di una rivista locale.

Nel 1993 nasce una versione speciale denominata “V-Spec” (Victory Specification) dotata di impianto frenante Brembo, seguita dalla V-Spec II, che monta pneumatici più larghi (245/45). Della R32 ne vengono costruiti 43.900 esemplari in totale.

Nel 1995 debutta la serie R33, che nonostante le linee più morbide e pulite rimane quasi invariata nella meccanica rispetto alla R32, anche se porta con sé alcuni aggiornamenti come i freni Brembo (di serie) e nuovi dispositivi di sicurezza.

L’auto risulta dunque più grande e pesante: sulla GT-R rimane tuttavia il motore RB26DETT da 276 Cv, incaricato di spingere un peso di 1540 kg.

Fioccano le versioni speciali, tra cui la GT-R 400R con motore 2,8 litri e turbo singolo da 400 CV e 300 km/h , e la Nismo GT-R LM, nata dall’esigenza di omologare l’auto per Le Mans (ai tempi bisognava produrre un certo numero di esemplari stradali per partecipare alla competizione).

Quest’ultima ha la sola trazione posteriore, una carrozzeria muscolosa in fibra di carbonio, ed eroga 375 Cv e 373 Nm di coppia.

La quinta generazione di Nissan Skyline GT-R porta la sigla R34, ed è semplicemente l’evoluzione massima del modello prima dell’arrivo nel 2008 della Nissan GT-R, che però fa storia a sé, tanto che i puristi non la considerano una vera Skyline (motore 3,8 litri, cambio doppia frizione, è più pesante).

Presentata nel ’99, l’auto è (in controtendenza) più piccola del modello che sostituisce (7 cm più corta) anche se si allarga, ma di soli 5 mm.

Sotto il cofano troviamo sempre è il collaudato RB26DETT da 280 Cv (326 Cv reali), messi a terra dal sistema integrale con un sistema ATTESA-ETS Pro evoluto. Nell’abitacolo compare anche uno schermo display chiamato MFD (Multi Function Display) che mostra tutti i dati che potrebbero interessare a uno smanettone: forza G, tempi sul giro, pressione del turbo e temperature varie. L’auto brucia lo 0-100 km/h in 4.9 secondi e tocca i 265 km/h di velocità massima.

Della R34 esiste anche una versione N1 dotata di speciale omologazione, spogliata di qualsiasi cosa non funzionale alla guida sportiva (a parte l’ABS).

Nel 2000 viene lanciata la V-Spec II, dotata di sospensioni più dure, cofano in fibra di carbonio con presa d’aria Naca, pedaliera in alluminio, e sedili sportivi neri in simil-alcantara. Segue poi la V-Spec II Nur, dedicata al celebre Nurburgring, con motore RB26DETT 2.6 sei cilindri da 450 Cv di potenza derivato dalla N1; mentre nel 2002 nasce la M-Spec, dove la M sta per Mizuno, il nome dell’allora ingegnere capo della Nissan. Questa variante estrema della R34 è dotata di ammortizzatori Ripple control, sospensioni avanzate, nuova barra posteriore irrigidita e interni in pelle con sedili riscaldati.

È il turno poi delle GT-R NISMO S-Tune e R-Tune, varianti che coniugano elementi della Nür con quelli della M-Spec, con potenza dichiarata di 350 Cv.
Nel 2005 Nissan annuncia la GT-R Proto, una concept che perde il nome Skyline e getta le basi per la futura GT-R del 2008, un’auto completamente nuova che, seppur ereditandone lo spirito, non è più una Skyline.