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Stories

Land Rover Defender: come cambia un mito

di Francesco Neri
29-Dic-2019

“Long live the Queen”: gli inglesi alcune cose le prendono alla lettera. La Land Rover Defender è uno dei modelli con la vita più lunga, una vera icona, una vera regina di stile e del fuoristrada. Nata nel 1948 è rimasta invariata fino a oggi che per la prima volta “rinasce” mantenendo nome e spirito ma cambiando corpo. Nessun’altra auto vanta una storia così lunga: la Mercedes G, altra icona off-road, è nata nel 1979, la Porsche 911 nel 1963.

Ma se la Porsche 911 a ogni generazione si è evoluta parecchio, segnando passi importanti fino a trasformarsi in un’altra auto,

la Land Rover Defender è sempre rimasta la stessa, come fosse stata intrappolata negli anni ’40.

Certo, in ogni decennio veniva aggiornata con alcuni comfort (divenuti fondamentali per ogni epoca), e non sto parlando di schermi touch ma di trazione integrale prima  inseribile e poi permanente, cambio con i sincronizzatori, e infine, nelle più recenti, clima e autoradio. Il fascino della Defender deriva dall’essere un oggetto anacronistico, antico, ma allo stesso tempo davvero capace in fuoristrada.

A star is born

Proprio come internet, la Defender nacque per scopi militari. O, meglio, anche per impieghi militari. La Casa automobilistica Rover fu incaricata nel ‘48 di produrre vetture economiche per favorire le esportazioni e decise di costruire un’auto 4X4 su base Jeeep Willis (un modello dell’esercito americano).

Trazione integrale e carrozzeria in alluminio (si arrugginiva difficilmente) furono il successo della Land Rover, che vendette più di un milione di esemplari entro la fine degli anni Settanta.

Nel 1978 la British Leyland acquisì la Rover e creò un nuovo brand: Land Rover.

Il nome Defender, però, comparve solo nel 1990, quindi per più di quarant’anni l’auto fu chiamata semplicemente “Land Rover”.

Settant’anni di evoluzione

Nel corso di settant’anni la Land Rover Defender ha visto poche evoluzioni: la Serie I durò dieci anni (dal 1948 al 1958), la Serie II dodici, e così anche la Serie III. Dal 1983 al 1990 (quando venne battezzata “Defender”), invece, la Land Rover si chiamò con la misura del passo, in pollici: 90, 110 e 127.

La prima serie si evolvette velocemente, il motore a benzina passò da 1,6 a 2,0 litri, le dimensioni aumentarono, e il sistema di trazione integrale permanente venne sostituito prima con un sistema a ruota libere, poi con un sistema di trazione integrale inseribile. Prima dell’arrivo della seconda serie, nel ’57, arrivò anche il motore diesel 2,2 litri.

La seconda serie veniva equipaggiata con il 2,2 litri benzina e con il 2,0 litri diesel, entrambi con cambio a 4 rapporti (di cui solo terza e quarta sincronizzate) e trazione integrale inseribile (normalmente posteriore), anche con le ridotte. Nel 1968, anno - guarda caso - considerato tra i migliori per il design delle auto, a causa delle nuove omologazioni alle norme di sicurezza i fari vennero spostati sui parafanghi, dando vita al design che conosciamo ora.

Gli anni Ottanta furono anni di svolta: sospensioni a balestra e possibilità di scegliere tra due o quattro ruote motrici, mentre le versioni 90 e 110 avevano sospensioni a molla e la trazione integrale permanente, con tanto di differenziale centrale bloccabile.

Inoltre, la “Stage 1” venne dotata di un motore V8 3,5 litri, commercializzata soprattutto nella versione da 109 pollici, rendendo quella da 88 molto rara.

E poi si arriva al 1990 e la Defender, nata appena un anno dopo la Discovery, viene modernizza nelle linee e, di fatto, solo rinfrescata nel 2007 con la “New Defender”. Il modello, vissuto fino al 2016 (prima dell’arrivo del nuovo), montava un motore a 4 cilindri di 2,4 litri di origine Ford e un cambio a 6 rapporti manuale. Per quanto fedele alle Defender originali, era stato reso quanto più comodo possibile, dotato di moderni comfort, gruppi ottici a LED, interni personalizzabili con materiali pregiati e esterni trasformabili con accessori come snorkler e poggiapiedi in metallo.

Rivoluzione Defender

Ed è così che dopo settant’anni la Defender compie il salto della fede: si è evoluta, quasi trasformata. La nuova Land Rover Defender mantiene solo il nome e il concetto, perché forma e sostanza sono mutate pesantemente. Sembra un remake, una versione futuristica di un oggetto retrò: se prima era un piccolo carro armato inarrestabile e spartano, ora è una fuoristrada di lusso.

Larga due metri e disponibile in versione 90 e 100 (passo lungo e corto), è cresciuta nelle dimensioni ma rimane piuttosto corta. Il suo design è ammaliante, spinto, quasi da concept car.

L’abitacolo è lussuoso e rifinito con molta cura, con schermi moderni e tutti i lussi desiderabili.

Di serie poi ci sono i gruppi ottici LED, gli specchietti retrovisori regolabili e riscaldabili elettricamente, finestrini extra sul tetto, cerchi in acciaio da 18” con design retrò, e sedili anteriori regolabili elettricamente rivestiti di tessuto Ebony. Insomma, un’auto lontana anni luce dall’ultima versione.

Le sue doti fuoristradiste, però, non sono cambiate: vanta il sistema di trazione integrale Terrain Response 2 con sospensioni pneumatiche regolabili, angoli d’attacco e d’uscita impressionanti (38° e 40°), marce ridotte e cambio automatico otto marce di serie. In più monta di serie i sistemi Adaptive Dynamics, Terrain Response, Hill Launch Assist, Roll Stability Control e Hill Descent Control.

Sotto il cofano troviamo motori diesel, benzina e ibridi con potenze che vanno dai 200 CV per la 2.0 diesel (240 Cv per la versione biturbo-diesel) ai 300 Cv della versione benzina, che diventano addirittura 400 Cv nella versione ibrida P400 3.0 V6 turbo Mhev.

Insomma, la Defender ha compiuto un salto avanti di decenni; un altro modo per vederla è che si è messa al passo coi tempi. Quel che è certo è che ora è un’auto all’altezza delle sorelle maggiori: lussuosa, raffinata, iper tecnologica, ma abilissima nel fuoristrada. I prezzi però sono da auto di una categoria superiore: nella versione 110 partono da 57.000 euro, e superano i 100.000 nella versione più potente.