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Stories

Ruf Automobile GmbH, la storia e i modelli più iconici

di Michele Neri
15-Set-2025

Dalla BTR alla Yellowbird, fino alle più moderne CTR3 e SCR, Ruf Automobile GmbH ha saputo creare modelli che hanno segnato la storia delle supercar rare e da collezione partendo dalla Porsche 911.

Le quotazioni, per intenderci, sono ben superiori alle Porsche da cui derivano. In un panorama dominato dai grandi costruttori, Ruf rimane una perla rara: amata dai collezionisti e dagli appassionati di Porsche in tutto il mondo. 

Le RUF sono l’emblema dell’esclusività, ma solo per veri intenditori: per questo sono esageratamente cool e per niente kitsch.

INDICE
Ruf Automobile GmbH: una storia centenaria
I modelli più iconici di Ruf
Ruf un marchio da collezionisti intenditori

Fondata ufficialmente nel 1923 da Alois Ruf Sr. in Baviera come garage e stazione di servizio, la Ruf Automobile GmbH ha trovato la sua vera identità negli anni ’60 grazie al figlio Alois Ruf Jr., che ha iniziato a restaurare vecchie Porsche di cui era estremamente appassionato.

L’azienda è diventata talmente autorevole e avanzata tecnologicamente da ottenere lo status di costruttore indipendente riconosciuto ufficialmente dal Ministero dei Trasporti tedesco nel 1981. 

Pur partendo dalle basi delle Porsche, ogni vettura Ruf è un modello a sé, sviluppato, modificato e numerato con telaio proprio, a conferma della sua autonomia rispetto alla casa di Stoccarda.

RUF BTR (1983)

Il primo grande successo internazionale arrivò con la BTR, basata sulla Porsche 911 Turbo, serie 930. Il motore boxer 3.4 litri turbo superava i 370 CV, e consentiva di raggiungere più di 300 km/h di velocità massima: numeri che all’inizio degli anni ’80 collocavano la Ruf tra le supercar più veloci al mondo. Oggi una BTR ben conservata può superare i 250 mila euro nelle aste internazionali, con punte più alte per gli esemplari originali e documentati.

RUF CTR Yellowbird (1987)

Il modello che ha consacrato Ruf alla leggenda è senza dubbio la CTR, soprannominata “Yellowbird” per la sua livrea gialla. Alleggerita fino a pesare appena 1.150 kg e spinta da un 3.4 litri biturbo da 469 CV, raggiungeva un’incredibile velocità massima di 342 km/h: era l’auto di serie più veloce al mondo nel test di Road & Track.
La fama della Yellowbird è tale che oggi rappresenta un vero Sacro Graal per i collezionisti: le pochissime prodotte superano facilmente 1 milione di euro sul mercato dell’usato.

RUF CTR2 (1995)

Basata sulla Porsche 993 Turbo, la CTR2 montava un boxer biturbo da 520 CV (580 CV nelle versioni più estreme), abbinato a una carrozzeria allargata e un’aerodinamica da corsa. La sua velocità massima di oltre 350 km/h la rendeva una delle auto più veloci della sua epoca. La sua rarità si riflette oggi nelle quotazioni, che variano tra 600 e i 900 mila euro a seconda delle condizioni.

RUF RGT RS (dal 2000 al 2017)

Con la RGT, Ruf puntò sull’aspirato puro della più sportiva (ma non più potente) 911 GT3. La gamma RGT è nata con la 996 GT3 da 385 CV, e ha proseguito anche con la 997 GT3 e la 991 GT3. Oggi la rappresenta una scelta più accessibile per i collezionisti, con valori tra 150 e i 200 mila euro per la prima RGT basata sulla 991. I prezzi sono ancora relativamente contenuti rispetto alle Ruf turbo.

RUF RT12 (dal 2005 al 2012)

Evoluzione estrema della 997, la RT12 poteva erogare fino a 730 CV e superare i 360 km/h (impressionante il fondoscala del tachimetro che segna 400 km/h). Era considerata la “super Porsche” definitiva degli anni 2000. Le quotazioni attuali oscillano tra 300 mila e 450 mila euro, con esemplari unici che possono spingersi oltre.

RUF CTR3 (dal 2007 a oggi)

Con la CTR3 Ruf fece un passo decisivo verso l’indipendenza: telaio sviluppato con Multimatic, linea ispirata alla Porsche 550 e motore 3.8 litri biturbo da oltre 700 CV. Con soli pochi esemplari prodotti, oggi è uno dei modelli più ricercati: il suo valore può superare 1,2 milioni di euro.

RUF SCR (2018)

La SCR è uno dei modelli più cool firmati RUF: ha lo stile della 911 SC del 1978, ma sotto il vestito nasconde un super performante telaio monoscocca in carbonio e un motore da 510 CV. D’altra parte è stata realizzata per festeggiare il 40° anniversario dalla creazione della prima SCR nel 1978.

Il motore è l’entusiasmante 4.0 boxer aspirato, con cambio manuale e trazione posteriore. Una moderna old school per puristi. Essendo ancora relativamente recente, le quotazioni dell’usato restano vicine al prezzo di listino, attorno a 700 mila euro, ma la rarità promette importanti rivalutazioni future.

RUF Rodeo (2020)

Costruita su un telaio monoscocca in fibra di carbonio, la RUF Rodeo è la variante off-road della 911 con uno stile unico ispirato al “safari”.
Il motore è un boxer biturbo da 3,6 litri da 610 CV e 760 Nm a 4.000 giri abbinato a un cambio manuale a 6 marce e alla trazione 4x4 regolabile da un comando centrale con differenziali autobloccanti su entrambi gli assi.

Con un’altezza da terra di ben 24 centimetri, sospensioni a doppio triangolo con push-rod e ammortizzatori elettronici, pneumatici Goodyear All-Terrain, la Rodeo promette performance sorprendenti anche nel fuoristrada. Il peso è contenuto in 1.250 kg. La velocità massima è limitata a 250 km/h.

RUF non ha ancora reso noti i prezzi ufficiali, ma si parla di oltre 1,2 milioni di euro.

Tra i collezionisti le Ruf sono molto ricercate. Le aste internazionali più prestigiose vedono spesso le Ruf tra i lotti più attesi, con aggiudicazioni che superano di gran lunga i modelli Porsche equivalenti.

Le più ricercate sono senza dubbio la CTR Yellowbird e la CTR3.

Un altro aspetto che alimenta il fascino delle Ruf è la loro rarità assoluta: molti modelli sono stati prodotti in poche decine di esemplari, a volte meno. Questo le rende difficili da reperire e molto appetibili per collezionisti che desiderano arricchire la propria collezione con un pezzo unico.

In termini di investimento, le Ruf hanno mostrato una crescita costante: se negli anni ’90 erano considerate un fenomeno di nicchia, oggi sono entrate nell’Olimpo delle youngtimer e delle supercar classiche.

Ma è impossibile sapere se e quanto si rivaluteranno ancora. Come disse Warren Buffet, uno che di investimenti se ne intende: “Le previsioni possono dirti molto sul passato, ma non ti dicono niente del futuro”.