La storia di Karl Abarth è una favola moderna dell’automobilismo, quella di una passione che nasce dalle corse e travasa nelle automobili stradali. Non molto diversa da quella di un tale Enzo Ferrari.
Karl (Carlo, per noi) nasce a Vienna nel 1908 (anche se con origini altoatesine) e sviluppa fin da subito la passione per i motori. Comincia a lavorare per la scuderia Motor Thun (costruttore di moto) dove ben presto si fa notare per le sue capacità tecniche e di pilota. In occasione del Gran Premio d'Austria, Karl sostituisce uno dei piloti (malato) e fa registrare subito il miglior tempo.
Sia i compagni di squadra sia il suo capo scuderia, il campione di motociclismo Opawsky, increduli, lo accusano di aver truccato la moto, costringendolo a utilizzarne un’altra in occasione della seconda sessione di prove. Abarth migliora addirittura il tempo, ottenendo di nuovo la prima posizione.
Ma la guerra e un paio di brutti incidenti in moto interrompono bruscamente la carriera da pilota di Abarth.
Nel 1945 riesce a raggiungere il padre in Italia, a Merano, dove ottiene la carta d’identità italiana - (“Carlo”, non più Karl) e si mette a cercare lavoro nel mondo dei motori. Il primo a cui si rivolge è l’amico Ferry Porsche: l’imprenditore austriaco lo coinvolge nel progetto sportivo Cisitalia, che sarebbe diventata la scuderia rivale di Ferrari e Maserati. Abarth è il responsabile organizzativo della scuderia, e per due anni lavora a stretto contatto con leggende come Tazio Nuvolari, Piero Taruffi, Rudolf Hruska e Giovanni Savonuzzi.
La nascita dello scorpione
Cisitalia nel 1949 fallisce, e Abarth riceve in pagamento delle sue spettanze alcune casse di pezzi di ricambio e materiale vario provenienti dall'officina di sperimentazione, pezzi che servivano ad elaborare le vetture di serie per le competizioni. Ed è proprio da quelle casse che nasce il marchio dello scorpione, segno zodiacale di Carlo: con il socio e pilota Guido Scagliarini, mette in piedi un’officina a Torino e entro la fine dell’anno conta già trenta dipendenti.
La scuderia, che vanta piloti come Bonetto, Cortese e Nuvolari, comincia a collezionare vittorie e successi. Abarth, abile nel marketing, sfrutta questa pubblicità per vendere kit di elaborazione alle vetture di serie, specializzandosi soprattutto negli impianti di scarico, una delle firme più distintive anche nelle Abarth di oggi. Il suo primo kit di elaborazione riguarda la “Topolino”, dove viene montando un nuovo comando del cambio. Il settore delle elaborazioni e delle marmitte esplode, Abarth cavalca l’onda ottiene abbastanza profitti per investire su nuove auto e nel reparto competizioni.
Nascono così le 204A e 205A, la 1500 e la “750 GT”. Nel 1953 l’azienda conta così 70 dipendenti e quasi 50 000 marmitte prodotte.
Le 500 Abarth nel 1957
La 750 GT, derivata dalla 600, rappresenta uno dei maggiori successi commerciali di Abarth, un nuovo standard qualitativo per le auto elaborate.
Carlo decide così di intervenire anche sulle Fiat 500 rielaborate dai carrozzieri Zagato e Pininfarina: nasce la 500 Abarth.
La prima, presentata nel 1957, fu realizzata per il Salone di Torino e prodotta in tiratura molto limitata. Montava un impianto di scarico “molto rumoroso” e dei carburatori Weber. A Monza, durante una sessione di prova, la piccola 500 (pesava 470 kg) gira per 7 giorni senza sosta con una media di 111 km/h, conquistando 28 primati di velocità.
La 550 Abarth così esce dalla catena di montaggio nel ’63: basata sulla 500d di serie, la piccola sportiva bicilindrica viene battezzata 595 (593 cc di cilindrata), e venduta ad un prezzo di 595.000 lire. Fiat fornisce ad Abarth le vetture semi-complete, dove poi vengono montate le parti mancanti personalizzate, come il cruscotto, il carburatore (Solex C 28 PBJ al posto del Weber 26), il volante a 3 razze, la coppa dell’olio in alluminio, il sistema di aspirazione e quello di scarico. Il cofano motore posteriore, poi, viene tenuto rialzato da due fermi per far respirare meglio il motore e facilitarne il raffreddamento.
595 SS e 695 SS, le più potenti
La 550 Abarth è un successo enorme, così nel 1964 Karl presenta la 595 SS, versione ancora più potente in grado di raggiungere i 130 km/h, e le versioni con cilindrata maggiorata a 689 cc 695 e 695 SS (più accessoriata e potente), in grado di raggiungere i 130 km/h e 140 km/h. Nel 1965 viene introdotta anche la 695 SS Assetto Corsa, che nel 1969 viene sostituito dalla 695 SS Competizione.
Gli anni ’60 sono stati - anche - gli anni delle 500 Abarth: le auto di serie elaborate, ancora più se di derivazione umile e basate su utilitarie, alimentarono al passione per i motori e la velocità. Abarth spopolò così sulle strade e nelle competizioni, costruendo la sua fortuna durate gli anni del boom economico.
Ma mai avrebbe immaginato che la Abarth 500 potesse vivere così a lungo, conquistando nuovi appassionati ancora oggi, nel 2020.