La scoperta di luoghi, di strade, la velocità, il rombo di un motore. I viaggi on the road sono sempre carichi di un pizzico di magia, un miscuglio di aria frizzante del mattino e di tramonto che si rispecchia sull’asfalto.
Il nostro viaggio dura tre giorni, poco meno 56 ore, ma quello della Abarth 695 70° Anniversario è ben più lungo. 1949 ore, per essere precisi: un numero non a caso, ma che rende omaggio all’anno in cui Karl Abarth fondò la sua azienda.
Il “Giro d’Europa in 1949 Ore” è un tour europeo che vede coinvolti diversi tester di diversi paesi. Partita da Lijnden, Olanda, la 695 70° Anniversario ha avuto uno stop a causa del lockdown dopo la tappa in Germania, ed è arrivata finalmente a Torino, nella sua città natale. Tocca a noi quindi prenderla in consegna e portarla fino a Cannes, in Francia, dove verrà presa i consegna e partirà ancora verso Barcellona, Madrid e infine Lisbona, dove il viaggio avrà termine.
Day 1
Torino a luglio non è deserta, ma quasi, soprattutto in questo periodo post lockdown. La nostra Abarth 695 70° Anniversario ci aspetta nella sede di FCA, lucida e bella come se fosse appena uscita dalla fabbrica, come se non avesse affatto attraversato Olanda e Germania per arrivare a noi. Facciamo due foto fuori dalla sede, ennesimo caffè della mattinata e ci dirigiamo verso Bra, dove faremo tappa per pranzo.
La scorpioncina non è certo una gran turismo, ma all’occorrenza sa essere un’ottima compagna di viaggio. Lo stereo Beats è di una potenza bruta, e in modalità “non Sport” il suono dello scarico risulta civile ed educato. Lo sterzo poi è leggero, così come la frizione: insomma, le sue doti da citycar rimangono - quasi - intatte.
Dopo aver assaporato tartare, salsiccia di Bra, lardo, tajarin, bunet, e ogni leccornia tipica piemontese, ci mettiamo di nuovo in viaggio con la piccola edizione limitata dello Scorpione sulle stupende colline piemontesi. Il post pranzo ci invoglia a una guida rilassata e contemplativa, e il pensiero va a Karl Abarth, austriaco d’origine e italiano d’adozione.
È solo grazie a lui che esiste un’auto lunga 3,66 metri con 180 CV di potenza. La prima 500 Abarth è nata nel 1957, ma la sua carriera nel settore comincia come pilota di moto, in modo del tutto casuale. In breve, è andata così: in una gara sostituisce un pilota indisposto, si piazza primo, e va talmente forte che lo accusano di aver elaborato la moto, dunque gli danno un’altra moto per la gara successiva, e va ancora più forte di prima. Poi passa alle elaborazioni.
Arriviamo a Limone Piemonte e passiamo la notte in bellissimo B&B di Peveragno, dove l’aria è frizzante e la gelida piscina rigenerante.
Day 2
I chilometri da fare oggi sono parecchi: dobbiamo lasciare Limone Piemonte, attraversare il Col di Tenda, il Turini e arrivare in Francia per sera.
Dopo una colazione che definirei “energica” a base di brioches, salame, crudo, formaggi, torcetti al burro, succo di pompelmo e una moka da sei di caffè (che mi sono bevuto da solo) siamo pronti ad accelerare.
In poco tempo arriviamo al Col di Tenda, un valico alpino che supera i 1.800 metri d’altezza e ci porta dalle Alpi liguri a quelle Marittime. Qui assaporiamo le caratteristiche racing della 695 70° Anniversario, a cominciare dal sound baritonale emesso dallo scarico record Monza dual mode.
Nella modalità “Sport” la voce si fa rauca già al minimo, attirando l’attenzione dei presenti. In tutto il campo di utilizzo del motore si susseguono una gran varietà di note, finché non sopraggiunge un potente ruggito una volta superati i 4.000 giri: va da sé che le numerose gallerie del colle italo-francese vengono accolte con gran gioia proprio per la loro capacità di fungere da cassa di risonanza.
Il misto veloce è l’occasione per metter mano allo spoiler regolabile ispirato a quello della regina dei rally nostrana: la Lancia Delta Integrale. Bastano la brugola in dotazione e tre minuti d’orologio per passare da 0°, posizione in cui si raggiunge la velocità massima di 225 km/h, a 60°, dove la deportanza raggiunge quota 42 kg a 200 km/h a vantaggio della stabilità, specie nel misto veloce.
Per chi mastica i rally, il Col del Turini è una mecca. Una tappa speciale storica, stretta e costeggiata da muretti bassi e rocciosi.
Passare dentro le gallerie scavate nella roccia (che ho visto un milione di volte dei miei videogiochi di rally e nei video su YouTube) è una sensazione meravigliosa. Ci fermiamo a fare qualche ripresa, un paio di foto, e poi cominciamo a salire ad un ritmo molto… adatto alla strada.
Il traffico è quasi a zero e l’asfalto è perfettamente asciutto. Uno scenario molto lontano, fortunatamente, da quello ghiacciato, impervio e cupo di gennaio, quando si tiene la prima tappa del mondiale. È un clima gradevole, fresco ma soleggiato. Troviamo anche qualche ciclista, anzi, un vero e proprio sciame; anche perché il Turini è stato per ben tre volte la tappa del Tour de France.
Non passa molto tempo prima che arriviamo alla cima, una decina di minuti o poco più (o forse la mia concezione del tempo si è dilatata). Turisti, ristoranti, un paio di macchine sportive e tante moto: la vetta del colle è quasi un impianto turistico, seppur in piccolo, e noi ne approfittiamo per rilassare i nervi. Abbiamo ancora circa quattro ore per arrivare a Vence, una piccola località tra Nizza e Cannes, ma prima bisogna scendere dall’altro versante.
In discesa, ancor più che in salita, il panorama è mozzafiato: alcuni scorci mostrano un lungo susseguirsi di curve, chilometri e chilometri di striscia d’asfalto immersa tra le rocce e il verde della natura.
La piccola 695 è perfetta per il contesto: dimensioni mini e tanta potenza sono gli ingredienti giusti per affrontare questa tappa del Mondiale Rally con entusiasmo.
E anche un po’ con lo spirito delle leggendarie auto del Gruppo B, come la Lancia S4. Delle vecchie glorie anni ’80 dei rally, la 695 eredita l’erogazione vuota ai bassi regimi, con una bella dose di turbolag e una spinta possente non appena la chiocciolona comincia a sparare aria a pieni polmoni nel motore.
La posizione di guida non è molto sportiva, ma si gode di un’ottima visibilità, e al Col De Turini non guasta affatto. I sedili sabelt avvolgono a dovere, mentre il cambio a 5 marce manuale ti dà da fare: è tutto un alternarsi di seconda e terza, con frequenti staccate dove la piccola Abarth si muove nervosamente - il passo è corto, molto corto - aiutando l’inserimento in curva e altrettanti affondi sul pedale del gas, rigorosamente flat. Tanto c’è il differenziale autobloccante meccanico, optional, ad assicurare il giusto grip quando si tratta di mettere a terra i 180 cavalli vapore.
La strada è lunga, eppure il tempo è volato. L’aria fresca dell’alta quota è ormai un ricordo, e il caldo della Costa Azzurra è incalza. È ora di fermarsi prima di ripartire, l’indomani, per quel di Cannes.
Day 3
Sono le 8:00 del mattino e il sole è già caldo. In poco tempo arriviamo a Cannes e ci fiondiamo sulla Croisette, l'antica strada principale costeggiata dal lungomare da una parte e da lussuosi hotel e raffinate boutique dall’altro. Anche qui la nostra 695 70° Anniversario è a suo agio, districandosi nel traffico e nelle piccole strade del circondario con la sua proverbiale agilità. E con quell’aurea di sportività ed esclusività che in una località come Cannes è sempre apprezzata.
Al Motor Village di Cannes finisce la nostra avventura, ma non la sua, quella della scorpioncina, che continuerà il giro senza di noi.
di Francesco Neri e Michele Neri