Le due Alfa Romeo Quadrifoglio occupano da diverso tempo i gradini alti della nostra classifica personale delle auto più belle. I loro motori V6 turbo da oltre 500 Cv da soli non riescono a raccontare l’unicità di questi modelli che sono due mosche bianche, molto più sanguigne e selvagge rispetto alle concorrenti tedesche, anche quelle più potenti e prestazionali.
A vederle da fuori sembrano rappresentare il giorno e la notte: una è un’imponente SUV con la trazione integrale, l’altra è una berlina slanciata con trazione posteriore.
Sottopelle, però, condividono lo stesso pianale (piattaforma Giorgio, sviluppata a Modena da Maserati), lo stesso motore, e la stessa messa a punto raffinata. Gli esemplari della nostra prova sono due MY 2020 con sistema multimediale aggiornato e ADAS con sistema di guida autonoma di livello 2.
Gemelle diverse
Il cuore pulsante di entrambe le auto è il 2,9 litri V6 biturbo da 510 Cv e 600 Nm di coppia abbinato al cambio automatico a 8 rapporti ZF, splendidamente dolce nelle modalità tranquille e velocissimo e brusco in quelle sportive. La, ovvia, differenza tra le due risiede nella taglia: qualche centimetro di differenza in lunghezza (464 cm per la berlina, 469 per la SUV), e svariati kg: rispettivamente 1620 e 1830; nemmeno così tanti, se consideriamo che la Stelvio Quadrifoglio ha la trazione integrale Q4. La capacità del bagagliaio è di 525 litri per la Stelvio e di 485 litri per la Giulia.
La differenza di taglia influisce anche su gommatura e impianto frenante: la Stelvio monta dei dischi da 390 mm all’anteriore e 350 mm al posteriore, e calza pneumatici da 255/45 su cerchi da 20” davanti e 285 40” R 20 dietro; la Giulia invece monta dei dischi da 360 mm davanti e 350 mm dietro, con pneumatici 245/35 19” e 285/30 19”. Entrambe montano l’impianto carboceramico (optional da 8.500 euro), che rende la frenata praticamente instancabile (almeno su strada) anche se più difficile da modulare alle basse temperature.
I dati parlano di uno 0-100 km/h di 3,8 secondi per la Stelvio e di 3,9 secondi per la Giulia, con una velocità di punta di 283 e 307 km/h a favore della più slanciata berlina. Il consumo medio dichiarato è rispettivamente di 10,2 l/100 km e 9,0 l/100 km.
Le sospensioni anteriori sono a quadrilateri sovrapposti per entrambe, mentre quelle posteriori sono Alfa Link con braccio verticale per la Giulia e Alfa Link con quattro bracci e mezzo per la Stelvio.
La doppia prova
In queste due settimane, io (Francesco) e Michele, abbiamo usato le auto in lungo e in largo, in ogni condizione meteo e sulle nostre strade preferite. Ce le siamo scambiate (e riscambiate), cercando di utilizzarle in ogni modalità e a ogni andatura. Alla fine abbiamo scritto le nostre sensazioni separatamente, unendole poi in questa recensione. Ecco com’è andata.
Le differenze da dietro il volante
Francesco: Che differenza c’è, dunque, tra la Giulia e la Stelvio Quadrifoglio? Alle basse velocità la sensazione di guidare la stessa auto è palpabile. Sterzo, motore, cambio, lavoro delle sospensioni, tutto è dannatamente simile fatta eccezione per la posizione di guida: quella della Giulia Quadrifoglio è perfetta, bassa, con le gambe libere e il volante che viene verso di voi; sulla Stelvio si sta seduti più in alto, ma un po’ meno sdraiati a causa dei sedili a guscio - assenti sulla Giulia Quadrifoglio della nostra prova - che non sono regolabili in altezza. Ma anche sulla SUV la seduta è più che adeguata per sentirsi a proprio agio quando si forza il ritmo.
Durante le due settimane in cui le auto ci hanno fatto compagnia ho passato più tempo con la Giulia, un po’ perché il colore Ocra Gold mi fa impazzire, un po’ perché la trazione posteriore riesce a regalare emozioni anche quando si va (relativamente) piano.
Ed è così. La Giulia Quadrifoglio sul bagnato è davvero uno spasso: i 600 Nm di coppia mandano in crisi le Pirelli P Zero Corsa solo sfiorando l’acceleratore, e si posso percorrere dei traversi di potenza ad appena 2.000 o 3.000 giri con insospettabile facilità.
Lo sterzo è tra i migliori in commercio (e includo anche quello delle supercar), ma il vero asso nella manica della Giulia Quadrifoglio è la messa a punto delle sospensioni: anche nella modalità più rigida la Quadrifoglio conserva quel grado di “sofficità” che infonde fiducia e che permette di mantenere sempre il contatto tra le ruote e la strada, anche quando l’asfalto è brutto e sconnesso.
In parole povere: l’auto è così genuina, amichevole e bilanciata che vi invita a spingere e a giocare. E questo è meraviglioso.
Il sei cilindri è una bomba atomica e con quasi zero ritardo nella risposta accelera fino al limitatore con una forza galvanizzante. La potenza non è troppa, ma è “giusta” per il telaio.
Certo, in modalità “Race” l’auto potrebbe farvi scendere qualche goccia di sudore, anche perché la coppia è così tanta che anche in quarta marcia le gomme posteriori potrebbero entrare in crisi. Ma il divertimento supera di gran lunga la paura. Magnifico.
La Stelvio è una sorpresa. Non avrà la capacità della Giulia di fare i traversi, ma i suoi difetti (se così vogliamo chiamarli) finiscono qui.
Infonde molta più fiducia in ogni condizione. Una volta al volante non sembra più pesante ma solo più alta, e la trazione integrale è così efficace che potrebbe digerire tranquillamente 150 Cv in più. Detto questo, le sensazioni che arrivano dal telaio e dallo sterzo sono davvero simili a quelle della Giulia, ed è qui il vero capolavoro. Sembra di guidare una Giulia Quadrifoglio 4X4, non una SUV. Certo, ha meno inserimento in curva e ha un baricentro più alto, ma arriva ad eccitare ed entusiasmare - quasi - allo stesso modo. Chapeau.
Michele: - Rispetto alla Giulia, sulla Stelvio si sta seduti ben più in alto. E poi quest’ultima si porta dietro l’equivalente di un paio di passeggeri in più a causa della quantità in più di metallo (è più alta) e della trazione integrale. Eppure è dannatamente agile, comunicativa, a tratti nervosa. E velocissima. Non solo nelle prestazioni pure (brucia lo 0-100 in 3,8 secondi, un decimo in meno rispetto alla gemella diversa a trazione posteriore) ma anche tra le curve.
Si beve i passi di montagna a una velocità uguale se non superiore a quella della Giulia quando l’aderenza è critica, e si mette di traverso a velocità impressionanti senza mai farti venire un infarto per la paura.
E qui viene fuori il bello del suo sistema 4x4 con Torque Vectoring, una sorta di differenziale autobloccante gestito dall’elettronica.
Sovrasterza, ma non si arriverà mai a un pericoloso 180° se non si gestiscono bene sterzo e gas, e questo è molto confortante. È così veloce e piatta in curva che sembra di essere al volante di una supercar, ma con la maneggevolezza di una compatta sportiva. È davvero esaltante, eppure quasi facile da portare al limite se non ci si lascia impaurire dalla sua irruenza.
La Giulia Quadrifoglio, d’altro canto, regala le emozioni più pure della trazione al posto giusto, sovrasterzi a bandiera e una certa dose di paura, perché una volta messo il manettino in “Race” non c’è niente a proteggerti agli errori.
E questo ti fa sentire un asso della guida quando riesci a domarla.
Entrambe, invece, hanno uno sterzo che ricorda quello di una Ferrari: leggero, diretto, e super-comunicativo.
La nostra vincitrice
Michele: - È fin troppo facile rispondere la Giulia: non è una Sport Utility (e questo già dovrebbe bastare a preferirla) e ha la trazione posteriore: più pura, emozionante, e anche romantica rispetto a quella integrale.
”La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso.”
Lo stesso si potrebbe dire della Stelvio: è una SUV che non sa di essere una SUV, e quindi non si guida come una SUV.
Se dovessi scegliere, però, staccherei l’assegno per la Giulia, sia perché preferisco le berline, sia perché amo la trazione posteriore più di quella integrale. Ma la Stelvio Quadrifoglio è quella più sorprendente tra le due: non c’è SUV al mondo che possa reggere il confronto con lei. Nemmeno cercando dalle parti di Sant’Agata Bolognese. C’è bisogno di aggiungere altro?
Francesco: - Devo ammettere che gli ultimi giorni passati con la Stelvio Quadrifoglio mi hanno messo in crisi. Quella delle SUV non è una categoria che mi entusiasma, ma alla guida quest’auto sembra davvero una grossa compatta sportiva, capace di sovrasterzare, di essere velocissima e di entusiasmare come poche altre. Nelle giornate fredde e piovose alla fine sceglievo lei: è bello fare i sovrasterzi con la Giulia, vero, ma se si vuole godersi il tragitto a un buon ritmo e senza preoccupazioni, la Stelvio vince a mani basse.
Quindi preferisco la Stelvio? No. La Giulia è più emozionante, più sanguigna, e a mio parere più bella.
È meno facile, ma più gratificante. Per come intendo io la guida almeno.
Ma la verità è che le vorrei entrambe, da scegliere in base al mio umore.