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Test-drive

Ferrari Roma Spider, il ritorno della capote morbida

di Michele Neri
26-Set-2023

La Roma Spider è una Ferrari da tutti i giorni, perfetta per il tragitto casa lavoro così come per una gita in Costa Azzurra. Anche con i figli, almeno finché sono piccoli. È così raffinata da fare impallidire le supercar inglesi, talmente affascinante da essere perfetta per il personaggio di James Bond. 

INDICE
La dolce vita secondo Ferrari
Pura eleganza romantica: il ritorno della capote in tela
Minimale e tecnologica
Verdetto
Il prezzo della Ferrari Roma Spider

È una Ferrari understated, elegantissima, con quel sapore rétro che richiama la dolce vita dei nostalgici anni Sessanta. Eppure sotto la sua lamiera ammaliante ritroviamo il meglio della tecnologia endotermica: il V8 made in Maranello, premiato quattro volte di fila come "International Engine of the Year”.

L’impostazione è quella che piaceva tanto a Enzo Ferrari, motore davanti e trazione dietro.

Si tratta di un 3.9 biturbo da 650 Cv e 760 Nm in posizione anteriore-centrale, abbinato a un cambio automatico doppia frizione a 8 marce montato al posteriore. La configurazione transaxle consente di ottenere una distribuzione dei pesi perfettamente equilibrata di 48% all’anteriore e 52% al posteriore, nonché una riduzione della massa dell’albero di trasmissione.

Sulla Spider debutta anche il Variable Boost Management (ora introdotto anche sulla Coupé), un inedito software che varia la coppia erogata in funzione della marcia inserita, per fruire di una spinta sempre crescente fino a raggiungere i 760 Nm in 7° e 8° marcia.

La capote della Ferrari Roma Spider non poteva che essere morbida. E se non la ricordate su una Rossa è perché sono passati alcuni decenni da quando è stata scelta per una scoperta di Maranello: l’ultimo modello ad averla è stata la Daytona 365 GTS/4 del 1969, voluta dall’importatore dell’epoca Luigi Chinetti per il mercato americano.

I vantaggi della tela? Lo stile, prima di tutto. La sua eleganza classica non trova paragoni con i tetti rigidi retrattili.

La possibilità di scegliere tra 5 tinte tra rosso, marrone, grigio, nero e blu è da perdere la testa, nonché diverse ore davanti al configuratore per trovare l’abbinamento più adatto alla propria personalità.

La capote morbida ha anche permesso al direttore del Design Center di Ferrari Flavio Manzoni e al suo staff di mantenere inalterate le proporzioni della Roma Coupé; d’altra parte sarebbe stato difficile trovare una soluzione che non ne compromettesse l’equilibrio perfetto.

Inoltre è più leggera - la Roma Spider pesa solo 84 kg in più rispetto alla variante chiusa, per un totale di 1556 kg a secco - e lascia un discreto bagagliaio di 255 litri, appena 17 in meno rispetto alla Coupé. Non male per una supercar scoperta; quando basta per infilarci due piccoli trolley e un paio di borse.

Il classico svantaggio di questa soluzione è l’insonorizzazione, ma gli ingegneri hanno realizzato una tela a 5 strati fonoassorbenti che isola quanto un hard top. È possibile aprire il tetto in 13,5 secondi anche in movimento, fino a una velocità di 60 km/h.

L’impostazione plancia, caratterizzata dalla simmetricità, prevede un doppio cockpit, ognuno con il suo schermo. Il pilota visualizza i dati sullo schermo curvo da 16 pollici della strumentazione digitale con il grande contagiri al centro, come si addice a una vera sportiva; poi c’è lo schermo (opzionale) dedicato al passeggero, dove visualizzare i dati relativi a velocità e regime del motore, e accedere alle impostazioni del clima, dell’audio, e dei sedili. 

Infine c’è lo schermo centrale verticale da 8,4 pollici in stile tablet del sistema multimediale, compatibile con Apple CarPlay e Android Auto wireless. È tutto pulito, razionale e ben realizzato, ma avrei preferito dei più intuitivi comandi analogici per il clima e l’impianto audio, seppure meno belli alla vista. E anche un pulsante vero al posto di quello capacitivo per dare vita al V8.

Il volante integra molti comandi, dalle frecce ai tergicristalli, oltre al celebre Manettino con cinque modalità di guida con potenza (e abilità di chi guida) crescente, perché i controlli elettronici si alleggeriscono fino a sparire selezionando la modalità di guida ESC-off, in cui il pilota prende il pieno controllo della tanto distinta quanto affilata Roma Spider. Le altre sono Wet, Comfort, Sport, e Race.

Il cambio DCT a 8 marce derivato da quello della SF90 ha i comandi racchiusi in una piccola ghiera che ricorda i manuali del passato, e sul piantone ci sono i grandi paddle per l’uso in sequenziale.

Test drive: la Roma Spider su strada

La Ferrari Roma Spider si inserisce nel segmento delle GT 2+, dunque potrebbe dare l’idea di essere un modello piuttosto “tranquillo”. Ma non fatevi ingannare: sotto il look da abito da sera si nasconde un’arma micidiale.

L’aspetto della Roma Spider vale da solo il prezzo del biglietto, ma posso assicurare che è bella da guardare tanto quanto da guidare.

Il V8 sorprende con un mare di coppia già sotto i 2.000 giri, e la progressione è da urlo: la trovata di fornire più coppia man mano che si snocciolano le marce è davvero geniale.

La maneggevolezza e la dinamica di guida sono appaganti quanto la sua spinta, a dir poco esplosiva. Per rendere l’idea delle sue prestazioni basta lasciar parlare i numeri.

Rapporto tra peso e potenza di 2,5 kg/Cv, 3,4 secondi per l’accelerazione 0-100 km/h, 9,7 da 0 a 200 km/h in 9,7 secondi, e 320 km/h di velocità massima.

La Roma Spider è in grado di percorrere centinaia di chilometri con un buon livello di comfort, anche acustico, ma basta solleticare l’acceleratore per farla schizzare in avanti come una forsennata. Lo sterzo è piacevolmente leggero, sensibile e chirurgico come ci hanno abituati in quel di Maranello, e lascia a bocca aperta il modo in cui una spider vestita col frac affronta la strada.

Merito della sua tecnologia, dei controlli elettronici iper avanzati, e dell’e-Diff3 che lavora in modo strepitoso.

La potenza è tantissima e nella modalità Race è un attimo chiudere la curva semplicemente accelerando, con la coda che sbanda quanto basta per generare un sorriso a 32 denti.

Se si esagera, nessuna paura: l’ESP vi salverà. È dannatamente spassosa, perché non è troppo rigida e neppure incollata. Si muove, la senti viva tra le mani, ci puoi giocare senza averne paura, seppure richieda sempre un certo rispetto.

Guidarla a cielo aperto è ancora più bello. Ci si può godere la musicalità del V8, e non è nemmeno necessario alzare la voce per far conversazione con il passeggero: la soluzione, brevettata da Ferrari, è un deflettore che sfrutta lo schienale dei sedili posteriori per rimuove tutti i vortici, creando così una “bolla di comfort” per le teste dei passeggeri. Utilizzandolo si può viaggiare solo in due, in compenso si allunga il piano di carico del baule.

La Roma è la Ferrari più elegante realizzata da molti anni a questa parte. Ha il fascino di alcuni modelli che hanno fatto la storia del Cavallino Rampante abbinato alla tecnologia e alle prestazioni più avanzate nel mondo dell’automobile.

Incarna il lusso discreto e allo stesso tempo è affilata come un rasoio; come se avesse la prestanza di Usain Bolt e l’aspetto di Cary Grant.

Personalmente ho sempre preferito le supercar coperte a quelle scoperte, ma una decappottabile è il modo migliore per rivivere La dolce vita a cui fa riferimento la Ferrari Roma Spider, e la capote in tela è la ciliegina sulla torta. Soprattutto se i compromessi in termini di comfort e prestazioni sono difficili da percepire.

I due piccoli sedili posteriori fanno della Roma Spider una GT versatile. Non sono adeguati a due passeggeri adulti, ma due bambini potrebbero sopportare con grande piacere un breve viaggio, soprattutto con la capote abbassata. Oppure possono essere usati come bagagliaio aggiuntivo, anche, semplicemente, per riporre borse e zaini.

Il listino prezzi parte, optional esclusi, da 250 mila euro, circa 30 mila in più rispetto alla Roma Coupé.