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Test-drive

Porsche Cayman 718 GT4: meglio della 991 GT3? La nostra prova

di Francesco Neri
27-Mar-2023

Di auto come la Porsche Cayman GT4 ne sono rimaste davvero poche. Se contiamo quelle a motore centrale, aspirato, provviste di cambio manuale, forse rimangono giusto le Lotus e qualche altra rarità pensata per i trackday. Eppure la Cayman 718 GT4 vive nel 2021, nella “nuova era” delle auto sportive (quelle con cambi ultra-rapidi e motori turbo), e in barba al downsizing monta un sei cilindri flat six 4,0 litri da 420 Cv con un fiato che arriva a 8.000 giri.

È una lettera d’amore agli amanti della guida, della guida vera.

Il paragone con la sorella maggiore, la GT3, viene spontaneo. Rispetto all’uscente versione 911 (991) conta 80 Cv e 1.000 giri in meno sul contagiri, ma grazie al motore centrale vanta un migliore equilibrio dei pesi. È forse lei la Porsche migliore per gli amanti della guida?

Racing suit

Non bastavano l’alettone, lo splitter nero e l’enorme estrattore posteriore, voleva anche la tinta gialla, la GT4, per urlare al mondo che non è una Cayman qualunque. Ma ha ragione, diavolo se ha ragione. Le appendici aerodinamiche non sono solo splendide agli occhi di chi ama il look racing, ma aiutano a generare parecchio carico aerodinamico, ben il 50% in più rispetto alla GT4 di precedente generazione.

Le sospensioni adattive PASM hanno una taratura più spinta e abbassano di 30 mm la 718, mentre il differenziale meccanico e il toque vectoring aiutano a fornire trazione e a bilanciare l’auto.

Considerando che la 718 è la prima generazione di Cayman a montare un propulsore 4 cilindri turbo, il sei cilindri 4,0 litri della GT4 diventa ancora più speciale. Eroga 420 Cv a 7.600 giri e 420 Nm di coppia a 5.000 giri, ed è in grado di lanciare l’auto da 0 a 100 km/h in 4,4 secondi fino alla velocità massima di 404 km/h.

L’abitacolo è raccolto e accogliente, con il volante che è semplicemente…un volante,  e una leva del cambio che scalda il cuore.

L’Alcantara arreda quasi tutte le superfici, mentre le maniglie delle portiere in tela gialla (abbinate alle cinture) fanno parte di quel tipo di dettagli che mi fa perdere la testa.

Apprezzo la pulizia e la focalizzazione dell’auto: niente manettini o tasti sport (è sempre in “sport”, che vi piaccia o no), schermo del sistema multimediale risicato, e un bel contagiri analogico con sfondo grigio e lancetta arancione.

Nulla vi distrae da quello che è più importante: la guida. La seduta è bassa e raccolta, ma non scomoda, ed essendo io alto 1,85 metri devo rannicchiare appena le gambe per avere il volante vicino, ma di poco. Giro la chiave alla sinistra del piantone (che bel gesto), e si parte.

Queen of the road

Mentirei se dicessi che la GT4 è un’auto da corsa omologata per la strada: la GT4 è un’auto che trova il suo habitat ideale su strada. Bastano pochi metri per rendersi conto di quanto sia a suo agio anche nel traffico, sull’asfalto bagnato, persino in autostrada. La frizione è facile da modulare e l’auto scorre fluida, senza il minimo sobbalzo o singhiozzo. Sembra quasi di guidare una Volkswagen Golf. La differenza però è che anche a 30 km/h lo sterzo vi racconta tutto, così come il sedile, il pedale del freno. E il suono della trasmissione trova via libera in mancanza di parecchio materiale fonoassorbente.

È un’auto molto analogica e trasmette più dettagli rispetto a una 718 standard, è più connessa a voi a alla superficie stradale in ogni situazione, a ogni velocità.

Il motore è incredibilmente elastico, e dato che è incaricato di spostare appena 1400 kg, vi consente di viaggiare senza problemi in sesta a 50 km/h, in salita.

La Panoramica Zegna è una strada ideale per questo tipo di auto, il clima invernale invece lo è di meno.

La fiducia che il telaio trasmette mi invita a staccare i controlli piuttosto in fretta. D’altronde, le opzioni offerte dall’elettronica non sono poi molte: si può togliere l’ESP e lasciare il controllo di trazione, oppure staccare tutto. Fine.

Disattivo tutto e cominciano le danze.

Il tempo che passa da quando il penso di flettere il piede destro all’effettiva accelerazione si conta in millisecondi: Dio benedica i motori aspirati potenti. Il flat six risponde a ogni pressione del gas con spinte immediate e suoni rauchi e metallici.

La prima cosa che si nota sono i rapporti immensamente lunghi, che di certo non aiutano il motore che ama girare in alto.

Sto parlando di una seconda da quasi 140 km/h e di una terza da 190: potrete immaginare quante marce si riescano a sfruttare su una strada di montagna ricca di tornanti. Ed è un po’ un peccato, perché la Cayman è sublime. Il cambio manuale a 6 rapporti è deliziosamente secco e preciso, e permette - tramite un tasto - di godere della doppietta automatica in scalata; un bel benefit per i meno esperti del punta-tacco.

Il motore non ha la stessa fame di giri di quello della GT3, e ai bassi regimi sembra quasi bolso e stanco, ma dopo i 6.000 esplode emettendo un lamento acuto e sguaiato. La prima cosa che ho pensato è che ci sarebbe stato bene il motore della GT3, ma in questo modo la Cayman avrebbe infastidito (se non offuscato) sua maestà la 911. E in Porsche ne sono consapevoli, ve lo garantisco.


Il sound della Porsche è quanto di più vero e genuino ci sia in circolazione. Niente scarichi studiati a tavolino o sound amplificati dalle casse: quello che pervade l’abitacolo è il suono dei pistoni, della trasmissione, e di ogni organo meccanico che lavora.

Lo ammetto, avrei voluto più rumore, ma la GT4 non è un’auto che cerca di conquistarvi con effetti speciali e suoni artificiosi, è un oggetto professionale.

Le cose che amo di più della Cayman sono la sua sincerità e la sua facilità al limite del grip. Guidare di traverso è la cosa più naturale del mondo, e anche con l’asfalto freddo e i controlli disattivati vi sentite tranquilli, al sicuro, come seduti sul divano di casa.

Con la 911 dovete lottare, tenere sotto controllo il sottosterzo, sforzare le gomme posteriori per ottenere un bel drift, e fare a pugni per mantenerlo.

Con la GT4 viene tutto facile, ed è così bello che non smettereste mai.

Nonostante i rapporti del cambio tendano a infinito (come diceva la mia prof di matematica), non sceglierei il cambio doppia frizione poiché vi priverebbe di una stupenda esperienza di connessione uomo-macchina-strada.

Non ho mai osato premere il tasto che rende le sospensioni più dure, non servirebbe a nulla: la Cayman, nel suo setup standard, offre tutto il controllo del mondo con appena un’idea di rollio; ma soprattutto permette alle enormi gomme di mantenere sempre il contatto con l’asfalto, anche quello brutto, anche quello freddo, sporco, e con le buche.

È difficile spiegarlo a chi non ha mai provato una Cayman, ma è l’equilibrio il suo asso pigliatutto. In frenata il posteriore non si scompone mai, e in uscita di curva lo fa solo se glielo chiedete voi. Il bilanciamento dei pesi è perfetto, così come la consistenza dello sterzo e del pedale del freno, dal feeling superbo.

Vorrei poter dire che la GT4 è una versione estrema e scorbutica di una 718 “standard”, ma non lo è: semplicemente è una Cayman più sensoriale, più avvolgente, e con un motore davvero speciale.

“Speciale” è proprio come vi sentire, e questo vale a 50 km/h come a 200, in città come su una strada di montagna. La GT4 è splendida in ogni circostanza.

Va detto che per spingerla a dovere bisogna impegnarsi, e forse un guidatore poco esperto (e poco smaliziato) potrebbe trovare più facile e appagante una 718 Cayman o Cayman S, per via del motore turbo più ricco di coppia e dall’erogazione meno appuntita. Ma per chi ama guidare con il coltello tra i denti, la GT4 è di un’alta pasta.

VERDETTO

Vediamo di dare delle risposte alle nostre domande. La Cayman GT4 è la Porsche migliore in circolazione? Migliore anche della GT3? Da un punto di vista puramente oggettivo, la risposta è sì. È più compatta, più facile, più bilanciata, offre (quasi) le stesse emozioni e lo stesso senso di connessione e costa un terzo in meno (poco più di 103.000 euro). Ma, c’è un “ma”.

La 911 GT3 è più difficile ma anche più gratificante, e il suo motore che allunga fino a 9.000 giri è più selvaggio ed emozionante. Lady “nine-eleven” è più sanguigna, più arrabbiata, più impegnativa. E spingerla al limite è un’esperienza molto più intensa, mentre la GT4 risulta decisamente più “friendly”. Lascio a voi le conclusioni.

Quello che posso dirvi con certezza è che la Porsche 718 GT4 è superba. Non avrei mai voluto lasciarla: vi fa sentire speciale da ferma, su strada, e quando andate a fare la spesa. Non è perfetta: i rapporti troppo lunghi sottolineano la mancanza di potenza del sei cilindri sotto i 6.000 giri; ma non importa, di auto come la GT4, ormai, ne sono rimaste poche.