24-Giu-2022

La storia dei più famosi loghi di costruttori di pneumatici

di Redazione
News

Non solo Michelin con il suo Bibendum: anche le altre grandi Case costruttrici di pneumatici hanno un logo e un simbolo che racconta la loro storia e che ormai caratterizza a colpo d'occhio le loro produzioni. Andiamo quindi alla scoperta di ciò che c'è dietro i marchi che siamo abituati a vedere dappertutto, anche sui siti online come euroimportpneumatici.com, dove sono già pronti a darsi battaglia paer conquistare il maggior numero di vendite per la prossima stagione fredda con i loro modelli di pneumatici invernali.

INDICE
Storia del logo Bridgestone
Il simbolo di Goodyear: le ali di Mercurio
La P lunga Pirelli, un marchio iconico
Il cavallo di Continental
L'evoluzione di Hankook

Il nostro tuffo nel vivace mondo degli pneumatici inizia dalla Bridgestone, costruttore giapponese attivo sin dal 1931 e da anni al vertice della classifica mondiale dei produttori di gomma (anche se proprio lo scorso anno è stato superato da Michelin, in termini di fatturato).

Il logo aziendale è stato modificato una decina di volte nel corso di questi 90 anni di storia, anche se ha mantenuto la caratteristica di contenere il nome in primo piano. In origine, il marchio presentava appunto la scritta Bridgestone abbinata a un piccolo stemma che riportava al centro le lettere "BS", che aveva la forma intricata di una "pietra di ponte", traduzione letterale del nome dell'azienda. Dopo diverse varianti che non hanno intaccato questo logo, negli anni Ottanta arriva una prima "rivoluzione", con l'abbandono della raffigurazione della bridgestone, sostituita da un triangolo nero a sinistra del marchio (completamente in nero) che, in qualche modo, ricordava in questo modo la stilizzazione di un camion per sottolineare un legame simbolico con il segmento principale in cui operava l'azienda.

Nella seconda metà degli anni Ottanta scompare già il triangolo nero, che viene però inglobato nella parte inferiore della lettera "B", mentre la parte superiore si colora di rosso: la stessa iniziale, così stagliata, viene usata anche come emblema autonomo.

Una decina di anni fa, nel 2011, arriva l'ultima modifica: il logo Bridgestone aggiornato trasmette "convivenza con persone in tutto il mondo", oltre a "forza flessibile" e "sensazione di velocità nell'adattarsi al cambiamento", come spiegato dalla stessa azienda, grazie a piccoli interventi su leggibilità (con cambio di font), arrotondamento dell'angolo superiore della B e carattere più leggero e liscio.

Il caso Goodyear è un eccellente esempio di logo che ha superato la prova del tempo, grazie soprattutto al legame molto stretto con i valori fondamentali dell'azienda. Parliamo del simbolo del piede alato, il wingfoot basato sulla classica iconografia del dio romano Mercurio (che indossava le scarpe alate, talaria, che gli davano velocità e quindi lo aiutavano a svolgere i suoi doveri, essendo il messaggero degli dèi, oltre che protettore del commercio e dei viaggi), introdotto già nel 1900 su intuizione del fondatore Frank Seiberling, che aveva una statua di Mercurio nella sua casa, e poi solo leggermente modernizzato nel corso degli anni, lasciando intatti il concept e lo stile.

Oggi, dopo oltre un secolo, il marchio Goodyear mantiene ancora i tratti originali e si compone della scritta del brand in giallo su sfondo blu, combinazione che evoca un senso di felicità, affidabilità e sicurezza (ma anche in versione nero su bianco), con le parole Good e Year divise appunto dal logo del piede alato.

Pirelli è uno dei vanti italiani (anche se ora le sue quote sono in mano a una multinazionale) e ha segnato la storia del made in Italy sin dal 1872, anno della sua fondazione. Eppure, bisogna attendere fino agli Dieci del Novecento per vedere il primo esempio della P Lunga, la caratteristica distintiva del marchio che si è mantenuta fino a oggi, più di un secolo dopo.

Il primo logo Pirelli fu infatti disegnato nel 1888 ed era composto da un cerchio con all'interno una stella nera e il marchio denominativo “Pirelli & C Milano”  lungo il perimetro, con le lettere “P”, “C” e “M” riproposte anche all'interno del cerchio. La prima apparizione ufficiale della P Lunga (ovvero di una iniziale con "pancia" distesa sovrastante le altre lettere del nome) è appunto del 1910, e secondo la "leggenda" questa lettera fu scelta perché ricordava la grafia del fondatore dell'azienda, Giovanni Battista Pirelli, ma anche perché rappresentava l'elasticità della gomma, di cui sono composti i famosi pneumatici. Dopo numerose variazioni ed elaborazioni, nel 1970 approdiamo a una versione più definitiva e ragionata del marchio, che assume la forma con cui lo conosciamo oggi, solo proposta in versione monocromatica nera, che poi è stata modificata in un più ruggente rosso (su fondo giallo o bianco).

Nel mondo automotive non è raro incontrare loghi con un cavallino rampante, emblema di velocità sfrenata (tutti abbiamo pensato alla Ferrari, vero?), e anche Continental si iscrive al gruppo. Eppure, la storia dietro la scelta dell'abbinamento tra il simbolo dell'animale e l'azienda tedesca di pneumatici si ammanta di leggenda, perché sembra richiamare anche alle origini dell'attività, quando il nucleo della futura Continental si occupava della produzione e della distribuzione delle protezioni di gomma per gli zoccoli dei cavalli brevettati dal veterinario Hartmann, che impedivano agli animali di scivolare su superfici ghiacciate e ne miglioravano la mobilità complessiva. Particolare non secondario, ognuno di questi prodotti riportava un'icona che mostrava il cavallo che saltava, per richiamare alle qualità distintive di questo animale, e in particolare a forza, agilità e resistenza (che si "trasmettono" anche ai prodotti).

Ma il cavallo racconta anche il legame tra Continental e il territorio di appartenenza, perché l'animale è appunto il simbolo della regione di Hannover dove il marchio è nato, e a distanza di oltre un secondo la raffigurazione del cavallo è rimasta nel logo aziendale, anche se lo stile e i riferimenti sono cambiati nel corso degli anni.

Il gruppo Hankook Tire & Technology ha sede a Seoul, in Corea del Sud, ed è ormai da tempo una delle dieci più grandi aziende di pneumatici al mondo. Al momento della fondazione, nel 1941, si chiamava Chosun Tire Company, nome poi cambiato nel 1968 in Hankook Tire Manufacturing - "Hankook" significa letteralmente "Corea".

Nel corso degli ottanta anni di storia aziendale il logo Hankook ha subito una revisione completa più di una volta, ma non è mai cambiato sostanzialmente, continuando ad alludere al prodotto principale dell'azienda, gli pneumatici, in una forma o nell'altra.

Ad esempio, in alcuni dei loghi più vecchi la doppia “o” era sostituita da un paio di pneumatici posti uno accanto all'altro; un'altra caratteristica distintiva dei marchi ormai in disuso era che la linea verticale destra della "N" e la linea verticale della "K" si sovrapponevano, quindi i due caratteri formavano un unico glifo, mentre in alcune versioni la scritta presentava delle tracce di pneumatici a zigzag.

Tra il Novanta e il 2019, periodo di espansione del brand in altre parti del mondo, il fulcro del logo è diventata la parola "Hankook", scritto in corsivo sans serif tutto maiuscolo e accompagnato, sulla sinistra, da un simbolo arancione che rappresenta le tracce stilizzate di pneumatici. Proprio nel 2019 c'è stata l'ultima (finora) revisione, ovvero l'aggiunta in via definitiva dello slogan driving emotion scritto in lettere minuscole grigie in basso a destra rispetto al nome del brand; inoltre, il colore dell'emblema arancione è diventato di tonalità più intensa.