23-Feb-2021

Bibendum: la storia dell’Omino Michelin

di Francesco Neri
Stories

La storia della nascita dell’Omino Michelin, il cui nome è Bibendum, è vecchia più di un secolo. Frutto di casualità e colpo di genio, come spesso accade, Bibendum è una delle mascotte più famose, riconoscibili e riconosciute in tutto il mondo, seconda solo a Babbo Natale. La mascotte muscolosa è nata nel 1898, 123 anni fa, ed è uno dei più antichi marchi registrati.

Le origini di Bibendum

L’idea della mascotte nasce all’Esposizione Universale e Coloniale di Lione del 1894, quando Édouard e André Michelin (fondatori dell’azienda) notano una pila di pneumatici che assomigliava ad una figura umana. Sì, ci vuole fantasia, e sì, gli pneumatici bianchi erano comuni all’epoca, ma l’idea di una mascotte pubblicitaria stava prendendo letteralmente forma.

Ma il nostro ometto gonfio e muscoloso nasce quattro anni dopo, quando il fumettista noto come O’Galop, Marius Rossillon, mostra ad André un bozzetto di un manifesto pubblicitario “scartato” da una birreria. Lo schizzo dell’artista raffigura una figura umanoide che regge un bicchiere di birra e cita la frase di Orazio “Nunc est bibendum”, che in latino significa ”Adesso è il momento di bere”.

André nella figura ci vede un uomo fatto di pneumatici, il resto, come si suol dire, è storia.

Il primo manifesto pubblicitario, datato 1898, raffigura il Bibendum (con lo slogan “Nunc est bibendum”) che brinda con un bicchiere pieno di vetri e frammenti taglienti, mentre pronuncia la frase "C'est à dire: À votre santé. Le pneu Michelin boit l’obstacle”, ovvero: “Alla vostra salute, Michelin si beve gli ostacoli”, alludendo al fatto che Michelin non teme forature e avversità.

“Bibendum” non è mai stato il suo nome ufficiale, ma lo è divenuto da solo, non si sa bene quando. La campagna pubblicitaria fu comunque un successo istantaneo, e grazie all’omino muscoloso, Michelin divenne uno dei marchi più famosi al mondo, raggiungendo addirittura l’undicesima posizione nella classifica dei migliori brand di tutti i tempi.  

L’evoluzione

Il poster del Bibendum che brinda è stato utilizzato come base per molti anni, nel 1901 gli spuntano le gambe e cominciano e delinearsi le forme di come o conosciamo oggi. All’inizio del ventesimo secolo la sua figura viene reinterpretata da diversi artisti della pubblicità, tra cui Hautot, Grand Aigle, Riz, Cousyn e René Vincent.

Negli anni ’20, però, la sua figura viene “standardizzata” e vengono stabilite una serie di caratteristiche precise, tra cui numero di pneumatici per il corpo e proporzioni.

Nel 1922, addirittura, la Michelin organizzò un concorso per "nominare il Michelin Tyre Man" negli Stati Uniti d’America.

In un primo momento Bibendum ha l’aria da uomo ricco, con il sigaro, il monocolo e l’anello al dito: l’automobile agli inizi del Novecento era un oggetto di lusso, quindi la campagna pubblicitaria era dedicata ad un pubblico facoltoso. Nel corso degli anni, però, con il calo dei prezzi delle auto il suo stile mutò di conseguenza e divenne più semplice e “umile” in modo da avvicinare il popolo.

Il logo di O'Galop in principio era basato su pneumatici per biciclette, ma con l’evoluzione tecnologica degli pneumatici anche il suo corpo divenne più “spesso” e muscoloso, il suo sguardo più accomodante, vivace e sereno: una figura ben lontana da quella prima versione “altolocata”.

Negli Anni Duemila l'Omino Michelin viene eletto dal Financial Times come miglior logo di tutti i tempi, divenendo per l’occasione un personaggio 3D per la campagna “Il giusto pneumatico cambia tutto”.

L’ultima evoluzione, nel 2017, ha prodotto due loghi differenti: uno per il brand e uno per il Gruppo. Entrambe le figure mostrano una figura accogliente e protettiva dell’Omino Michelin, ora più che mai pronta accompagnare i clienti per strada.