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Stories

Audi: 40 anni di storia del brand e di evoluzione “quattro”

di Francesco Neri
16-Mar-2020

Vi siete mai chiesti da dove viene il nome Audi? È un acronimo, come BMW, oppure un cognome, come Mercedes? Di certo non suona molto tedesco.
August Horch Automobilwerke GmbH. Questo era il nome della Casa automobilistica tedesca fondata da August Horch, un pionieristico ingegnere tedesco che, prima di fondare la sua azienda nel 1899, aveva una piccola ditta di riparazione di automobili. È lui il signor Audi.

August era un tipo sveglio, uno che ci vedeva lungo, e investì molto tempo e risorse nel campo della ricerca e sviluppo, causando anche qualche attrito con il proprio consiglio di amministrazione fino a che non venne tagliato fuori dall’azienda. Nel 1909 August si mise in proprio dopo aver perso la causa civile, così, non potendo più usare il nome Horch per la sua ditta, decise di chiamarla

“Audi”, che in latino significa “ascolta”, e che in tedesco si traduce con “horch”.

 

La prima era Audi

Il primo modello uscito dalla fabbrica Audi è stata la Typ A del 1910, un’auto dotata di un motore 2.6 litri da 22 Cv. Il marchio ebbe subito un grande successo, sia per la qualità costruttiva che per le sue vittorie sportive (la Typ C vinse tre edizioni di fila della Österreichische Alpenfahrt), ma con l’arrivo della Grande Guerra la produzione viene riservata ai veicoli militari. Alla fine della guerra, però, Audi non riesce a uscire dalla crisi e finisce in bancarotta nel ’27.

Nel 1932 Audi viene acquistata dall’Auto Union, un colosso che comprende anche i brand DKW,  Horch e Wanderer; così la produzione ricomincia, zoppicante, con la Typ UW a trazione anteriore (che non venne compresa fino in fondo), sostituita poi dalla 920, un’auto molto più tradizionale. Con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale Audi viene ancora messa in ginocchio.
Si rialza solo nel 1965 grazie al gruppo Volkswagen, che la accompagnerà, fino ad oggi, in quella che è la sua epoca più brillante. Dopo un paio di modelli timidi e sottotono (come la 72), Audi fa centro cn la “100” nel ’68, seguita dalla 80, una berlina che si aggiudica il titolo di auto dell’anno.

I rally e la trazione quattro

Ma è negli Anni Ottanta che Audi compie il salto di qualità, “importando” la trazione integrale nella auto sportive, soluzione fino ad all’ora riservata solo alle fuoristrada. Quindi non esagero quando dico che l’Audi Quattro Sport ha cambiato il mondo: fino al 1981, nei rally, le auto a trazione integrale erano considerate poco efficaci o addirittura penalizzate per via del sottosterzo, del peso maggiore e della sbilanciata distribuzione dei pesi. Quando però l’Audi Quattro Sport - dotata di motore cinque cilindri turbo da 360 CV e trazione integrale - debuttò nel mondiale rally nel 1982, le concorrenti vennero annichilite.

Quell’anno Audi vinse il titolo costruttori, l’anno dopo il titolo piloti con Mikkola e quello dopo ancora con Stig Blomqvist. Il Pikes Peak del 1987 venne consacrato dalla vittoria Walter Röhrl, a bordo della mostruosa Audi Quattro Sport S1. Da allora nessun’altra auto sprovvista di trazione integrale vinse un titolo mondiale.

40 anni di successi sportivi

Ma le corse sono (ma soprattutto erano) una vetrina importantissima per vendere le auto stradali, e lo sport diventa una colonna portante per Audi. Così le vetture dei quattro anelli esplorarono anche i circuiti, spaziando dalle corse turismo - dove vinse  i titoli Piloti e Costruttori nella Trans Am del 1988 - al DTM, dove vinse molto con la trazione quattro, fino all’esclusione delle quattro ruote motrici nel 1998. Audi nel suo palmares vanta ben tredici vittorie alla 24 Ore di Le Mans (dal 2000 al 2014) e due titoli FIA WEC (World Endurance Championship).

Oggi Audi è impegnata con la Formula E, il campionato 100% elettrico (dove ha già vinto un titolo piloti e uno costruttori) che sta riscuotendo sempre più successo e vede sempre più case automobilistiche coinvolte.

Audi oggi

Come dicevamo, il brand ha costruito la sua forza sulla qualità delle auto e sulla trazione integrale quattro. Dal 1980 ad oggi, Audi ha sfornato 10.448.406 auto a quattro ruote motrici, di cui 804.224 (circa il 50% della produzione) solo nel 2019. La trazione quattro vanta ben 5 varianti a seconda del modello e della propulsione:

da quello della Audi A3, passando per quello più aggressivo e sportivo dei modelli RS, fino ad arrivare a quello “futuristico” delle e-tron elettriche.

Ed è proprio quello delle Audi e-tron S e Audi e-tron S Sportback, le 100% elettriche, il fiore all’occhiello della trazione quattro. In normali condizioni di marcia la potenza viene trasmessa esclusivamente alle ruote posteriori per garantire una maggiore efficienza, ma ogni volta che viene richiesta più spinta, la trazione quattro elettrica e i tre motori provvedono a distribuire la cavalleria dove serve.

Il primo motore (da 168 Cv, 204 in modalità boost) è montato davanti e si occupa di fornire potenza alle ruote anteriori, mentre i due motori elettrici posteriori producono una potenza di 266 Cv (360 in modalità boost).

La trazione è integrale senza la necessità di alcun albero di trasmissione centrale. I due motori posteriori possono anche gestire la coppia proprio come farebbe un differenziale a slittamento limitato, e inviare fino a 220 Nm di coppia in più alla ruota esterna (quella che solitamente ha più grip). Il sistema quattro delle due auto elettriche agisce così 4 volte più velocemente di un sistema meccanico tradizionale, elaborando le condizioni di grip e adattando la potenza trasmessa alle ruote in pochi millisecondi.