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Stories

Bugatti Atlantic: un’opera d’arte in due esemplari

di Francesco Neri
19-Ott-2021

La maggior parte delle persone associa Bugatti alla Veyron, alla Chiron, ad auto mostruosamente veloci che nelle ultime due decadi si sono ritagliate un posto importante nel segmento delle hypercar, con la nome di “auto più veloci del mondo”. In realtà Bugatti è un marchio che risale ai primi anni del Novecento. Fondata nel 1909 dall’italiano Ettore Bugatti, diete vita a numerose vetture da corsa prima della guerra, e soprattutto mise alla luce la leggendaria Atlantic.

Le due Atlantic in circolazione

Ideata dal figlio di Ettore Bugatti, Gianoberto “Jean” Maria Carlo, la Bugatti Atlantic venne prodotta dal 1936 al 1938 in soli 4 esemplari. Sfortunatamente due vennero persi: il primo durante la Seconda Guerra Mondiale, l’altro venne distrutto in un incidente negli anni ’50.

Oggi rimangono solamente due Bugatti Atlantic in circolazione,

una fa parte della collezione dello stilista Ralph Lauren, che la comprò all’asta nel 1988; l’altra apparteneva Peter Williamson, e nel 2010, dopo la sua morte, fu venduta all’asta per 30 milioni di dollari da un compratore anonimo.

I due esemplari superstiti sono comparsi in vari festival di vetture d'epoca, ottenendo diversi premi e riconoscimenti anche a concorsi importanti come il Concours d'Elegance di Pebble Beach dove l'esemplare di Ralph Lauren è stato premiato nel 1990 e il secondo esemplare nel 2003.

Tecnica e stile

La Bugatti Atlantic è considerata una delle auto più belle e affascinanti di sempre. La sua linea affusolata nasconde un corpo in alluminio, soluzione incredibile per l’epoca; i finestrini “a fagiolo” sono bellissimi ma rendevano la visibilità posteriore limitata, mentre suoni e vibrazioni rendono l’auto molto rumorosa.

Il tetto è caratterizzato da uno spazio per l'alloggiamento delle portiere.

Il padiglione posteriore ad arco aveva un vano per la ruota di scorta talmente ben abbinato al corpo della vettura da essere appena visibile. Un'ulteriore particolarità della carrozzeria è una specie di "spina" che va dal radiatore all'estremità inferiore della coda, dimezzando il lunotto ed il parabrezza. Di solito le ruote erano piene.

Non solo bella, ma anche veloce: il suo motore V8 da 3,2 litri eroga 200 Cv a 5.500 giri e 300 Nm di coppia a 2.000 giri, sufficienti a spingerla fino alla velocità massima di 210 km/h, impressionante per l’epoca. Il cambio è un manuale a 4 rapporti, la trazione, ovviamente, è posteriore.