• Museo Pagani 5
  • Museo Pagani 10
  • Museo Pagani 3
  • Museo Pagani 2
  • Museo Pagani 4
  • Museo Pagani 9
  • Museo Pagani 6
  • Museo Pagani
  • atelier pagani 2
  • atelier pagani
  • atelier pagani 3
  • atelier pagani 4
  • atelier pagani 5
  • atelier pagani 6
  • atelier pagani 7
  • atelier pagani 8
  • Museo Pagani 7
  • Museo Pagani 8
Stories

Fabbrica e Museo Pagani: tempio di opere d’arte

di Francesco Neri
20-Giu-2023

La fabbrica Pagani è un posto straordinario, incantato, un vero e proprio tempio dell’automobile che va visto (e può essere visto, con una visita guidata) con i propri occhi.

Pagani è situata a San Cesario sul Panaro, vicino a Modena, al centro della Motor Valley dove Ferrari, Maserati e Lamborghini affondano le loro radici. Oggi ci troviamo qui per provare da passeggeri una splendida Pagani Huayra Codalunga, e per visitare il museo e la fabbrica, anzi: l’atelier.

Varcata la porta d’ingresso si intuisce subito che Pagani è diversa da ogni altra azienda di automobili. Più che una fabbrica, sembra una boutique di lusso: la cura per il dettaglio assoluta, dal tetto della hall con le travi a vista e un design tipicamente Pagani alla zona dedicata al merchandising e all’abbigliamento, e al bar dove sono accolti ospiti e clienti; tutto, ma proprio tutto, è brandizzato Pagani, dalle tazze alle sedie.

Il museo

Cominciamo dalla visita al museo, aperto al pubblico ogni giorno e che offre tour guidati. Si parte da una piccola sala cinema che proietta un video sulla storia di Pagani, e si prosegue poi in una vera e propria stanza delle meraviglie dove si possono ammirare le prime creazioni di Horacio Pagani, quali una mini moto e una Formula 2 costruite interamente da lui, e altri oggetti di vario genere, tra cui schizzi, i suoi primi modellini e foto.

Ma il piatto forte sono ovviamente le auto esposte.

Vedere tutte queste Pagani radunate nella stessa stanza toglie il fiato. Si parte dalla “Nonna” (così la chiamano in Pagani), un esemplare che ha percorso oltre mezzo milione di chilometri e che, nel corso degli anni, è servito da muletto per testare le varie componenti delle auto, tanto da diventare una vera e propria creazione “Frankestein” composta da parti di più vetture Pagani.

Si passa poi alle Zonda C12 S e C12 F, le evoluzioni della C12, in colori accesi e sgargianti, una gioia per le pupille. Non manca il cuore delle Zonda: il V12 AMG, esposto in bella vista, anch’esso un’opera d’arte per i magnifici dettagli che esibisce.


E poi abbiamo avuto il piacere di osservare da vicino due modelli unici: una Zonda Barchetta Revo con motore aspirato da 789 Cv, costruita in un unico esemplare, e una Huayra Imola, che rende omaggio al leggendario circuito e sfoggia un kit aerodinamico semplicemente sensazionale.

L’atelier

Ma quello che abbiamo visto dopo il Museo ci ha lasciati a bocca aperta. L’atelier, il luogo dove si costruisce rigorosamente a mano ogni singolo esemplare, è una vera e propria piazza del Rinascimento. Addirittura ci sono i lampioni, una Vespa, e delle biciclette “parcheggiate”, oltre a una vera torre dell’orologio che si erge all’interno del salone e che suona la campana a fine turno. Sbalorditivo.

Il posto è luminoso, silenzioso, come un giardino zen.

È uno degli ambienti di lavoro più belli che abbia mai visto, curato quanto il museo stesso, ma con la differenza che qui, la gente, costruisce auto. Definire questo luogo “fabbrica” è ingiusto: l’atelier è un vero e proprio salone di artigiani, raffinato e arredato quanto un loft di lusso.

Sempre nella piazza si possono ammirare i modelli in scala 1:1 della Huayra, la prima C12 mai prodotta, con tanto di appunti di Horacio, e le varie componenti di motore, cambio e trasmissione esposti come opere d’arte (quali sono).

Ma la parte più sorprendente è l’assemblaggio, dove ogni auto viene composta a mano con perizia maniacale: i carrelli su cui poggiano i pezzi sono ordinatissimi, ognuno pare la vetrina di una gioielleria. Ogni vite è firmata Pagani e ha il suo numero di serie, ogni piccola parte è numerata e rifinita con cura certosina.

Il quadrante del cruscotto viene prodotto da artigiani locali e ciascun elemento in fibra di carbonio, dal telaio al particolare più minuscolo, viene “cucinato” in fabbrica in un’enorme autocalve (una sorta di forno enorme), anch’essa firmata Pagani. Si passa al reparto verniciatura, dove viene lucidato a mano ogni singolo centimetro di fibra di carbonio per essere poi verniciato. In Pagani il carbonio è un mantra, e questo spiega come mai una Huayra lunga quasi cinque metri pesi quanto una Ford Fiesta.

 

La scelta delle pelli e dei rivestimenti, invece, è pressoché infinita: ogni auto è taylor made e il futuro proprietario viene coinvolto nella scelta di ogni dettaglio. Perché il dettaglio, in Pagani, è tutto, e queste auto hanno un livello di di artigianalità inarrivabile.

Per darvi un’idea: la produzione di Pagani, ad oggi, è di circa 50 vetture l’anno mentre un’azienda come Ferrari ne produce circa 9.000.

Questo viaggio nell’Atelier Pagani è stato illuminante. Vedere come migliaia di piccoli pezzi danno vita a queste splendide auto è un’esperienza unica. Come già ricordato, la fabbrica è aperta al pubblico e si può visitare, quindi, se capitate da queste parti, non lasciatevi scappare una magnifica occasione.