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Test-drive

Huayra Codalunga: ecco come sono 740 Cv firmati Pagani

di Francesco Neri
21-Giu-2023

Quando ti trovi al cospetto di una vettura Pagani capisci come mai in soli vent’anni la piccola Casa modenese fondata da Horacio Pagani è diventata un pilastro sacro nel panorama delle supercar. In termini di presenza scenica, cura per il dettaglio, e design, mi riesce difficile immaginare qualcosa che possa superarla.

Siamo di fronte a opere d’arte rare e preziose, e non è tanto per dire: Ferrari e Lamborghini sfornano circa 9.000 vetture l’anno, Pagani - tra Huayra e Zonda - ne ha costruite 450 in vent’anni con una produzione che, a oggi, si attesta su circa 50 auto l’anno. Questo è il livello di artigianalità della produzione.

E la Huayra Codalunga color Azzurro Sardegna parcheggiata davanti a me è una delle più rare e speciali Pagani mai costruite.

Si tratta di una serie limitata a 5 esemplari, già tutti venduti alla cifra monster di 7 milioni di euro (IVA esclusa), ispirata alle vetture da corsa degli anni ’60 e ’70. Un’auto costruita su misura, in collaborazione con clienti tramite il reparto “grandi complicazioni”, una divisione pensata per rendere questi oggetti già rari, beh, ancora più rari.

Design senza tempo

E la Codalunga, signori miei, è bella da togliere il fiato. Ha una linea senza tempo, che fa delle proporzioni e dei dettagli la sua essenza.

Il passo è lunghissimo, 36 cm più lungo di quello della Huayra standard, e la sua coda, così protesa ed estesa, risulta comunque leggera grazie al “vuoto” che lascia intravedere gli organi meccanici, tra cui il nuovo impianto di scarico in titanio rivestito in ceramica che pesa solo 4 kg.

Ci sono così tanti dettagli magnifici che impiegherei ore a raccontarveli tutti: vi dico solo che ogni vite è firmata Pagani e ha il suo numero di serie, e che il pomello del selettore del cambio è in legno, come nelle vetture da corsa degli anni ’60.

Gli interni sono progettati per resistere nel tempo, e basta affacciarsi dentro l’abitacolo della prima Zonda per rendersi conto che Horacio ha colto nel segno. L’intera plancia sembra un orologio svizzero dalle “grandi complicazioni”; che coincidenza, vero?

Ogni quadrante è rigorosamente anologico, ogni tasto ha una consistenza favolosa, e ogni rotella, anche quella del comando del clima, ha una progressione solida e secca, come un ingranaggio perfettamente calibrato.

È una qualità così alta che è difficile da spiegare. Il design ovaleggiante ed ellittico è unico nel suo genere, è personale e inequivocabile come l’arte di H. R. Giger, senza però la componente orrorifica.

Ci sono anche tutti i comfort moderni, inclusi Apple CarPlay e prese USB, nel caso vogliate usarla tutti i giorni. In effetti, l’abitacolo gode di una vetratura generosa, ed è incredibilmente arioso e luminoso; decisamente un bel posto in cui viaggiare.


Motore e tecnica

Se pensate che tutta questa attenzione ai dettagli sia solo estetica vi sbagliate di grosso: la parte tecnica è ancora più interessante. Quest’auto a secco pesa 1280 kg, quanto una Ford Fiesta, ma, al contrario dell’utilitaria tedesca, la Codalunga è spinta dal V12 6.0 litri Pagani (di derivazione AMG) della Huayra BC Roadster, che per l’occasione eroga 840 Cv a 5.900 giri e 1.100 Nm di coppia costanti tra i 2.000 e i 5.600 giri, messi a terra dalle sole ruote posteriori.

È come se il reattore di un jet fosse incaricato di spostare un aeroplanino di carta.

Il telaio è una monoscocca in carbo-titanio e carbo-triax costruita interamente in Casa, come quasi tutte le componenti dell’auto, mentre la trasmissione a 7 rapporti è prodotta dalla XTrac, la stessa ditta che costruisce i cambi per le auto da corsa, Formula 1 incluse. Si tratta di un sequenziale con attuatori elettro-idraulici e sincronizzatori in fibra di carbonio, più secco nelle cambiate e decisamente più leggero di un doppia frizione.

 

La leggerezza è una vera ossessione per Pagani, e i risultati si vedono. Troviamo poi delle sospensioni adattive in lega d’alluminio forgiato a doppio braccio indipendente e molle elicoidali a passio variabile. I cerchi ricavati dal forgiato Avional, da 20 pollici all’anteriore e da 21 al posteriore, calzano rispettivamente pneumatici Pirelli 265/30 davanti e 355/25 dietro.

Un giro sulla Huayra Codalunga

Al volante, ad accompagnarci nel nostro giro su strada, c’è il collaudatore Simone Tarozzi, che ha più di 18 anni di esperienza nell’azienda e ha guidato tutti i modelli Pagani. Ma da passeggeri ci si può concentrare di più sui dettagli, senza la tensione di dover portare a spasso un’auto da 7 milioni di euro.

Il motore di derivazione AMG si risveglia con un suono rauco e profondo, quasi infernale, ma allo stesso tempo raffinato. Ha un timbro davvero particolare, lontano anni luce da quello dei V12 Ferrari o Lamborghini, decisamente molto personale.

Alle basse velocità i suoni sono quelli di una vettura da corsa: il sibilo della trasmissione, la "ghiaietta" e lo sporco che picchiettano sotto la scocca dell’auto, il fischio dei freni. Ma alla prima accelerata di Simone scoppio in una risata isterica: la Codalunga è davvero veloce.

Con l’addio al motore aspirato (per via delle omologazioni), Horacio deve aver pensato: “Ok, visto che dobbiamo utilizzare un motore turbo non cerchiamo di mascherarlo da aspirato, anzi, rendiamolo sfacciatamente turbo”.

Beh, questo V12 è l’essenza del motore turbo. La quantità di coppia a disposizione è folle: è così tanta che basterebbe per trainare una nave, figuriamoci spingere un’auto che pesa 1280 kg.


Il motore gira basso, bassissimo (la potenza massima arriva a 5.900 giri), ma in quei 5.000 giri c’è un mondo, fatto di spinta, velocità e…aria.

L’esperienza sonora della Huayra è incredibile, a qualsiasi velocità sembra un concerto di fiati dove aspirazione, turbine, wastgate e scarico si alternano in una jam session comandata dal vostro piede destro.

La voce del dodici cilindri accompagna dolcemente, ma sono i polmoni a soffiare come dannati.

Sembra quasi che ci sia un jet dentro l’abitacolo, tanto il propulsore sbuffa, soffia e fischia. È davvero un’esperienza unica. Se poi aggiungiamo i flap mobili posizionanti sul cofano che si alzano e si abbassano davanti ai vostri occhi, l’esperienza diventa ancora più speciale.

Niente su cui io sia salito o che abbia guidato in questi nove anni di professione assomiglia alla Huayra, nemmeno ci va vicino. Certo, ho provato auto molto veloci e dalla potenza analoga, ma la Codalunga (le Huarya in generale) offrono un’esperienza inimitabile.

Dalla cura per i dettagli alle sensazioni di guida (o da passeggero), Pagani riesce a fare la differenza.

Non si trovano molte strade ricche di curve nei pressi della fabbrica Pagani, a San Cesario sul Panaro, ma in quelle poche la Huayra Codalunga si inserisce diretta e fulminea come se fosse priva di inerzia. È sorprendente pensare quanto un’auto così grande sia in realtà così leggera in percorrenza di curva; malgrado le gomme invernali il grip è sbalorditivo, così come la trazione, anche quando Simone affonda il pedale in seconda.

Le invernali fanno flettere l’auto anche più di quanto farebbe normalmente a causa dei tasselli rialzati e della spalla più morbida, tanto che anche in modalità “race” non sembra rigida in modo proibitivo; ma Simone mi conferma che con uno pneumatico estivo la situazione cambia molto.

Con prestazioni e sensazioni del genere ci si aspetterebbe un abitacolo spartano, essenziale, magari un po’ racing e asettico. Nulla di più lontano: a occhi chiusi l’impressione è quella di essere seduti su un prototipo da corsa, ma una volta aperti, i dettagli dell’abitacolo vi faranno sentire come in una casa disegnata da Frank Lloyd Wright, ma con le ruote, e molto, molto veloce.

La Huayra Codalunga è tutte queste cose insieme. È mostruosamente veloce, ma non è un freddo oggetto concepito per staccare il miglior tempo sul giro o per rincorrere l’ultimo decimo - sebbene sia in grado di farlo e l’abbia fatto, più volte.

La Huayra Codalunga è una lettera d’amore alle auto da corsa del passato, alle supercar di ogni epoca, all’automobilismo.

Ogni elemento, meccanico ed estetico, è pensato per offrire un’esperienza unica e distintiva, in grado di deliziare occhi, orecchie, polpastrelli, e di comprimere i vostri organi interni.

Pensare che il futuro delle auto sarà elettrico (ed elettrificato) mi rende un po’ malinconico. Da giornalista e appassionato di auto, sono felice - e grato - di aver vissuto quest’epoca, di aver visto e goduto di auto come questa. La Codalunga mi ha offerto un’esperienza indimenticabile.

 

Foto di Michele Rosetta