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Stories

Mazda RX-7: icona nipponica con motore rotativo

di Francesco Neri
27-Mar-2023

Nessun uomo dotato di orecchie potrebbe mai dimenticare il suono del motore rotativo Mazda che giunge al limitatore. Una melodia unica nel suo genere, e che ha reso il motore Wankel un vero e proprio mito per gli appassionati. L’urlo sguaiato della Mazda RX-7 al limitatore è qualcosa di davvero speciale, dal timbro caratteristico e inconfondibile, e che non assomiglia a nessun'altro propulsore in commercio.

Lanciata nel 1978, la prima sportiva Mazda di grande serie sarebbe diventata l’auto a motore rotativo più venduta della storia,

nonché la vettura che ha portato il marchio ad essere vincente nelle competizioni.

Tre generazioni di Mazda RX-7

La prima generazione di Mazda RX-7 vide la luce in Giappone nel 1978 e fu commercializzata in Europa l’anno successivo. Un’auto leggera (pesa poco più di 1000 kg) e molto veloce, nonostante la potenza di circa 105 Cv, erogati a 6.000 giri,  e una coppia di 147 Nm a 4.000 giri. La disposizione anteriore centrale del motore e la trazione posteriore rendevano l’auto perfettamente bilanciata e divertente da guidare. La seconda generazione di Mazda RX-7, la “FC”, arrivò sul mercato nel 1985. Squadrata, spigolosa,  tremendamente Anni Ottana: un’auto fascinosa che ricalcava vagamente le linee della Porsche 924.

Questa nuova RX7 montava sospensioni Mazda DTSS (Dynamic Tracking Suspension System) e il turbocompressore.

Il turbo si sposava alla perfezione con il motore rotativo (grazie alle caratteristiche del flusso di scarico). Il 13B da 1,3 litri (quello che equipaggiava le RX-7 prima serie in USA) divenne standard per tutti i mercati. Inizialmente però la RX-7 venne offerta in Europa con un motore aspirato da 150 Cv, ma in seguito arrivarono le versioni bi-turbo da 180 Cv e poi da 200 Cv. Il modello più potente passava da 0 a 100 km/h in 6 secondi e toccava i 240 km/h di velocità massima.

La terza e ultima generazione (la “FD”) arrivò nel 1992, e con lei la RX-7 diventò una vera e propria icona.

L'ultima RX-7 si presenta con linee morbide, affusolate, con uno spoiler vistoso e i “classici” fari a scomparsa.

Grazie ad un nuovo turbo sequenziale gemellato la potenza salì a 239 Cv: lo 0-100 km/h veniva coperto in 5,3 secondi e la velocità di punta toccava i 250 km/h (limitati elettronicamente). Nel 1996 la commercializzazione della RX-7 venne interrotta in gran parte dell’Europa a causa delle norme sulle emissioni, ma Mazda continuò a produrla nei mercati con guida a destra, aumentando la potenza fino a 276 Cv sui successivi modelli riservati al Giappone.

Un wankel vincente

Il Wankel della Mazda RX-7 è anche un motore vittorioso nelle competizioni. Vanta svariate vittorie nelle corse motoristiche di tutto il mondo. Il palmares è di tutto rispetto: la British Saloon Car Championship nel 1980 e del 1981, la vittoria alla 24 Ore di Spa nel 1981, oltre 100 vittorie nelle gare IMSA (più di qualunque altro modello di qualunque costruttore), oltre ai 12 anni consecutivi di successi (dal 1982 al 1993) nella 24 Ore di Daytona e ai due campionati vinti nell’endurance australiano con la 12 Ore di Bathurst.

La vittoria più famosa però è quella della Mazda 787B alla 24 Ore di Le Mans nel 1991, un’auto straordinaria equipaggiata di quattro rotori Wankel da 710 Cv. Ad oggi la 787B è l’unica vettura vincente “senza motore a pistoni”, oltre ad essere una delle auto con il sound più da pelle d’oca che ci sia.