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Test-drive

Mazda MX-5 RF 2.0 30th Anniversary, la piccola “giappo" in formato “targa”

di Michele Neri
16-Mar-2020

Ci sono auto che non cambieranno mai. Una di queste è la Mazda MX-5, che anche nella versione RF con tetto rigido resta una due posti caratterizzata da un’antica ricetta romantica, semplice ed efficace: poco peso, trazione posteriore, motore aspirato e un cambio manuale da antologia.

La 30th Anniversary, con il suo colore Rancing Orange, è l’edizione limitata del momento, esclusiva e da collezione. Realizzata per celebrare il trentesimo compleanno della spider più amata al mondo.

LA SPIDER PIÙ VENDUTA AL MONDO IN VERSIONE “TARGA”

Avete presente la Porsche 911 Targa? Ecco, la MX-5 RF adotta, più o meno, lo stesso tipo di apertura. Ok, non avrà il sapore della spider con tetto in tela, ma non mancano i vantaggi: meno fruscii a tetto chiuso, meno vortici a tetto aperto grazie alla presenza del lunotto posteriore, e zero rischi di atti vandalici sulla capote. I puristi della tradizionale capote tela storcere il naso, ma anche in questa variante la Miata non perde un briciolo del suo fascino. L’apertura elettrica dà un ulteriore tocco di tech, e rende ancora più semplice l’operazione perché per viaggiare open air basta premere un pulsante. Da fermi, o in movimento fino a 10 km/h di velocità.

Il muso è sempre lo stesso, lungo e aggressivo. Il design è leggero, delicato e allo stesso tempo efficace. La silhouette della RF, invece, è molto diversa da quella della spider, e non saprei dire se sia cambiata in meglio o in peggio. In genere prediligo le coupé alle convertibili, ma in questo caso non riesco proprio a decidere quale delle due incontri maggiormente i miei gusti. Semplicemente, le trovo entrambe irresistibili.

INTERNI INTIMI, NON MOLTO PRATICI

Sono comuni alle due varianti, invece, gli interni, poco ospitali con i più alti e accoglienti con chi è di media e bassa statura. I sedili della MX-5 30th Anniversary firmati Recaro sono rivestiti in pelle e Alcantara, quest’ultima usata anche per inserti sulla plancia, che si presenta con un design minimale e coerente con quello della carrozzeria. Con il restyling è finalmente possibile regolare il volante in profondità, un bel vantaggio in termini di ergonomia, seppure la posizione di guida sdraiata e dal sapore un po’ rétro non sia adatta a tutti. In primis, come accennato, ai più alti, e poi a chi non è in gran forma fisica, perché accomodarsi sul sedile e soprattutto uscire dall’auto richiede un certo sforzo. Ma anche questo fa parte del fascino MX-5.

Pollice verso, invece, al sistema multimediale, che con la sua grafica a 64 bit e la reattività di un bradipo ti fa fare un tuffo, questa volta poco gradito, nel passato. Anche i portaoggetti sono pochi, scomodi e poco capienti: il grande assente è il cassetto davanti al passeggero, sostituito da un vano tra i due sedili all’altezza delle spalle. E poi manca un alloggio sicuro dove sistemare lo smartphone, perché il piccolo vano davanti al cambio è fatto in modo che il vostro apparecchio sparisca sotto i sedili alla prima curva, dopo essere rimbalzato come una pallina del flipper.

L’ULTIMO DEGLI ASPIRATI

Chi si è assuefatto al turbo potrebbe non apprezzarne appieno la sua assenza, soprattutto perché l’ultimo decennio ha decretato l’estinzione progressiva dei motori aspirati, abituando così gli automobilisti a vagonate di newtonmetri fin dai bassi regimi. Come tutti i motori aspirati lo Skyactive-G non è un mostro in quanto a coppia, con i suoi 205 Nm a 4.000 giri, ma in fin dei conti l’MX-5 non ne ha bisogno. 

È talmente leggera che basta premere l’acceleratore in sesta marcia a 50 km/h per guadagnare velocità senza apparente sforzo, un po’ come se a una normale auto toglieste tutto ad eccezione di ruote, volante e sedile del guidatore. E poi la risposta all’acceleratore è istantanea, come solo sui motori aspirati può essere. Sarà pure un dettaglio, ma è uno di quei dettagli che fanno la differenza in termini di esperienza di guida.

Non sto parlando di prestazioni, badate bene; la piccola Miata non è e non vuole essere un’auto da tempo sul giro. Semplicemente è l’essenza del piacere di guida, e per regalare grandi emozioni non usa lo stratagemma della potenza, che ormai troviamo in quantità industriali su compatte sportive a trazione anteriore.

È raffinata, ma al tempo stesso semplice e, aspetto molto interessante, piuttosto economica. 

Ecco, se dovessi fare un paragone in cucina, l’MX-5 è un uovo al tegamino eseguito alla perfezione con una fetta di pane croccante, mentre le hot hatch da 300 Cv e oltre sono un Hamburger con bacon, formaggio e cipolle, strabordante di maionese e salsa piccante; le migliori supercar sul mercato, per chiudere, sono un piatto stellato, elaborato e super raffinato.

DANZA TRA LE CURVE, E A VOLTE PUNGE

I maligni l’hanno spesso giudicata, in modo dispregiativo, un’auto da donne, ammesso che possa essere un insulto. Senza averla mai guidata, nella maggior parte dei casi. Per capire certi oggetti serve palato, e chi ce l’ha fino non può non innamorarsi della MX-5. Ad eccezione di Subaru BRZ e Toyota GT-86, non ci sono altri modelli sul mercato capaci di regalare un’esperienza di guida analoga con prezzi accessibili. 

I suoi ingredienti li ho elencati all’inizio, e non saprei da dove cominciare se mi chiedessero quali sono i più importanti. Leggerezza e trazione posteriore, con differenziale autobloccante meccanico, tra l’altro, sono imprescindibili per strapparti un sorriso a ogni curva. E poi il suo cambio manuale non è un comando qualunque, è Il Manuale: secco, preciso, da manovrare con un movimento di polso tanto è breve la corsa tra una marcia e l’altra. E il motore? Istantaneo, pronto a qualunque regime - e qui è necessario citare di nuovo il peso contenuto - e grintoso nella parte alta del contagiri, con la potenza massima a 7.000 giri e il limitatore a 7.500.

Tornando al peso, la RF fa segnare 40 kg in più rispetto alla spider, ovvero 1.055 a vuoto contro 1.015. Il suo bello è che ti permette di viaggiare a cielo aperto anche quando la temperatura è piuttosto bassa, e questo è un bene perché se non apri il tetto godi solo a metà.

Le strade che l’MX-5 adora sono quelle tortuose, specie il misto stretto, dove si muove con grande agilità, e non riuscirete a resistere all’idea di disegnare delle virgole ogni volta che uscite da una curva.

Non importa, poi, se la strada è un colabrodo: le sospensioni per nulla rigide saranno dalla vostra parte e la vostra schiena vi ringrazierà.

Alle alte velocità, invece, le reazioni si fanno brusche, un po’ per il passo molto corto e un po’ per l’assetto morbido. Sta di fatto che le vettura si fa nervosa e richiede mani capaci per evitare reazioni non volute. Tutto questo con i controlli disinseriti, sia chiaro. Sta di fatto che risulta più difficile di molte sportive più prestazionali, sempre più stabili e facili da guidare. Qualcuno ha detto “auto da donna”?

VERDETTO

La versione RF è una novità arrivata con la MX-5 ND, eppure il suo spirito è lo stesso della versione spider. E poi l’ultima generazione è quella che più si avvicina allo spirito della prima MX-5, sigla NA, ovviamente con tutte i vantaggi del caso: consuma poco, è più confortevole e nettamente più sicura. Certo, comfort e praticità non sono il suo forte, ma i miatisti la amano incondizionatamente, e guardando al mondo dell’usato è possibile scovare esemplari con più di 250 mila chilometri all’attivo, a dimostrazione della sua affidabilità. La RF aggiunge un tocco di versatilità, pur non migliorando alla voce bagagliaio, dove si contano appena 127 litri. E la 30Th Anniversary ha quella magia in più, trattandosi di un’edizione limitata in soli 90 esemplari destinati all’Italia.

LE RIVALI

La versione RF della MX-5 non ha concorrenti dirette. Le alternative plausibili sono le due coupé Subaru BRZ e Toyota GT86, e poi, ovviamente, la gemella diversa Fiat 124, nata su base MX-5 spider e dalla quale si differenzia per il motore e per la carrozzeria. Se infatti la giapponese ha scelto, come da tradizione, un motore aspirato, l’italiana monta il suo turbo benzina 1.4 T-Jet. E riprende nello stile l’antenata 124 Spider degli anni Settanta. 

QUANTO COSTA

Con un listino di 36.750 euro, la MX-5 RF 30th Anniversary è la più costosa della gamma. Il prezzo è giustificato dal fatto che si tratta di un’edizione limitata equipaggiata di tutto punto. La dotazione di serie include, tra le altre cose, il climatizzatore automatico, i sedili Recaro in pelle e Alcantara, l’impianto audio firmato Bose con 9 speaker, i fari full LED , le sospensioni sportive Bilstein e la tinta Racing Orange. 

Il prezzo d’ingresso per la MX-5 RF 2.0 è di 32.750 euro nell’allestimento Exceed, mentre scegliendo la spider con capote in tela apribile manualmente si risparmiano 2.500 euro.
 

Foto di Michele Rosetta