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Test-drive

McLaren 720S Spider: difficile chiedere di più

di Francesco Neri
15-Giu-2023

L’avevamo già provata l’anno scorso, ma purtroppo il periodo freddo e le gomme invernali non ci avevano consentito di goderci al meglio la Regina di Casa McLaren. Per il test approfondito con tutti i dettagli vi invito a leggere il nostro articolo completo, perché oggi vorrei concentrarmi sulle sensazioni che questo missile, stavolta equipaggiato con gomme estive, ci ha regalato. Prima però una breve presentazione. La McLaren 720S Spider è la top di gamma delle Sport Series di McLaren, e a breve lascerà il posto alla 750S, una versione (parecchio) più aggiornata e, manco a dirlo, più veloce.

Tra le vetture uscite dalla Casa di Woking, ritengo che la 720S sia la più riuscita sotto il profilo estetico. Il suo design è dettato dall’aerodinamica, con i gruppi ottici incastonati nelle prese d’aria e fiancate pulite. È decisamente aggressiva, ma a modo suo elegante e aggraziata, soprattutto in questo grigio metallizzato speciale da oltre 6.000 euro che secondo me li vale tutti, o quasi.

La ricetta è sempre quella: trazione posteriore, motore centrale, monoscocca in fibra di carbonio e aerodinamica sofisticata.

Ho guidato giusto due settimane fa una 296 GTS, l’ultima Ferrari a motore centrale del Cavallino (qui la prova), e per quanto entrambe condividano molto in termini di concept e siano mostruosamente veloci, alla guida risultano parecchio diverse.

INDICE
Un V8 rubato alle corse
Alla guida della 720S Spider
Verdetto

Pochi sanno che il V8 McLaren 4,0 litri - con turbine twin scroll a bassa inerzia capace di arrivare a 160.000 giri - è imparentato con quello Nissan montato sulla R90, una delle vetture da corsa più spettacolari che il gruppo C abbia mai visto. E lo si sente a orecchio (e a piede) che questo V8 è stato “rubato” al mondo delle corse.

Produce 720 Cv a 7250 giri/min e una coppia di 770 Nm a 5500 giri/min, ed è abbinato a una trasmissione doppia frizione a 7 rapporti. Non troviamo alcun differenziale autobloccante meccanico, ma un sofisticato sistema di controllo che agisce sulle pinze dei freni e sull’elettronica.

Incredibile il peso, che si ferma solo a 1370 kg (1320 kg per la coupé).

Già alla prima prova avevamo intuito il potenziale pazzesco di questa vettura, ma l’enorme potenza e l’erogazione rabbiosa faceva lampeggiare la spia del controllo di trazione fino in quarta marcia, a velocità allarmanti e con tagli di potenza netti e frustranti. Oggi però è caldo e asciutto, e le gomme sono in temperatura.

La 720S è più comoda di quanto ricordassi: le sospensioni Proactive Chassis Control adattive (capaci di valutare migliaia di informazioni ogni secondo) riescono a fornire una morbidezza adeguata anche nelle strade dissestate, senza però creare distacco tra voi e l’asfalto. La seduta non è male, così come l’imbottitura dei sedili, e l’abitacolo è così arioso che quasi non sembra di essere su una Supercar. Quasi. In modalità comfort e con il cambio in “auto” lei snocciola le marce a 1.000 giri e infila la settima a 50 km/h, tanta è la coppia.

Il motore gira sornione e l’unico rumore che si sente è quello della trasmissione e dei sassolini che picchiettano sul fondo, come con vetture da corsa.

Ma se girate le rotelline dei setup di un grado o due (ce ne sono una che controlla motore e cambio e una che regola l’assetto, entrambe su tre livelli) l’auto si risveglia e si tende tutta. Tirare un paio di marce, anche sul dritto, è un’esperienza memorabile.

Il motore ha un’erogazione violenta e la potenza cresce in modo esponenziale per poi esplodere verso i 7.000 giri.

A quel punto i vostri organi sono spalmati contro il sedile e la velocità sarà decisamente troppo elevata.

Diavolo se va forte. In termini di spinta la Ferrari 296 GTS fa ancora più paura (ha 110 Cv in più), ma la sua natura ibrida fa sì che l’erogazione sia diametralmente opposta a quella della McLaren: una botta forsennata ai bassi regimi e una progressione più lineare verso la zona rossa del contagiri.

La McLaren comunque è paragonabile alla Rossa in termini di velocità pura, e i Cv in meno sono compensati dal suo peso piuma.

La frenata è quasi più scioccante dell’accelerazione: tra tutte le supercar che ho provato, la 720S è quella che offre il feeling più corsaiolo, con un pedale duro, modulabile al millimetro e dal feedback esemplare.

Nelle staccate violente il mordente è superbo e l’auto si ferma con un leggero “scodinzolio” bilanciato dall’ala posteriore mobile che si alza come un paracadute, un’immagine spettacolare da vedere nello specchietto.

C’è anche tantissima trazione, il che è un’ottima notizia, ma quello che più mi piace della “Mc” è la fiducia che infonde. Lo sterzo idraulico è squisitamente loquace e non è né troppo duro, né troppo diretto. In curva si ha una sensazione di bilanciamento e stabilità rincuoranti, e, se spingete troppo, l’auto andrà in leggero sottosterzo così da avvisarvi che il limite è vicino. Le sospensioni sono bravissime a mantenere le ruote a contatto con la strada, anche in quella più dissestata.

Tutto questo si traduce in una telaio sincero, che infonde sicurezza, e si era capito fin dal primo test. La differenza è che ora la 720S esprime tutto il suo potenziale e viaggia a un ritmo folle con relativa facilità.

La McLaren 720 S Spider è una delle migliori supercar sul mercato e una delle sportive più eccitanti che abbia mai guidato. Ha il look, la velocità e il feeling giusti per posizionarsi in cima alla “catena alimentare” delle supercar. Ma sopratutto ha una forte identità. In termini di esperienza di guida, tra le sue rivali è quella che si avvicina di più a un’auto da corsa fornendo però anche un grado di comfort insperato. La Spider aggiunge il vento tra i capelli e consente di godersi meglio il concerto, senza sacrificare praticamente nulla sotto il profilo delle prestazioni. Non vediamo l’ora di provare la 750S.

Foto di Michele Rosetta